È stato creato oltre dieci anni fa il Registro Pubblico delle Opposizioni, strumento pensato per porre un freno all’invasione delle campagne di telemarketing ma che non sempre ha funzionato a dovere.
Allora quasi il 70% degli italiani aveva una linea telefonica fissa e, perciò, la normativa che rendeva operativo il Registro si concentrava sulle chiamate indesiderate ai telefoni fissi: in teoria, per far svanire le telefonate pubblicitarie sarebbe dovuto bastare inserire il proprio nome e il proprio numero di telefono (insieme ad alcuni altri dati) nella pagina dedicata dell’apposito sito web.
Oggi la situazione è un po’ mutata, e non solo perché il telemarketing ai numeri fissi non è svanito. Oggi ad avere una linea fissa è meno del 60% della popolazione, ma più importante ancora è il fatto che le telefonate indesiderate sempre più spesso arrivano sui telefoni cellulari.
In Italia ci sono circa 60 milioni di abitanti e circa 80 milioni di telefonini attivi: un’ottima situazione per chi gestisce le campagne pubblicitarie telefoniche, dato che i cellulari fino a oggi non erano considerati dal Registro delle Opposizioni e, pertanto, anche i più ligi alle leggi li potevano considerare “caccia libera”.
Fortunatamente il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato una modifica al regolamento del Registro che, appena la norma relativa sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale, riguarderà anche i cellulari; e vi sono anche altre novità utili per chi non vuole essere seccato dalle pubblicità, non soltanto su linea mobile.
Il nuovo Registro prevede infatti anche che l’iscrizione automaticamente comporti la revoca di eventuali consensi a ricevere comunicazioni commerciali precedentemente espressi e che i numeri di linea fissa che non compaiono nell’elenco telefonico vengano iscritti d’ufficio al Registro stesso.
Quando le nuove modalità saranno completamente operative (è previsto che non si possa andare oltre il prossimo 31 luglio per l’attuazione) si potrà quindi iscrivere il proprio numero di cellulare la Registro tramite la stessa pagina già indicata e a quel punto le seccature – almeno quelle pubblicitarie – dovrebbero avere fine.