Threads, il nuovo social di Meta lanciato ieri a livello globale, tranne che in Unione Europea, è un successo anche in Cina. Nel paese, le app occidentali come Facebook e Instagram, sono accessibili solo se si usa una rete privata virtuale, una ‘vpn’, che simula l’origine dei dati dall’estero. Un ‘trucco’ necessario a superare il Great Firewall, il sistema di controllo e monitoraggio di Pechino.
Threads, clone di Twitter, ad oggi è presente sugli store digitali cinesi, anche se la sua permanenza potrebbe essere a rischio. La voglia di provare qualcosa di nuovo ha spinto gli utenti a scaricare in massa la nuova app, che si è piazzata nella top 5 dei social più scaricati su App Store, la piattaforma di Apple, in Cina. Sul mercato nazionale, Threads è dietro solo ai giganti cinesi dei social, con centinaia di milioni di utenti attivi, come Xiaohongshu, noto anche come Red e concorrente di Instagram, WeChat, Qq e Weibo. In tutto il mondo, a meno di 24 ore dal lancio, Threads ha fatto registrare oltre 30 milioni di primi accessi.
Non è dato sapere quanto possa durare Threads sull’App Store di Apple in Cina. Di norma, i social occidentali entrano nel radar della censura cinese dopo una valutazione, da parte delle autorità, di un ‘rischio’ per la sicurezza interna. Ad esempio, il social di chat audio, Clubhouse, è stato ritirato dallo store a seguito della nascita di decine di ‘stanze’ di discussione da parte degli utenti cinesi incentrate su argomenti politicamente sensibili. Damus, un rivale di Twitter sostenuto da Jack Dorsey e costruito su un protocollo decentralizzato, è stato rimosso dall’App Store cinese per aver incluso “contenuti illegali”. Greatfire.org, un’organizzazione che tiene traccia della censura online, ha scoperto che il dominio www.threads.net è oscurato in Cina dal 4 luglio.