Dopo tre rinvii, si spera che questa sia la volta buona: per le 4:30 (ora italiana) del 24 maggio è previsto il lancio del razzo Falcon 9 di Space X che depositerà su un’orbita a 440 chilometri di altezza (dunque poche decine di chilometri sopra la Stazione Spaziale Internazionale) i primi 60 satelliti della costellazione Starlink. Si tratta del primo passo di quella che potrebbe essere una rivoluzione nel campo della distribuzione di Internet a livello planetario.
Non i primi, ma i più veloci. I satelliti infatti voleranno a una quota più bassa rispetto a quelli che già formano una costellazione satellitare impiegata per questo scopo e saranno molto più veloci nello scambio di informazioni. Dopo le prove condotte l’anno scorso, il “boss” di Space X Elon Musk ha ottenuto l’ok dalla Federal Communications Commission (l’agenzia governativa americana che regolamenta le telecomunicazioni) al lancio di 4.425 satelliti per dare vita a questa nuova rete di comunicazioni ultraveloce.
Dovrebbe trattarsi a tutti gli effetti di una soluzione alternativa ai collegamente in fibra ottica. Inoltre, in questo modo, si potrà offrire l’accesso a Internet anche a Paesi in via di sviluppo, proponendo prezzi concorrenziali rispetto a quelli delle soluzioni via cavo. Già per l’inizio del 2020 dovrebbero essere numerose le aree del Pianeta coperte da Starlink, mentre per la copertura completa del servizio bisognerà attendere il 2027.
Dopo aver stabilizzato i 4.425 satelliti, Musk prevede di portare la rete a 12.000 satelliti per ottenere un copertura mondiale senza precedenti.