Tetris è finalmente stato battuto, dopo circa 34 anni dal suo lancio: a riuscirci è stato Willis “Blue Scuti” Gibson, un ragazzo tredicenne dell’Oklahoma, che in appena qualche mese si è affermato come uno dei protagonisti della scena dei giocatori professionali del mitico rompicapo sviluppato da Alexey Pajitnov.
Premessa doverosa: la maggior parte delle competizioni professionali si svolge basandosi sul Tetris sviluppato e pubblicato nel 1989 da Nintendo per la sua omonima console a 8 bit (“per gli amici” il NES). È naturalmente basato sul gioco originale, creato da Pajitnov nel 1985. È imbattibile “di proposito”: la difficoltà, ovvero la velocità a cui scendono i pezzi, sale progressivamente fino a un certo punto e poi rimane tale. I campioni del gioco si limitano a condurre quelle che sostanzialmente sono gare di resistenza – chi sopravvive più a lungo, e quindi totalizza il punteggio più alto, vince. Non è prevista la possibilità di arrivare a un “traguardo”: la partita finisce sempre con la sconfitta del giocatore.
Insomma, nella mente degli sviluppatori una partita a Tetris potrebbe durare all’infinito. Ma “infinito” si scontra con le limitazioni tecniche dei sistemi dell’epoca: se si va avanti sufficientemente a lungo il gioco inizia infatti a manifestare bug e comportamenti anomali di vario tipo, tra cui la corruzione degli schemi di colori dei mattoncini, che in un paio di livelli rendono molto difficile la progressione.
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Sfruttando un’intelligenza artificiale opportunamente addestrata, già da qualche tempo gli appassionati hanno scoperto che a un certo punto i bug possono intensificarsi tanto da mandare completamente in crash il gioco. In un certo senso, quindi, il giocatore vince, “battendo” il computer. Molti dei protagonisti della scena del “pro Tetris” si erano cimentati nell’impresa, e Blue Scuti ci è riuscito per primo (almeno, è il primo caso documentato), dopo una partita durata 30 minuti che ha anche segnato nuovi record mondiali per numero di linee completate, livello raggiunto e punteggio.
Incredibilmente, ad appena poche ore di distanza anche Fractal, che per primo si era imbarcato nell’impresa di raggiungere l’agognato “Killscreen”, ha raggiunto l’obbiettivo. Come potete vedere dai video streaming che documentano lo storico record, i giocatori adottano una tecnica molto particolare per controllare il gioco: si chiama “Rolling”, un’evoluzione del precedente “Hypertapping”.
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Sostanzialmente è un espediente per ovviare a una limitazione fisica che ha fatto da barriera al progresso del gioco per molti anni – a un certo punto la velocità dei pezzi diventa tale da superare quella con cui si riescono a premere i tasti, soprattutto della crocetta direzionale. Si è scoperto che picchiettando sul retro del controller con più dita, quindi “premendo il controller contro il tasto” invece che viceversa, si riesce a velocizzare in modo significativo il processo.