
Il futuro dell’esplorazione spaziale americana si trova a un bivio, con missioni iconiche che rischiano di essere spente prematuramente. Immaginate di non ricevere più le straordinarie immagini di Giove dalla sonda Juno, o di interrompere il viaggio del veicolo spaziale New Horizons oltre Plutone. Questo è lo scenario che si profilava con la proposta dell’amministrazione Trump di tagliare drasticamente i fondi destinati alla scienza della NASA. La richiesta di budget prevedeva una sforbiciata del 47% ai programmi scientifici, una riduzione complessiva del 24% per l’intera agenzia e il licenziamento di quasi un terzo del suo personale. Una prospettiva che ha allarmato l’intera comunità scientifica, inclusi tutti e sette gli ex capi scientifici della NASA, che hanno espresso una fortissima opposizione.
In questo contesto di incertezza, è emersa una forte risposta bipartisan dal Senato degli Stati Uniti. La commissione per gli stanziamenti ha presentato un disegno di legge che agisce come uno scudo protettivo per le ambizioni spaziali e la ricerca scientifica del paese. La proposta del Senato, frutto del lavoro dei senatori Jerry Moran e Chris Van Hollen, alloca ben 7,3 miliardi di dollari (circa 6,8 miliardi di euro) ai programmi scientifici della NASA per il prossimo anno fiscale, respingendo di fatto i tagli devastanti. Il budget complessivo per l’agenzia verrebbe fissato a 24,9 miliardi di dollari, una cifra leggermente superiore ai livelli attuali, pensata per continuare a esplorare il sistema solare, avanzare nella comprensione del cambiamento climatico e promuovere l’innovazione.
Al centro della strategia di difesa del Senato c’è il programma di punta della NASA, Artemis, che mira a riportare gli esseri umani sulla Luna dopo decenni, con lo sguardo già rivolto verso Marte. Il disegno di legge garantisce il sostegno a elementi fondamentali come il sistema di lancio SLS (Space Launch System) e la capsula Orion, considerati essenziali per mantenere un vantaggio strategico e sbarcare sulla superficie lunare prima di altre potenze spaziali, come la Cina. La proposta non si limita a cancellare i tagli, ma investe in tecnologie e capacità per accelerare i piani di allunaggio e, in futuro, di ammartaggio.
L’impatto di questa manovra legislativa va oltre i confini della NASA. Il disegno di legge protegge anche altre istituzioni scientifiche vitali. La National Science Foundation (NSF), ad esempio, che rischiava un taglio del 57%, vedrebbe il suo budget ridursi solo dello 0,67%, salvaguardando così missioni chiave per la comprensione della Terra e la gestione delle risorse naturali. Anche il National Weather Service (NWS) e la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ricevono pieno sostegno, assicurando il proseguimento di servizi essenziali come il monitoraggio meteorologico per la prevenzione dei disastri naturali e la gestione sostenibile delle risorse oceaniche, oltre a promuovere standard per la cybersicurezza e l’AI.
Sebbene il disegno di legge abbia superato una prima votazione, è stato temporaneamente ritirato per discussioni su altre materie, ma il segnale politico a difesa della scienza e dell’esplorazione è stato forte e chiaro. Il suo percorso, tuttavia, non è concluso e richiederà l’approvazione finale di entrambi i rami del Congresso e la firma presidenziale.