Ritrovate le stelle perdute della Via Lattea. La forza gravitazionale della nostra galassia le aveva strappate a Omega Centauri, un ammasso globulare che si trova circa 18.000 anni luce dal Sistema Solare. La scoperta è pubblicata sulla rivista Nature Astronomy da Osservatorio di Strasburgo e Università di Stoccolma; l’Italia ha partecipato con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Le stelle perdute sono state scovate grazie a Gaia, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), di cui l’Italia fa parte con l’Inaf e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e che sta disegnando un catalogo degli abitanti della Via Lattea e che ha finora individuato circa due miliardi di stelle e più di 14.000 asteroidi.
Gli astronomi hanno setacciato le regioni circostanti all’ammasso alla ricerca di stelle perdute lungo la sua orbita. Hanno così osservato strutture simili a code, generate dall’attrazione della nostra galassia. In una di queste code, chiamata ‘Fimbulthul’, dal nome di uno dei fiumi della mitologia nordica, gli astronomi hanno contato 309 stelle.
Gi autori dello studio ritengono che “la distribuzione nello spazio delle stelle perdute suggerisce che Omega Centauri sia in realtà ciò che rimane di una galassia nana in parte disgregata dall’interazione con la Via Lattea”. In base a questa ipotesi, le stelle rinvenute grazie a Gaia farebbero quindi parte di un gruppo periferico di Omega Centauri, adesso sparpagliato nella nostra galassia.
“Il prossimo passo – ha precisato Michele Bellazzini, dell’Inaf di Bologna – sarà ricostruire con maggiore precisione la storia evolutiva della galassia nana progenitrice di Omega Centauri. Ci aspettiamo – ha concluso – di trovare molte più stelle perdute da questo oggetto celeste nell’alone della Via Lattea”.