Pietro Labriola
Pietro Labriola, amministratore delegato di TIM (l’ultimo della TIM come la vediamo oggi), ha annunciato il suo piano industriale. La base è lo scorporo della Rete, una nuova azienda su cui convogliare più di 20.000 dipendenti e 11 miliardi di euro di debito.
Non solo: se la Cassa Depositi e Prestiti, controllata dal Governo, vorrà attuare il memorandum di intesa per la fusione con Open Fiber, bene; se no, comunque TIM troverà un acquirente per la Rete, anche se dovrà avere lo stesso il benestare del Governo per via della natura strategica della Rete prevista dalla legge per il Golden Power.
9.000 esuberi dovranno essere gestiti con i prepensionamenti a carico della TIM, come prevede la stessa legge Fornero; ma dovrà essere previsto un accordo con i sindacati, che già hanno dato il via nelle scorse settimane a 1.200 uscite volontarie.
Il dubbio dei sindacati permane sugli 11.000 dipendenti della ServiceCo, la sezione consumer di TIM, ancora troppi se paragonati a Vodafone, Fastweb, Iliad e senza più la cassa della rete.
Non perderti anche:
Certamente questo scorporo che prevede anche un’azienda TIM Business con circa 6.000 dipendenti potrebbe soddisfare almeno per il momento gli azionisti, molto delusi del corso del titolo TIM e ora pronti a incassare i dividendi della vendita di asset pregiati.
Non perderti anche: