Alla fine non era un Pesce d’aprile: ROG Ally, l’ibrido a metà tra console portatile e PC di cui si parla oramai da qualche tempo, esiste davvero e abbiamo potuto metterci le mani sopra. Si tratta, come già anticipato da diversi rumor, di un vero e proprio concorrente di Steam Deck che non manca però di mettere in campo tutta una serie di piccole e grandi novità in grado di distinguerlo e, potenzialmente, renderlo anche più interessante.
Prima di iniziare è bene fare una premessa: la versione che abbiamo testato non era quella definitiva, da cui differisce per alcuni importanti aspetti, tra cui il display che era ancora provvisorio e non corrispondeva a quello che sarà montato sulla versione finale. Inoltre non abbiamo potuto eseguire benchmark e test approfonditi, quindi quello che segue è più che altro un insieme di prime impressioni.
Nondimeno ROG Ally è sembrato già al momento del nostro primo contatto un prodotto ben fatto: certo risponde alle esigenze di un pubblico preciso e molto appassionato, ma è stata pensata in modo tale da mettere l’utente nella condizione di poter giocare al più ampio catalogo di titoli possibile, con il maggior grado di personalizzazione dell’esperienza.
PRIMO IMPATTO
Trattandosi di un piccolo all-in-one che unisce controller, display da 7”, speaker e ovviamente tutta la componentistica interna, ROG Ally non sarebbe potuta essere troppo compatta e in effetti le dimensioni sono piuttosto generose. Nonostante questo, il peso complessivo di 608 grammi la rende maneggevole: è più leggera di Steam Deck di una sessantina di grammi e il peso è ben bilanciato, quindi si tiene in mano senza troppa fatica.
Un plauso in questo senso va fatto in generale per l’ergonomia: il design un po’ tagliato all’altezza dei palmi della mano permette, anche a chi come me non ha una presa molto ampia, di impugnarla senza problemi e raggiungere tanto gli analogici quanto i tasti con una certa facilità. Il layout è quello che abbiamo imparato a conoscere sui controller Xbox a cui si ispira (ma ricalca quello di un qualsiasi pad moderno) a cui si aggiungono un paio di alette posteriori per dare ulteriori opzioni di controllo programmabili a piacere.
Buone anche le sensazioni offerte dalle plastiche utilizzate che sono di qualità, non flettono e regalano un buon feeling al tatto sia nelle parti lisce che in quelle ruvide, dove c’è necessità di maggior grip. Molto piacevole la pressione dei pulsanti frontali che hanno un design piatto piuttosto comodo, mentre il click dei dorsali e la corsa dei grilletti è quella che ci possiamo aspettare da un qualsiasi controller.
ROG dichiara che pulsanti e croce direzionale sono stati testati per 10.000.000 di pressioni mentre gli analogici per 2.000.000 di rotazioni: io non ho avuto, ovviamente, modo di testare la resistenza al passare del tempo delle varie componenti, quindi occorrerà aspettare test più approfonditi.
TUTTO PER GIOCARE
La premessa iniziale, ovvero quella che la versione testata era ancora non definitiva, vale soprattutto per il display: quello montato nel prototipo non era lo stesso che verrà incluso nella versione messa in commercio, quindi non ha nemmeno senso parlarne.
Nella presentazione che ci è stata fatta prima del test, però, Asus ci ha spiegato che tipo di pannello verrà inserito nei dispositivi finali: un 7 pollici 16:9 touchscreen con risoluzione di 1080p, 120Hz di refresh rate, contrasto di 1000:1, 100% sRGB color gamut e tempi di risposta di 7ms. Non si tratterà di un OLED, ma dato che parliamo di una console portatile l’elemento più interessante da verificare sarà la resa all’aperto, una situazione in cui gli acquirenti potrebbero volersi trovare piuttosto spesso: la luminosità massima di 500nits verrà affiancata dal trattamento Corning DXC utile a ridurre i riflessi. L’audio viene invece fornito dai due speaker con supporto Dolby Atmos posti frontalmente, sotto la croce direzionale e l’analogico destro, una posizione ottima per permettere di sperimentare il miglior suono possibile a chi gioca.
La APU utilizzata per ROG Ally è invece un sistema customizzato che AMD ha realizzato per Asus e che risponde al nome di Ryzen Z1 Series, già apparsa in alcuni leak. Quello che sappiamo è che l’architettura è Zen 4 mentre per la grafica si fa affidamento a RDNA 3: le configurazioni saranno due, Z1 e Z1 Extreme, con la prima dotata di 6 core e 12 threads mentre la seconda 8 core e 16 threads, mentre in termini grafici una offrirà 8 TFLOPS e l’altra 9 TFLOPS. Entrambe avranno 16GB di LPDDR5. Al lancio, solo il modello con Z1 Extreme dovrebbe essere disponibile.
Come su ROG Phone, il processore e le altre componenti che scaldano sono state poste al centro di Ally per non dare fastidio alle mani mentre per il sistema di raffreddamento vengono utilizzate due ventole in una configurazione simile a quella vista su ROG Flow Z13. Il sistema di raffreddamento è stato specificamente studiato per far sì che funzioni al meglio anche quando incliniamo la console e per essere particolarmente silenzioso (massimo 20dB).
La dotazione mi è sembrata completa con uscita HDMI per poterla connettere a TV o monitor esterni, slot UHS-II per la Micro SD e un SSD PCI Express 4.0 da 512GB. È chiaro però che, per quanto Asus si sia impegnata a inserire quanta più potenza possibile all’interno di questo tutto sommato piccolo sistema, gli spazi non permettono una dotazione simile a quella ad esempio di un portatile da gioco: molto probabilmente gli utenti vorranno affidarsi all’hardware interno per alcuni giochi, quelli meno esosi in termini di risorse di sistema, e al cloud per esperienze che altrimenti farebbero un po’ più fatica. Per fortuna su ROG Ally è installato Windows 11, che facilità molto entrambe le possibilità.
IL SOFTWARE FA LA DIFFERENZA
Se giudicare l’hardware è per il momento un compito complesso, che rimandiamo alla prova più approfondita che avremo modo di effettuare in futuro, sul software è possibile sbilanciarsi già un po’ di più.
Come anticipato il sistema operativo è Windows 11 e questo comporta la possibilità di poter sfruttare, come su qualsiasi PC, tutto lo sterminato parco di software disponibili. Quindi anche di installare l’app Xbox e accedere all’offerta in cloud di Game Pass (con l’acquisto di ROG Ally verranno forniti tre mesi di abbonamento). Non si tratta di un dettaglio da poco perché, anche mettendo da parte le considerazioni su quanto la proposta del Game Pass sia conveniente, offre garanzie sulla longevità del sistema.
Abbiamo giocato Doom Eternal installato sull’SSD di Ally e poi Forza Horizon 5 in cloud, in entrambi i casi uscendone soddisfatti. Il primo girava fluido a 1080p con un buon dettaglio grafico, mentre il secondo esattamente come avrebbe fatto attraverso un qualsiasi portatile.
È stata inoltre sviluppata una versione customizzata di Armoury Crate, la suite software di Asus che qui assolve grossomodo due compiti. Da una parte raccoglie in una sola libreria tutti i nostri giochi presenti nei vari servizi (Steam, Epic Games e così via), dall’altra dà accesso a tutta una serie di personalizzazioni molto utili.
Dalla sensibilità degli analogici a quella dei grilletti, passando per l’intensità della vibrazione: ogni aspetto dell’esperienza di gioco di ROG Ally può essere ottimizzata in base alle proprie esigenze. Con pochissimi click, anche mentre si gioca, si possono modificare il frame rate, i profili di gioco, la risoluzione, le impostazioni di eventuali accessori connessi come mouse e tastiera oltre a diverse altre impostazioni.
A chi non gioca potrebbero sembrare elementi di secondo piano ma, similmente a quanto detto quando si parla del ROG Phone, sono dettagli che un super appassionato, come probabilmente sono gli utenti a cui si rivolge ROG Ally, troveranno molto utili queste aggiunte.
QUALCHE CONSIDERAZIONE
Dopo tanti rumor, il primo impatto con ROG Ally non ha deluso. Asus sembra aver fatto tutto quanto necessario per mettere sul mercato un prodotto che resta molto particolare, ma ha quello che serve per far divertire i giocatori in cerca di un PC da gaming con il form factor da console portatile.
Certo restano diverse incognite, ad esempio quelle relative alle performance dell’APU customizzata che AMD ha realizzato per Ally, ma al netto di alcuni compromessi che saranno inevitabili, è difficile che quello stesso pubblico che ha guardato con curiosità all’annuncio e poi al rilascio di Steam Deck, non voglia prendere in considerazione anche questo nuovo dispositivo. Che pure sembra avere dalla sua alcuni aspetti particolarmente allettanti, come Windows 11 e l’integrazione con Armoury Crate.
Non abbiamo ancora indicazioni precise per quanto riguarda il prezzo, ci è stato solo confermato che sarà sotto la soglia dei 1.000 euro e che verrà lanciato a maggio. Un dettaglio, quello della cifra da sborsare per portarselo a casa, che sarà importante per poter dare un giudizio finale su una nuova categoria di prodotto all’interno dell’offerta ROG, di cui certamente si parlerà parecchio nei mesi a venire.
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