Ormai è chiaro: il 2024 sarà l’anno dell’intelligenza artificiale all’interno dei nostri smartphone. Dopo i Google Pixel, che potremmo definire come i primi in assoluto ad integrarla su più livelli, anche le altre aziende come Samsung si sono adeguate. L’IA Generativa per modificare le foto, lo sbobinamento e riepilogo di note vocali, la traduzione in tempo reale e la ri-formattazione del testo sono soltanto alcune delle nuove funzioni a disposizione dei Pixel 8 e Galaxy S24.
Non vi nego che, personalmente, reputo queste funzioni un po’ uno specchio per le allodole dal momento che difficilmente stravolgono l’esperienza del quotidiano e, come visto nella recensione di Galaxy S24 Ultra, spesso mostrano ancora diversi problemi. Non vorrei che le aziende sfruttassero questa novità come marketing per innovare poco sul fronte dell’hardware e concentrare tutto sull’IA che a conti fatti, funzionando anche sul cloud, potrebbe benissimo venire integrata anche sulla precedente generazione di smartphone.
Fatta questa premessa oggi andiamo a confrontare l’IA di Google Pixel 8 Pro con quella di Samsung Galaxy S24 Plus. Abbiamo scelto il Plus e non l’Ultra poiché ha un processore di poco superiore al Pixel ma sempre sviluppato da Samsung, così da confrontare anche la velocità e le temperature raggiunte in tutte queste operazioni. L’obiettivo è quello di capire quale IA è più rapida, meno frustrante da utilizzare e precisa. Tralasceremo alcune funzioni come la chiamata con interlocutore di Samsung o lo Swap Face di Google, essendo funzioni che non hanno margini di errore e confronto.
Poiché è stato rilasciato Gemini ed ha già iniziato a parlare italiano, lo citeremo in qualche esempio di AI. Con il “nuovo Google Assistant” infatti possiamo replicare alcune funzioni AI native dei due smartphone ma in modo molto più accurato e semplice. Il vantaggio di una app come Gemini è la possibilità di essere usata su ogni smartphone, abbattendo quindi “il muro” delle funzioni AI esclusive e/o proprietarie.
L’IA APPLICATA ALLE FOTO
Iniziamo dal comparto fotografico ed editing foto, poiché è quello che a conti fatti ho utilizzato di più in questi primi mesi di utilizzo del Google Pixel 8. Più volte mi è capitato di dover modificare qualche foto tra cambi di sfondo o spostamenti di soggetto e la possibilità di fare tutto in qualche tap dalla galleria è tanta roba. La prima differenza tra Pixel e Galaxy la notiamo nel fatto che Pixel 8 ci richiede obbligatoriamente di fare un backup prima di utilizzare il Magic Editor con IA Generativa.
Entrambi gli smartphone in realtà ci permettono di effettuare alcune modifiche base anche senza Magic Editor. Pixel ad esempio se apriamo un ritratto probabilmente ci consiglierà di ottimizzare lo sfocato in automatico o di rimuovere per noi alcuni soggetti indesiderati dallo sfondo. Samsung ha una funzione simile, facendo uno swipe verso l’altro, ma può solo rimasterizzare l’immagine o intensificare lo sfocato.
Passando però al nostro Magic Editor posso dirvi che su Pixel è molto più semplice cerchiare il soggetto che vogliamo cancellare o spostare. Su Samsung mi è capitato spesso di dover cerchiare più volte e se il nostro soggetto è vicino ai bordi spesso catturerà la gesture per tornare indietro laterale creando non poca frustrazione. Su Pixel una volta cerchiato ciò che vogliamo cancellare basterà cliccare il tastone “cancella” mentre su Samsung dobbiamo tenere premuto il soggetto, difficile se molto piccolo, e poi cliccare la piccola icona della gomma.
Ma la vera differenza che fa vincere il Pixel non è tanto nel risultato finale, che spesso è sovrapponibile, ma nella possibilità di errore. Mi spiego. Il Pixel 8 ci propone dai 3 ai 5 risultati, con la possibilità di poterne richiedere altri all’infinito. Samsung invece ci propone soltanto un risultato e nel caso non ci piacesse dobbiamo tornare indietro e re-iniziare tutto da zero.
Se uniamo ciò al fatto che Samsung spesso non cancella quanto cerchiato ma lo rimpiazza soltanto con altri oggetti casuali ecco che troviamo il perfetto connubio per abbandonare la feature dopo qualche tentativo e preferire a mani basse la soluzione di google, al netto del fastidioso backup iniziale. Sono dell’idea che queste funzioni devono essere in primis smart e molto rapide e stare lì a cerchiare 20 volte lo stesso soggetto per riuscire a rimuoverlo, non lo trovo molto “IA”. Certo che se prendiamo una persona isolata in un prato verde sarà facilissimo rimpiazzarla e spostarla ma appena la scena diventa un minimo più elaborata il Google Pixel vince a mani basse contro il Samsung.
FORMATTAZIONE DEL TESTO: TASTIERA O APP?
Come secondo paragone di sfida vorrei affrontare con voi un grandissimo dilemma: è meglio una IA integrata o una “aperta”? Mi spiego meglio. Su Samsung vediamo l’IA per formattare il testo all’interno della tastiera proprietaria mentre Google sta tralasciando l’IA su GBoard, la tastiera proprietaria di Google, per integrare le varie funzioni smart in primis nelle sue app. In prima battuta questa sembra una vittoria schiacciante per Samsung, poiché la sua tastiera è usabile in tutte le applicazioni presenti nel nostro telefono, ma la strada intrapresa da Google farà si che la sua IA potrà essere usata su tutti gli smartphone Android dal momento che le app di Google non sono limitate ai Pixel.
Google Messaggi è un esempio lampante poiché la versione che troviamo su Galaxy S24 è addirittura più aggiornata della Beta disponibile sui Google Pixel (i cari e vecchi paradossi di Google). Proprio questa app di messaggistica ci dà un saggio delle potenzialità della formattazione del testo con IA di Google: basta anche soltanto mettere una emoji, cliccare il tasto della bacchetta magica ed avremo a disposizione una centinaia di risposte create sul momento in base a quella sola e singola emoji.
Samsung dalla sua non permette formattazioni con testi troppo brevi né troppo lunghi. Se recuperiamo infatti la descrizione del video youtube di OnePlus 12, che abbiamo preso come esempio in questo test, noterete come la tastiera di Samsung non riesce a formattarlo mentre Google Messaggi sì. Non solo perché la qualità della formattazione è su due livelli quasi incomparabili: Google Messaggi ha rielaborato completamente il messaggio, creando una spaziatura ideale e aggiungendo le giuste emoji. La tastiera di Samsung ha giusto aggiunto 3 emoji all’inizio e tre hashtag alla fine, lasciando un blocco di testo senza spazi e poco “accattivante”.
Certo mi direte voi che Google Messaggi è pressoché inutile, considerando quanto poco viene utilizzato almeno in Italia e vi do ragione, però ci dà un saggio di quanto l’IA di Google sia infinitamente più smart di quella integrata nella tastiera di Samsung. Non solo è più smart ma è anche graficamente migliore poiché dove su Samsung visualizziamo un esempio di testo alla volta su Google Messaggi possiamo vedere 3-4 esempi. Google ha promesso l’integrazione di questa formattazione anche su WhatsApp, Line e altre app di messaggistica nel breve ma al momento né in Italiano né in Inglese funziona. Speriamo a breve venga integrato tutto direttamente nella GBoard, così da sfruttarla ovunque.
Fun Fact finale: per far funzionare la formattazione del testo di Google su Google Pixel ho dovuto impostare il telefono in inglese mentre sul Galaxy funziona in italiano.
NOTE VOCALI, SBOBINAMENTO E TRADUZIONI
Se al momento il Samsung sta uscendo da questo “confronto” con le ossa rotte, occhio perché potrebbe avere ancora qualche asso nella manica. Il grande vantaggio del Samsung è infatti aver tutto integrato perfettamente nella OneUI e se per esempio parliamo di traduzione in tempo reale è innegabile non preferire il Galaxy al Pixel. Abbiamo visto ad esempio di come su Galaxy S24 in app come whatsapp si vada a creare una grafica aggiuntiva dove si colloca la traduzione, dove invece su Pixel il testo della lingua tradotta viene semplicemente sostituito. L’unico campo dove la traduzione in tempo reale risulta identica è ad esempio nella visualizzazione di siti web.
Proprio tirando in ballo i siti web ed il browser possiamo notare come Samsung abbia un secondo asso alla sua mano: il riepilogo integrato nel browser. Basterà infatti aprire Samsung Browser, cliccare il tasto AI centrale e con un tap potremo avere un riepilogo ridotto o esteso di ogni pagina web che desideriamo. Non solo perché con un tap possiamo tradurre il riepilogo in qualunque lingua desideriamo. Chrome al momento non integra nulla di ciò e l’unico modo di sopperire a questo è tramite la nuova app “Gemini” della quale parleremo tra poco.
Nella recensione di Galaxy S24 Ultra abbiamo ampiamente parlato dell’app di registrazione delle note vocali e del suo sbobinamento con intelligenza artificiale. Purtroppo a distanza di settimane vi confermo di quanto continui ad essere imprecisa e sbagliare termini tecnici e/o inglesismi. Google a differenza di Samsung invece riesce perfettamente a capire parole di questo tipo seppur stia trascrivendo principalmente in italiano. Non solo perché Google ha la trascrizione in tempo reale dove Samsung può effettuarla soltanto dopo aver salvato la nostra registrazione.
Certo, Samsung ha delle chicche in più come le parole chiave ed il riepilogo, mentre su Google non abbiamo nulla. Ad onor del vero il riepilogo c’è su Google Pixel ma soltanto se impostate il vostro telefono in inglese e registrate note vocali in inglese. In questo caso il Pixel riuscirà anche a capire l’argomento della discussione e ad inserirlo automaticamente nel titolo della nota vocale. Insomma Pixel è più intelligente ma Samsung ha più funzioni, servirebbe un ibrido dei due servizi (leggasi Gemini)
GEMINI CAMBIA TUTTO?
Eh già, Gemini cambia proprio tutto poiché tante funzioni che vi ho narrato sono facilmente replicabili in questa nuova applicazione disponibile su tutti gli smartphone (anche iPhone). Anche soltanto con la versione gratuita, poiché vi ricordo ci sarà anche una versione Advanced a pagamento “più intelligente”, potremo ad esempio avere dei riepiloghi e riassunti molto più intelligenti, tradurre qualunque cosa vogliamo in modo più accurato, formattare testi e in futuro anche modificare foto in base a comandi dati da noi. Una delle cose che ad esempio trovo più frustranti dei Magic Editor è proprio l’impossibilità di chiedere con quale sfondo/soggetto rimpiazzare le porzioni di foto che cancelliamo, creando risultati casuali e spesso indesiderati.
In vari test che abbiamo fatto questi giorni possiamo affermare a mani basse che una Gemini che parla italiano da qualche giorno (ed è poco integrata ed ottimizzata per l’Italia) già svolge 4-5 volte meglio alcune funzioni come i riassunti e riepiloghi. Abbiamo registrato un programma radiofonico e Samsung ha completamente sbagliato tutti i capitoli fondamentali del proprio riepilogo. Si parlava di calcio con una squadra in crisi e l’allenatore in procinto di essere cacciato e questi argomenti non sono mai usciti fuori nei capitoletti di Galaxy S24 (su Pixel proprio non c’era il riepilogo). Gemini, soltanto leggendo il testo trascritto, è riuscita a capire che fosse una registrazione radiofonica e a mettere gli argomenti di trend ben evidenziati ad inizio riassunto.
PERDE IL PIXEL MA VINCE SEMPRE GOOGLE
Il super vantaggio di Gemini è, come per Google Messaggi, la possibilità di essere usata ovunque. Che sia uno Xiaomi o un Samsung o un Pixel avrete comunque la stessa esperienza. Certo Google dovrà comunque puntare a dare qualche esclusiva ai propri Pixel ma non sarà mai un qualcosa di così lampante. Abbiamo ad esempio provato il Video Boost, feature arrivata finalmente a fine anno, ed abbiamo potuto riscontrare di quanto sia poco immediata. Registrare un video, caricarlo sul cloud, attendere 3-4 ore per 17 secondi di clip, ri-scaricarla e poi condividerla sui social è sicuramente qualcosa che nessuno di noi apprezzerebbe. Al momento questo è Video Boost, una feature tanto simpatica sulla carta quanto poco utile fin quando utilizzerà il cloud con questa lentezza.
Magari poi abbiamo beccato noi una giornata storta del cloud ma su Reddit è pieno di testimonianze simili con solo qualche sporadico caso di video già “boostato” in 30 minuti. Non solo perché basteranno un paio di Video Boost per saturare il vostro Google Drive e spendere parecchi euro per espandere l’abbonamento, prezzo che in singolo è più che accettabile ma affiancato alle decine e decine di abbonamenti che abbiamo già attivi potrebbero essere di troppo.
Insomma se parliamo di “Intelligenza” Artificiale la parola d’ordine a nostro parere deve essere una: immediatezza. Samsung in questo sta decisamente avanti grazie ad una IA integrata divinamente all’interno della OneUI ma purtroppo perde molto di senso essendo, almeno ad ora, poco intelligente. La vincitrice è quindi Google che grazie all’IA integrata in app come Google Messaggi, ora in Gemini ed in futuro Gboard, Gmail e via dicendo permetterà a chiunque di avere una esperienza gradevole ed immediata. Tra tutte le feature “proprietarie” di Pixel 8 e S24 al momento reputo godibili e che fanno fare un salto qualitativo all’esperienza d’uso soltanto il Magic Editor di Pixel, al netto però che abbiate spazio libero su Google Drive.
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(aggiornamento del 19 febbraio 2024, ore 01:55)