Sarebbe dovuta a un “danno meccanico esterno”, non meglio precisato al momento, la perdita di liquido refrigerante avvenuta due settimane fa dal radiatore della navetta Soyuz MS-22 agganciata alla Stazione spaziale internazionale (Iss): lo riferisce l’agenzia spaziale russa Roscosmos, che in una nota su Telegram annuncia di aver rinviato a gennaio la decisione su quello che sarà il destino della navetta e sulle possibili modifiche dei prossimi piani di volo per la Iss.
Una risoluzione era attesa per questa settimana, ma a quanto pare i due gruppi di lavoro che stanno indagando sull’incidente, riuniti ieri al TsNIIMash (il centro scientifico di Roscosmos dedicato ai razzi e ai veicoli spaziali), non hanno ancora raccolto tutti gli elementi necessari alla commissione per decidere il da farsi.
Secondo quanto comunicato prima di Natale dai rappresentati di Nasa e Roscosmos, l’ipotesi che inizialmente era sembrata la più probabile, quella di un detrito legato allo sciame meteorico delle Geminidi, è stata esclusa alla luce dell’analisi delle traiettorie. Se il danno fosse stato causato da un impatto, hanno poi precisato gli esperti, sarebbe comunque da imputare a un oggetto “troppo piccolo per essere tracciato”.
Al momento i tecnici stanno ancora valutando se la Soyuz MS-22 potrà rientrare sulla Terra in condizioni di sicurezza come previsto a marzo 2023 o se sarà necessario inviare un’altra navetta senza equipaggio per riportare a casa i cosmonauti Dimitri Petelin e Sergey Prokopyev con l’americano Frank Rubio. Nel secondo caso potrebbe essere utilizzata la Soyuz MS-23, originariamente destinata al trasporto in orbita di tre nuovi astronauti a marzo: la navetta si trova già nel cosmodromo di Baikonur e il suo lancio in caso di necessità potrebbe essere anticipato di due o tre settimane.