TIM lo aveva preannunciato in occasione della pubblicazione degli ultimi risultati fiscali: “entro fine anno sarà introdotto un meccanismo di indicizzazione dei prezzi all’inflazione“. E così è stato, perché a partire da oggi, 27 novembre, le offerte di rete fissa e mobile “potranno prevedere l’adeguamento annuale dei prezzi all’andamento dell’inflazione, incrementato di un coefficiente di maggiorazione predeterminato“.
L’operatore telefonico comunica che:
- tutte le offerte avranno una chiara indicazione sulla presenza del meccanismo di adeguamento annuale dei prezzi
- saranno sempre descritte le modalità di applicazione
Partiamo innanzitutto da una precisazione: come si evince dal comunicato di TIM (link in FONTE), non tutte le offerte saranno sottoposte a questo tipo di variazione, o perlomeno non è detto a priori che possano subire modifiche proporzionali all’inflazione. Ad ogni modo, nei casi previsti il costo mensile sarà incrementato ogni anno in misura pari all’indice di inflazione (IPCA) rilevato dall’ISTAT, cui si aggiunge un coefficiente fisso del 3,5%:
costo mensile offerta TIM = costo originale x (indice inflazione annuo + 3,5%)
(es.: costo mensile adeguato a inflazione = 10 euro x (6% + 3,5%) = 10,95 euro
La variazione
- non avverrà in caso di deflazione
- non potrà mai superare il 10%
Si partirà il 1° aprile 2024 sulla base dei dati 2023, la seconda valutazione di variazione avverrà lo stesso giorno dell’anno successivo, e così via.
Un meccanismo analogo sarà applicato anche da WindTre a partire dal prossimo gennaio e riguarderà i clienti che hanno attivato un’offerta entro il 20 novembre di quest’anno. Altri operatori hanno invece messo le cose in chiaro: non ci sarà nessun adeguamento all’andamento dell’inflazione per le nostre tariffe, hanno detto.