La sonda Solar Orbiter di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa) è pronta al suo primo incontro ravvicinato con il Sole: sabato 26 marzo, alle 12,50 ora italiana, farà un passaggio a soli 48,3 milioni di chilometri, circa un terzo della distanza tra la Terra e la sua stella. Nessuna sonda in grado di fotografare il Sole è mai stata così vicina: la Parker Solar Probe della Nasa, infatti, riesce ad avvicinarsi molto di più, ma a causa delle temperature elevatissime non può portare una fotocamera.
La Solar Orbiter ci ha già regalato la fotografia più ravvicinata del Sole mai fatta, scattata il 7 marzo scorso, quando si trovava esattamente a metà strada tra la stella e la Terra (a circa 75 milioni di chilometri da entrambe). Grazie ai suoi strumenti, che osservano l’universo nella parte a più alta energia della componente ultravioletta dello spettro elettromagnetico, la sonda ha catturato 25 immagini (a causa della distanza molto ravvicinata), che sono state poi ricomposte per ottenerne una singola: la foto mostra con incredibile dettaglio la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera.
I dati raccolti in quella occasione hanno rivelato anche lo strano comportamento in termini di temperatura dell’atmosfera solare, uno dei più grandi misteri ancora irrisolti della nostra stella. Infatti, mentre sulla superficie del Sole la temperatura è di circa 5mila gradi Celsius, la corona solare raggiunge anche 1 milione di gradi: in pratica, invece di diventare più fredda man mano che aumenta la distanza, la parte esterna dell’atmosfera diventa più calda. La chiave del mistero potrebbe nascondersi in altre foto ottenute dalla sonda a giugno 2020, pochi mesi dopo il suo lancio: le immagini hanno portato alla luce la presenza di brillamenti solari in miniatura (previsti dal fisico solare recentemente scomparso Eugene Parker), che potrebbero spiegare il riscaldamento anomalo.