La World Video Game Hall of Fame non è solo una lista di titoli, ma un’installazione permanente all’interno del The Strong National Museum of Play di New York che si arricchisce ogni anno dal 2015. I giochi, per diventare idonei a fare ingresso nella Hall of Fame, devono rispettare quattro criteri
- Stato iconico: devono essere ampiamente riconosciuti e ricordati.
- Longevità: non devono essere una semplice moda passeggera e devono aver goduto di popolarità nel tempo.
- Portata geografica: devono soddisfare i criteri sopra menzionati a livello internazionale.
- Influenza : devono aver esercitato un’influenza significativa sul design e lo sviluppo di altri giochi, su altre forme di intrattenimento o sulla cultura popolare e la società in generale.
A cadenza annuale una commissione del museo forma una rosa di titoli, accogliendo anche i suggerimenti del pubblico, e successivamente una giuria internazionale di circa 30 tra studiosi e giornalisti della materia procede alla scrematura finale. Il risultato di questo processo per il 2024 è l’ingresso nella World Video Game Hall of Fame di Resident Evil, Sim City, Ultima, Asteroids e Myst.
A contendersi il posto c’erano altri sette franchise importanti, tra cui figuravano nomi di rilievo che probabilmente saranno riproposti negli anni a venire, come quelli di Metroid, Guitar Hero e Tony Hawk’s Pro Skater. Se siete curiosi di dare un’occhiata alla Hall of Fame completa, comunque, c’è il sito del museo.
CINQUE NOMI CHE HANNO FATTO LA STORIA
Tra i cinque vincitori, il franchise di Resident Evil creato da Shinji Mikami è sicuramente quello che ha ancora un maggiore impatto sulla cultura pop contemporanea: non solo a livello videoludico la saga Capcom, a quasi 20 anni dal suo esordio datato 1996, è viva e vegeta con l’ultimo episodio, Resident Evil Village, che è uscito nel 2021 (e noi lo abbiamo recensito), ma si è poi espansa anche in altri settori dell’intrattenimento con film e serie TV, anche se con risultati non proprio felicissimi.
Quanto a Sim City, il cui primo capitolo è stato pubblicato da Maxis nel 1989, non solo ci troviamo di fronte ad un gestionale che ha segnato la storia del genere ed ha resistito alla prova del tempo fino a sbarcare sugli smartphone, ma ad un franchise che nei suoi sviluppi collaterali ha dato origine ad un’altra dinastia capace di lasciare un segno indelebile nella storia videoludica, ovvero The Sims.
Myst, uscito nel 1993, è invece uno dei massimi interpreti di un genere – quello dell’avventura grafica – che negli anni ha visto la propria popolarità calare drasticamente. Ma all’epoca è stato uno dei progetti più evocativi a livello immaginifico e più rivoluzionari dal punto di vista tecnico, essendo tra i primi a sfruttare la tecnologia nascente dei CD-Rom per immagazzinare più dati.
Ultima: The First Age of Darkness del 1981 è sicuramente un riferimento importante se si parla di giochi di ruolo, tanto che gli sviluppatori di Dragon Quest e Final Fantasy lo citano come una delle influenze più rilevanti per il loro lavoro.
Asteroids invece è il nome più storico: il coin-op di Atari del 1979 con la sua grafica vettoriale in bianco e nero, rudimentale ma efficace e immediatamente riconoscibile, si impose nelle sale giochi dell’epoca con più di 70.000 cabinati venduti e riscosse enorme successo anche nella versione dedicata alla console casalinga Atari 2600.