L’azienda svedese Spotify ha presentato ufficialmente alla stampa il prospetto per il 2023 con un aumento dei costi importante
Se c’è una cosa che bisogna riconoscere all’applicazione di Spotify è quello di aver completamente rivoluzionato il modo in cui oggi si ascolta musica. Non solo, perché è cambiato anche il modo in cui la musica viene commercializzata.
Basta una connessione ad internet e uno smartphone qualunque per accedere a centinaia di dischi e brani di artisti da tutto il mondo. Una libreria musicale illimitata dove possiamo scoprire nuovi artisti e selezionarli a seconda di diverse categorie.
Il merito di Spotify è sicuramente anche quello di aver segnato una ripresa dell’industria musicale, che con l’avvento di internet era stata messa fortemente in crisi dal diffondersi della pirateria musicale. C’è stato un momento agli inizi del 2000 di grande incertezza sul futuro della distribuzione musicale, durante il quale internet era considerato un nemico alla stregua di qualunque servizio di streaming.
Oggi, l’azienda svedese, fondata nel 2006 da Daniel Ek è leader nello streaming musicale con un’offerta musicale di oltre 40 milioni di brani e conta oltre 7 mila dipendenti, 422 milioni di utenti attivi ogni mese e ben 182 milioni di abbonati premium.
Gli aumenti dei costi di Spotify
Numeri da capogiro anche per gli incassi che nel tempo continuano a salire. Nel 2022 Spotify ha confermato le stime previste con un aumento dei ricavi del 18% su base aunnua negli ultimi tre mesi dell’anno a 3,17 miliardi di euro. Contemporaneamente sono aumentati anche del 20% raggiungendo i 489 milioni di iscritti e 205 milioni di account premium.
Nonostante l’enorme crescita dell’azienda in termini di ricavi, sono enormemente cresciuti anche i costi di gestione. Lo scorso anno, i costi operativi sono aumentati del 44%, con un ammontare di perdite nette nel quarto trimestre di 270 milioni di euro. Un dato impressionante se paragonato a quello dello scorso anno dove le perdite nette erano ferme a soli 39 milioni di euro.
Spotify ha immediatamente spiegato che l’aumento dei costi è legato principalmente all’aumento del personale che è stato necessario per soddisfare l’enorme domanda dei nuovi utenti. In contemporanea pare che abbiano influito sulle perdite sia l’aumento dei costi legati alla pubblicità sia le variazioni dei tassi di cambio di moneta. L’azienda pare tutt’altro che preoccupata e ha già fissato gli obiettivi per il prossimo anno, in cui conta di raggiungere 11 milioni di nuovi ascoltatori e circa 2 milioni di account premium.