Una farfalla rossa, culla di centinaia di stelle, batte le ali a circa 1.400 anni luce di distanza dal Sole. Le sue ali sono enormi bolle di rovente gas interstellare, gonfiate dalle stelle più massicce, grandi più di 10 volte il Sole. Protagonista è una nebulosa, una nube di gas e polveri, nome in codice W40 (Westerhout 40), immortalata dal telescopio spaziale a infrarossi Spitzer della Nasa.
L’immagine è, in realtà, un mosaico di quattro distinte foto scattate dal telescopio Nasa. Le nuove stelle che si accendono all’interno della nebulosa, insieme a quelle che a poco a poco si spengono, ne plasmano la forma. Il vento stellare emesso dalle nuove nate o il materiale espulso quando, esaurito il proprio combustibile nucleare, le stelle più anziane esplodono, è infatti responsabile di strutture che si proiettano simmetricamente ai due lati del corpo centrale della nebulosa. Proprio come due variopinte ali di farfalla dispiegate in volo.
Il processo, però, condiziona anche la vita stessa di questo incubatore di stelle. Il materiale proiettato nello spazio è, infatti, sottratto alla formazione di nuove stelle. Che può rallentare, o persino arrestarsi.