Tra qualche giorno Xiaomi lancerà sul mercato i nuovi 13T e 13T Pro, due ottimi smartphone che però come ci ha insegnato il passato sono dei “medio gamma con pretese da top”, con una o due caratteristiche di punta ma una scheda tecnica mai completa in tutto e per tutto, un po’ come avviene con la linea FE di Samsung. Se come me non siete completamente in hype per questa news (anche perché si sa già tutto ormai) magari vi incuriosirà questa riprova di Xiaomi 13 Pro, uno smartphone che sto usando abitualmente da febbraio e che mese dopo mese è diventato sempre più il mio cameraphone di fiducia.
Già, se un anno fa mi aveste detto che avrei “abbandonato” iPhone per uno Xiaomi in ambito fotografico probabilmente mi sarei messo a ridere ed invece con questo Xiaomi 13 Pro in collaborazione con Leica si è fatto un vero miracolo, sfruttando anche la concorrenza di Apple e Samsung che essendo già al top hanno innovato poco in questa generazione adagiandosi sugli allori. Non c’è bisogno di ricordarvi tutti i dati tecnici che abbiamo già sviscerato in fase di recensione ma in questa riprova voglio parlarvi di utilizzo concreto e del perché quando esco di casa ormai nelle tasche finisce quasi sempre lui anziché l’iPhone 14 Pro (che continuo ad usare ma ne parleremo dopo): direi di non perdere tempo ed iniziare subito!
INDICE
IL CAMERAPHONE
Non me ne voglia nessuno ma in una generazione dove iPhone ha fatto il mero compitino di rinnovare soltanto la fotocamera principale con il pixel binning, dopo ben cinque anni che siamo abituati a vederlo su Android, era lecito aspettarsi che chiunque altro produttore avesse osato un minimo di più si sarebbe preso tutta la scena. Xiaomi, ad esempio, tra una rinnovata e migliorata collaborazione con Leica, dei nuovi sensori assurdi come quello da un pollice per la fotocamera principale e tecnologie innovative come le le lenti “flottanti” del tele-macro stabilizzato.
Ed è proprio questo teleobiettivo quello che fa la grande differenza perché ci troviamo davanti al primo smartphone che porta una fotocamera secondaria ad un livello così alto da poter essere usata tranquillamente come principale ed offrendoci quindi due lunghezze focali al top (per non parlare di Xiaomi 13 ultra che ce ne offre tre) andando perfettamente a rimpiazzarmi la mirrorless, che se già prima con iPhone era quasi sempre a casa ormai non ci penso neanche più a portarmela dietro con i suoi 4-5kg ed ingombri vari.
Sarà anche che mi sono trovato sempre male a scattare in grandangolo, reputando i 24-35mm una lunghezza focale molto poco caratteristica, ma avere la possibilità di scattare in 75mm perennemente senza la paura che il sensore e le lenti non reggano lo scenario come avviene su iPhone, dove di fatto se di notte andiamo in 3X spesso stiamo effettuando soltanto uno zoom digitale, è come si dice in gergo “game changing”. Per carità, negli scenari più critici notturni il rumore è evidente, direi importante, ma la foto risulta “vera”, reale, per nulla artificiale ed è una cosa che amo perché finalmente con questo telefono vedo un piccolo tramonto della fotografia computazionale ed un ritorno a quella fotografia ottenuta da sensore + lenti con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti.
Esclusa l’ultima foto inserita volutamente per ilarità (comunque con una dell’aurora boreale ci son cascati in molti ma ci torneremo dopo), apprezzo che anche in scenari così complicati l’esposizione sia gestita sempre perfettamente ed in post io riesca a recuperare tantissime ombre che ok, lasciano uscire molto rumore digitale, ma ci sta! Stiamo usando uno smartphone e siamo così tanto abituati a delle foto perfette senza rumore che tornare a vedere delle foto “reali” fa quasi piacere. Nella prima potete notare quanto si riesca a sfocare un soggetto con il tele usandolo come quinta, nella seconda la gestione dell’esposizione e nella terza uno scatto con cinque secondi di esposizione per catturare qualche stella seppur c’era un pochino di inquinamento luminoso.
E tornando un secondo sulle foto fake/AI, ecco qui tre esempi che hanno completamente mandato in tilt il mio instagram/telegram. Sono stato bombardato letteralmente di messaggi per chiedere se fossero reali o fake (soprattutto quella dell’aurora), cosa che oltre a strapparmi una bella risata mi ha fatto pensare a quanto siamo sempre più abituati a scenari e foto perfette e quindi esempi come questi non sono poi così irreali. Plauso comunque a Xiaomi che lato software ha fatto un lavorone, non solo viene modificato il cielo ma anche tutto lo scenario con ombre e luci sulla pelle ad hoc, soprattutto quella al tramonto fa paura!
LO SFOCATO “VERO”..
Concludendo il discorso sul teleobiettivo vi ricordo che parliamo di un sensore Samsung JN1 di dimensioni 1/2.76″ da 50mp, inferiore all’IMX858 da 1/2.5″ dell’Ultra ma che grazie al suo meccanismo di “lenti flottanti” permette di avere molta più versatilità e creare scenari dove il bokeh naturale, lo sfocato, è decisamente più appagante all’occhio. Amanti del food, dei dettagli e dei fiori? Con un teleobiettivo di questo tipo potrete divertirvi all’infinito grazie anche all’OIS integrato che permette di ottenere foto dettagliate e luminose anche in scenari notturni come quello della seconda foto sottostante!
..ED I “RITRATTI” NON MANCANO!
Già perché come anticipato in apertura mi sono divertito tantissimo a comporre ed immortalare ritratti con questo smartphone grazie alla separazione più netta del soggetto dallo sfondo e dall’autofocus PDAF a contrasto di fase che non sbaglia mai un colpo (c’è il focus manuale con il focus peaking ma non rientra nel mio uso da smartphone). L’unica cosa che migliorerei è la gestione dei toni della pelle, l’incarnato, un problema da nulla per me che scatto in RAW e vado a modificare come voglio tonalità di bianco e tinta verde/rossastra ma in jpeg può diventare una noia in alcune situazioni dato che non sempre il telefono ci prende e quindi integrare un sensore per captare meglio queste informazioni potrebbe essere la carta vincente
BENE ANCHE I PAESAGGI
Non è scontato poter scattare paesaggistica di livello con una fotocamera secondaria eppure sono convinto che troverete tantissime foto-carrellata che vi lascio qui sotto di vostro gradimento. L’effetto vignettatura è una mia aggiunta, soprattutto in fase di stampa mi piace su una focale così spinta avere quell’effetto ai bordi come anche un pizzico di grana aggiunta negli scenari diurni, ma per il resto parliamo di un edit molto naturale focalizzato sul migliorare i colori e le ombre delle foto andando a scattare sempre in sottoesposizione
IL SENSORE DA UN POLLICE
Ok concluso l’hype per il teleobiettivo torniamo un attimo sulla vera protagonista, almeno per i molti, ovvero la fotocamera principale con il sensore da un pollice. Come dicevo in precedenza non sono un amante di questa lunghezza focale ma è innegabile che la qualità raggiunta sia così alta che in più di una occasione ho usato semplicemente lo smartphone come videocamera per YouTube come accaduto per la recensione del Redmi Note 12 5G.
Grazie all’enorme sensore, l’ottima stabilizzazione ottica sia in foto che in video e all’apertura focale f/1.9 siamo in grado tranquillamente di sostituire una fotocamera compatta point-and-shoot e non mentirei dicendovi che spesso qui otteniamo risultati anche migliori di una RX100 di ultima gen che ok, ha delle lenti migliori, più grandi e dedicate ma parte da f/2.8 che assieme ad una fotografia computazionale blanda fa sì che in notturna i risultati siano al limite dell’accettabile. Affermo ciò soprattutto dopo la recente prova della ZV-1 II che con un hardware molto simile alla compatta professionale Sony di punta spesso arrancava anche rispetto a medio gamma come potevano essere Redmi Note 12 Pro+ e Realme 11 Pro+.
PUNTO DEBOLE: I SELFIE
Ora non so quanti di voi usino assiduamente lo smartphone per i selfie ma io, esclusa la creazione del parlato per qualche reel, tendo completamente ad ignorare la selfiecam ed averne quindi una senza autofocus con qualità più bassa rispetto a quella di Galaxy S23 o iPhone 14 Pro non mi infastidisce più di tanto. Se non fosse per BeReal ed i Reel probabilmente potrei anche disattivarla e non ci farei caso, ma in questi mesi è capitato di fare 2-3 selfie e comunque non sono poi così terribili! La differenza sta tutta nei video dove qui ci fermiamo al 1080p scarsino mentre un iPhone/Samsung si spingono al 4K con modalità cinema elaboratissime e che ti lasciano sempre con quell’effetto WOW (l’ultimo video di IFA lo abbiamo girato completamente in modalità cinema).
PUNTO FORTE: I VIDEO
A contrapporre i selfie ci sono i video registrati dalle tre fotocamere principali perché sono di altissimo livello. In realtà la ultrawide la utilizzo meno dei selfie, preferisco fare due passi indietro e scattare con una qualità più alta dalla principale, ma comunque quando registriamo video in 4k/30fps (possiamo arrivare al 4K/60 con tutti e tre i sensori e 8K/30fps con la principale) ci accorgiamo che anche qui si è fatto un salto avanti incredibile e siamo quasi allineati alla concorrenza. In questa estate mi è capitato più volte di portare lo smartphone per concerti e dopo i primi ho sempre preferito questo Xiaomi ad iPhone 14 Pro (rimpiango i microfoni del precedente 13 Pro, erano molto meglio!!). Vi lascio qui sotto un estratto audio di un video concerto allo stadio olimpico con circa 47mila persone attorno.
SOFTWARE ED AGGIORNAMENTI
Accantonato al lunghissimo argomento fotocamere direi di concentrarci sull’aspetto più importante di uno smartphone sul medio-lungo tempo ovvero il software e la questione aggiornamenti. In realtà la questione merita essere affrontata dall’inizio poiché a memoria questo è il primo anno dove dei top di gamma Xiaomi sono perfettamente usabili, bilanciati e sono esenti da bug sin dal day one di acquisto. Dopo infatti una patch pre-vendita di circa 5GB sono arrivati quattro aggiornamenti, una cadenza più che accettabile con praticamente patch di circa 100-600mb ed un rilascio di quattro update in sei mesi.
Arrivare ad avere una cadenza stabile è già un traguardo direi, considerati i tanti modelli in vendita ma il passo successivo sarà passare ad una cadenza mensile fissa, almeno per prodotti come questo Xiaomi 13 Pro e 13 Ultra che escono a prezzi importanti sul mercato ed è giusto che l’utente finale si senta anche un minimo coccolato dall’azienda con un supporto mensile. Vi ricordo che questo Xiaomi 13 Pro verrà aggiornato per 3 Major Update e 5 Anni di patch di sicurezza mentre i prossimi 13T e 13T pro a quanto pare avranno un supporto migliore con addirittura un major in più garantito, andando di fatto ad eguagliare Samsung e OnePlus.
E LA MIUI HA FATTO PASSI IN AVANTI?
Beh no, purtroppo ci si aspettava molto di più con i tanto chiacchierati widget disponibili per le versioni cinesi e tanto altro mentre rimane tutto in stallo, probabilmente fino alla MIUI 15. Capiamoci, come detto poco sopra tutto gira senza bug ed è una cosa rara per uno Xiaomi, per chi è abituato a quelli del passato, ma a distanza di mesi mi rendo conto che servirebbe un po’ di brio in più lato estetico ed una rinnovata gestione della tendina notifiche/toggle con magari una integrazione unica e ben fatta (magari anche un pizzico più minimale ma è un gusto personale qui). Avevo il terrore che con i vari aggiornamenti il supporto all’HDR10+ e Dolby Vision su Netflix sparissero, come mi capitò con il Mi10 ovvero il mio ultimo top di gamma xiaomi comprato, ed invece tutto è rimasto al suo posto offrendoci una delle migliori esperienze in streaming multimediale.
DISPLAY E PRESTAZIONI
Il display di questo Xiaomi 13 Pro mi aveva convinto e non poco alla sua uscita, ma a distanza di tempo e dopo aver provato vari terminali con display nettamente migliori non vi nego che uno Xiaomi 13 Ultra o iPhone 14 Pro mi restituiscono quel qualcosa in più riguardo la fedeltà dei colori e brillantezza che qui ogni tanto manca. Durante i mesi assoltati estivi con viaggio in Marocco annesso ho riscontrato qualche volta un risparmio energetico che limitava la luminosità massima seppur il telefono non fosse caldo e difatti il refresh rate del display rimaneva ancora fisso a 120Hz. Ovviamente è un fenomeno diffusissimo su molti smartphone, ma grazie al sistema di dissipazione già analizzato in fase di recensione mi è capitato molto meno che con altri device. Personalmente ho sempre tenuto la risoluzione fissa in FHD+ per risparmiare dato che la differenza era minima e Xiaomi ha pensato ad una comoda funzione che in app streaming passa automaticamente al 2K quando serve! Lode anche alla gestione del refresh rate dinamico che risulta essere realmente dinamico ed ottimizzato anche in molte app terze.
Per quanto riguarda le prestazioni invece come è lecito aspettarsi sono identiche al rilascio ovvero il massimo che possiate aspettarvi da uno smartphone con Snapdragon 8 Gen 2, 12GB di RAM LPDDR5X e 256GB(512 nel mio caso) di storage UFS 4.0. Ecco probabilmente avrei gradito trovare in commercio soltanto la versione 512 considerando il quantitativo di foto e video che si vanno ad accumulare su un terminale come questo e nel giro di qualche mese mi sono trovato con più di 3000 foto e 500 video con la memoria satura al 40%. Non ho videogiocato molto con lo Xiaomi 13 Pro se non per una ventina di ore ad Honkai Star Rail e seppur il SOC a disposizione sia potentissimo, fa strano vedere come giochi così importanti girino peggio su un Android che su un iPhone anche di due generazioni fa ma tant’è, l’esperienza rimane godibilissima e con un frame rate super stabile.
Da non sottovalutare infine il feedback aptico della vibrazione, probabilmente uno dei migliori se non il migliore che io abbia provato questa generazione.
LA RICARICA A 120W CAMBIA TUTTO
E concludiamo questa ri-prova parlando della feature che forse più di tutte parte sotto traccia ma una volta che ti abitui ti rende difficile tornare indietro a ricariche “rapide” da 20/30W, ovvero la ricarica HyperCharge a 120W via cavo e 50W wireless. Che sia in viaggio o per lavoro come la scorsa settimana ad IFA è innegabile che avere la libertà mentale di usare il telefono fino all’1% con la consapevolezza che in 18 minuti sei al 100% ti cambia completamente la vita, soprattutto se si è soggetti perennemente ansiosi come il sottoscritto.
Nel momento in cui scrivo questo video sto preparando un video sulla OneUI 6 su Galaxy S23 e per caricare completamente quest’ultimo il telefono mi notifica che dovrò aspettare 1h e 20min ed è assurda la discrepanza tra i due modelli se pensiamo che sono della stessa generazione. E non parliamo di deterioramento rapido con la carica rapida poiché il mio iPhone 14 Pro personale usato come smartphone secondario e abbandonato completamente per mesi interi si ritrova con il 95% di capacità ricaricandolo sempre con la 5W. Per evitare infatti il deterioramento rapido si sfrutta la ricarica di due batterie divise all’interno dello smartphone in modo da erogare due cariche a 60W/60W che rappresentano lo standard medio per la carica rapida attuale da smartphone e non fanno scaldare il dispositivo (cosa che danneggia effettivamente più di tutti la batteria).
CONCLUSIONI
A conclusione di questi circa sette mesi passati in compagnia di Xiaomi 13 Pro non posso che confermare il grande lavoro fatto da Xiaomi lato hardware, dove non solo ci si è messi a pari della concorrenza ma si è anche provato a fare un ulteriore step avanti come dimostra l’ambito fotografico. Mi sembra quasi bizzarro che Xiaomi non abbia tenuto il 13 Ultra come il futuro 14 Pro per la prossima generazione considerando che risulta difficile immaginare tra qualche mese un progresso ulteriore lato fotocamera e già il 13 Pro primeggiava in questo ambito. Certo non è la prima volta che Xiaomi prova ad innovare in questo ambito, vi ricorderete il Mi Note 10 con la prima fotocamera da 108mp, ma qui c’è un criterio ed una logica dietro, con un partnership con Leica che non arricchisce soltanto il brand ma effettivamente porta delle migliorie.
Non da trascurare poi il software che sia su Xiaomi 13 che Xiaomi 13 Pro si aggiorna alla pari, per il momento, e recita cinque update in sei mesi (vedremo ora che siamo entrati in settembre se ne arriverà uno ulteriore o ci sarà un blocco per impegnarsi su Android 14 stabile). Non solo update ma anche qualità degli stessi perché sin dal day one non ricordo un bug su questo Xiaomi e ancora ad oggi mi fa strano poter usare uno Xiaomi come device principale senza impazzire per bug completamente randomici, drain anomali e quanto di peggio c’è stato con le precedenti generazioni.
Insomma la strada è quella giusta ma siamo soltanto al primo giro di boa e la differenza la farà il tempo, poiché per eguagliare Samsung serve un supporto continuativo anche quando nel futuro usciranno 14 Pro/15 Pro/16 Pro e via dicendo! Cosa ne pensate di tutto ciò? Quale è la caratteristica che più di tutte vi fa scegliere un top di gamma anziché un altro? Fatecelo sapere qui sotto nei commenti, vi aspettiamo numerosi!
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(aggiornamento del 08 settembre 2023, ore 23:50)