La Terra ha due nuove sorelle. Sono due pianeti potenzialmente abitabili non lontani dal Sistema Solare, a poco più di 12 anni luce, nella costellazione dell’Ariete, in orbita attorno alla stella Teegarden. Se i pianeti ospitassero forme di vita evolute, i loro abitanti potrebbero vedere la Terra transitare sul disco del Sole.
La scoperta è illustrata nello studio del consorzio Carmenes, pubblicato sulla rivista Astronomy & Atrophysics e coordinato dall’Università tedesca di Gottinga. Tra gli autori della ricerca c’è anche il cacciatore di pianeti italiano, Luigi Mancini, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). “Lo scopo del progetto Carmenes è trovare pianeti di tipo terrestre abitabili intorno a piccole stelle vicine al Sole”, ha spiegato all’ANSA Mancini.
Le due sorelle della Terra, battezzate Teegarden b e c, orbitano intorno alla propria stella madre in 4,9 e 11,4 giorni. Scoperta nel 2003, la stella Teegarden è una nana rossa, il tipo di stella più diffuso nella Via Lattea. È 10 volte più piccola del Sole, 1.500 volte meno luminosa e con una temperatura circa la metà della nostra stella. “I due pianeti – ha chiarito Mancini – sono stati trovati, dopo tre anni di osservazioni, con la cosiddetta tecnica Doppler, studiando cioè la variazione della velocità radiale della stella, quella in direzione dell’osservatore.
Come la variazione del suono di un’ambulanza che si avvicina o si allontana da noi. La presenza di questi pianeti – ha precisato l’esperto – provoca, infatti, un debole moto di allontanamento e avvicinamento della stella rispetto a noi”.
I due mondi, con massa simile alla Terra, hanno subito attirato l’attenzione dei ricercatori. “Sono tra i pianeti più simili alla Terra mai scoperti finora”, ha chiarito Mancini. Uno dei due, Teegarden b, ha ad esempio il più alto indice di somiglianza con la Terra tra i poco più di 4.000 mondi esterni al Sistema Solare individuati finora dagli studiosi.
“Entrambi i pianeti – ha precisato Mancini – si trovano infatti, come la Terra, nella cosiddetta fascia di abitabilità, la regione di spazio a una distanza dalla stella madre tale da avere la temperatura giusta per la presenza di acqua allo stato liquido. L’obiettivo futuro – ha aggiunto – è osservare direttamente questi due pianeti con telescopi di prossima generazione, come l’E-ELT (European-Extremely Large Telescope) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), e il TMT (Thirty Meter Telescope) americano. Con questi nuovi occhi – ha concluso – potremo, ad esempio, capire se hanno un’atmosfera, in cui poi cercare eventuali segni di presenza di molecole legate alla vita”.