Inaugurata la prima cabina che offre solo connessioni FTTH.
Negli ultimi anni, quando abbiamo abbiamo parlato di switch off ci siamo quasi sempre riferiti a quello che segnò il passaggio dalla TV analogica a quella digitale e, in tempi più recenti, con lo stesso termine abbiamo indicato l’ormai imminente passaggio da DVB-T a DVB-T2.
È però in programma da tempo anche un altro switch off: quello che porterà allo smantellamento della vecchia rete telefonica in rame, per sostituirla con una nuova rete completamente in fibra ottica.
Alcuni anni fa era parso che un piano dettagliato avrebbe guidato la transizione con l’obiettivo di completarla entro il 2030 ma poi, in realtà, non se n’era fatto più niente.
Ora, invece, le cose hanno iniziato a muoversi, anche in assenza di un piano nazionale.
TIM ha infatti iniziato a eliminare la rete in rame a partire da Trento, e in particolare dalla centrale di Mattarello (che serve una parte della zona meridionale della città): detta centrale sarà la prima a fornire agli utenti da essa serviti esclusivamente connettività (telefonica e Internet) FTTH, ossia tramite fibra ottica sino alle case.
Grazie alla transizione, ogni utenza collegata alla centrale – sono circa 2.000 – potrà quindi godere di un collegamento a 1 Gbit/s, e tale velocità vale sia per il download che per l’upload; così, i vecchi cavi in rame diventeranno inutili, e si potranno anche rimuovere.
La centrale è già pronta, ma la migrazione delle connessioni fino ad abitazioni e uffici avverrà gradualmente in base alle adesioni che arriveranno dagli utenti: il passaggio, infatti, è su base volontaria, come ha ricordato anche l’amministratore delegato di TIM, Luigi Gubitosi.
«Iniziamo a scrivere un nuovo capitolo della storia delle telecomunicazioni in Italia, a conferma del nostro impegno a voler essere parte integrante del processo d’innovazione e digitalizzazione del Paese» ha dichiarato Gubitosi, confermando che il processo di transizione alla fibra «gradualmente riguarderà l’intero territorio nazionale».
Certamente, per quanto importante, il primo passo compiuto a Trento è soltanto il primo di molti, moltissimi altri che sarà necessario compiere prima di riuscire a completare l’ambizioso progetto di conversione dell’intera rete telefonica italiana: non a caso nessuno, a margine degli annunci e dei festeggiamenti, ha creduto saggio sbilanciarsi sui tempi.