Il nuovo decreto legge sulla concorrenza non porta sostanziali novità per la tutela da servizi telefonici non richiesti.
Nel nuovo decreto legge sulla concorrenza approvato dal Consiglio dei Ministri è previsto il divieto per i gestori di telefonia fissa e mobile di attivare servizi supplementari e promozioni senza il consenso dell’utente.
Va benissimo ma è abbastanza scontato che già da anni l’attivazione di servizi e promozioni costituisce un abuso, già molte volte rilevato e sanzionato dall’Agcom con multe per complessive decine di milioni di euro nei confronti di tutti i maggiori gestori di telefonia fissa e mobile (TIM, Vodafone, Wind Tre), commesso spesso da imprese di call center che lavorano per loro e da società esterne di commercializzazione dei loro servizi ma sulle quali è mancata la necessaria vigilanza e supervisione e spesso è dovuta intervenire anche l’Authority di garanzia per la privacy per l’abuso di dati personali dei clienti in queste pratiche scorrette.
Il problema è che una meritoria e intensa attività sanzionatoria è avvenuta sempre a valle e dopo gli abusi di massa e i singoli clienti hanno sempre faticato a farsi disattivare i servizi e rimborsare il dovuto.
Questo dimostra che le norme esistevano già e continuano a esistere, non era forse necessario ribadirle; ma quello che manca sono soprattutto procedure semplici per là disattivazione dei servizi e i rimborsi e, probabilmente, il nuovo decreto non cambierà molto per questo.