Gli smartphone pieghevoli non sono per tutti, almeno per adesso. L’offerta è ancora limitata e le soluzioni sul mercato si assomigliano parecchio, e per quanto rappresentino l’evoluzione naturale degli smartphone rispondono alle esigenze di una nicchia di utenti, altospendenti e stanchi del solito design. Premessa dovuta, altrimenti sembra che l’entusiasmo mostrato per questi terminali ci spinga a “consigliarli” in ogni contesto.
Purtroppo si tratta di un modello asiatico con software internazionale provvisorio, un escamotage trovato per far provare il dispositivo anche fuori dai confini cinesi prima del tempo. Difficile dunque tirare le somme e dare un giudizio a tutto tondo, per questo motivo non siamo davanti ad una recensione e a quel punto ci arriveremo soltanto se e quanto Oppo deciderà di portare ufficialmente il Find N anche dalle nostre parti.
COSA MI È PIACIUTO
Il contesto è stato quello giusto: una settimana di viaggio tra lunghi spostamenti e smart working, forse lo scenario migliore per sfruttare a pieno il “doppio formato”. Pare quindi scontato quindi affermare che Find N si è dimostrato un perfetto compagno nel corso dei tanti passaggi che ho dovuto affrontare, tra aerei, treni e bus. Schermo ampio e luminoso, colori ben riprodotti e pochi riflessi per la categoria, mi spiace solo per le inevitabili bande nere su Netflix e altre piattaforme ormai focalizzate sui contenuti in 16:9 o 21:9. Qui abbiamo un form factor atipico (8,4:9) che trasforma lo smartphone in un tablet quadrato quando aperto, comodissimo per consultare due app contemporaneamente e avere così due colonne senza molti compromessi.
L’altra buona notizia è che non consuma poi così tanto nonostante le dimensioni e il doppio schermo, Snapdragon 888 è stato domato a dovere per fornire la potenza di calcolo che serve a far girare tutto senza intoppi. Nessun pieghevole vanta ancora batterie da record e forse è meglio così, anche perché il peso è sostenuto e andare oltre sarebbe davvero un azzardo. Sono riuscito a chiudere giornate normali senza problemi, sfruttando entrambi i display e scattando mediamente tante fotografie e video.
Apprezzo molto il lavoro d’ingegnerizzazione fatto sulla cerniera, precisa come poche e in grado di offrire una chiara sensazione di sicurezza; nessuno scricchiolio, nessuna incertezza. Scatta subito oltre un certo grado e sembra più che solida, lontana anni luce dai primi (inevitabili) tentativi dei primi modelli realizzati dalla concorrenza. Il meccanismo è sempre più affinato e su Find N è solo un piacere “innescarlo”.
Per sfruttare al meglio un simile dispositivo sono fondamentali le scorciatoie e le soluzioni software studiate ad hoc, come ad esempio la “Split Screen” che permette di dividere in due lo schermo principale con un semplice swipe. Non sono mai stato un amante delle multi-finestre su smartphone, le diagonali ristrette dei display non permettono infatti quasi mai una fruizione efficiente di più cose contemporaneamente. In questo caso si ha il giusto formato e il gesto semplice facilita tutto, si finisce per utilizzare molto questa modalità rispetto alle altre; bisognerà poi capire cosa arriverà in Europa anche sul fronte software.
FOTO E VIDEO
Squadra che vince non si cambia, direbbe qualcuno, e lo ripeto anche io visto l’eccellente feedback avuto nell’ultimo anno con la fotocamera principale del Find X3 Pro da 50MP che Oppo ha integrato anche su Find N. Zero differenze, stesso modulo e piattaforma hardware, siamo semplicemente davanti ad una delle migliori soluzioni mobile e questo apre ad una fruizione a tutto tondo.
Restano le “limitazioni” in termini di acquisizione video, con la scelta di puntare su un 4K ben stabilizzato anche a 60fps e non andare oltre con la risoluzione. Compromesso con cui mi sono trovato più che bene e non ha mai rappresentato un vero collo di bottiglia, anche durante le riprese fatte per motivi di lavoro. Volete un esempio? Il video che vedete in apertura è stato interamente girato con questo sensore d’immagine Sony IMX766, ma per ovvi motivi è quello del Find X3 Pro. Non ci sarebbero state differenze se avessi usato il Find N, solo che non lo avrei avuto con me in questa chiacchierata per le strade di Albufeira. Ecco qualche scatto
Cambia come già detto la grandangolare, asso nella manica del Find X3 Pro che qui viene ridimensionata per qualche motivo e rimpiazzata con un sensore d’immagine Sony IMX481 da 16MP. Poco da lamentarsi, i risultati sono comunque più che buoni. Nella seconda galleria di seguito trovate invece degli scatti realizzati con la fotocamera zoom, la stessa del Find X3 Pro da 13MP con apertura f/2.4 che vanta un 2x ottico di tutto rispetto.
Ci sono poi altre due fotocamere anteriori, seppure non sia necessario utilizzarle e si possono invece sfruttare le tre posteriori anche da aperto, guardando sul display esterno ciò che stiamo inquadrando. Vantaggio non da poco, basta cliccare sull’icona in alto che attiva questa modalità.
SCHEDA TECNICA
- SoC: Qualcomm Snapdragon 888
- Memoria: 12 GB RAM LPDDR5 + 512 GB UFS 3.1
- Display interno: 7,1 ” 8,4:9 OLED LTPO 120 Hz – FullHD+ – 1000 nit
- Display esterno: 5,4″ 18:9 OLED – FullHD+ – 60 Hz
- Batteria: 4500 mAh
- Ricarica: 33W SuperVOOC + 15W wireless + ricarica inversa
- Audio: speaker stereo
- Fotocamere posteriori:
- principale: 50 MP Sony IMX766, F/1.8 OIS
- ultra wide: 16 MP Sony IMX481 F/2.2
- telefoto: 13 MP F/2.4
- Fotocamera frontale e interna: 32 MP Sony IMX615 F/2.4
- Impronte digitali: laterale fisico
- Connettività: 5G, Bluetooth 5.2, NFC, GPS
- Dimensioni: 132.6 x 73 x 15.9 mm da chiuso, 132.6 x 140.2 x 7.8 mm da aperto
- Peso: 276 grammi
QUALCHE DUBBIO
I limiti del formato restano e sono comunque tangibili: chi ama gli smartphone piccoli e leggeri storcerà sempre e comunque il naso. Per quanto il Find N sia infatti il “Fold” più piccolo sul mercato resta il fatto che da chiuso sia spesso 1,6 centimetri, quindi quasi un centimetro in più dei più sottili sul mercato, e in tasca si sente eccome. La sensazione è esattamente quella espressa ironicamente nella copertina del video, ovvero un sandwich di iPhone 13 Mini; la citazione è dovuta visto che si tratta di uno dei pochissimi smartphone con display da 5,4 pollici (molto simile a quello esterno del Find N).
Anche il peso è sostenuto e questa cosa mi ha un po’ lasciato perplesso. Perché mai questo pieghevole non è più leggero della controparte Samsung che vanta dimensioni maggiori? Difficile avere una risposta precisa, addirittura il modello Oppo farebbe segnare sulla bilancia 4g in più dello Z Fold 3 (275g contro i 271g del Samsung) e la sola batterie leggermente più capiente non spiega l’arcano (4.500mAh contro 4.400mAh). A pesare saranno i materiali scelti per la scocca e la cerniera, sistema complesso che su Find N conta addirittura 136 componenti. Resta il fatto che è un dispositivo pesante, che offre tanto ma si fa sentire.
CONCLUSIONI (PARZIALI)
Mi sarebbe piaciuto provarlo con un software “definitivo” che mostrasse tutti i vantaggi del form factor, invece mi sono dovuto accontentare – come tutti – della ColorOS 12 su Android 11, un ibrido creato ad hoc per i media non cinesi. Difficile quindi rispondere a tutte le domande e le curiosità, ci dovremo necessariamente tornare una volta che Oppo avrà deciso di portare il Find N sul nostro mercato, ammesso che la cosa avverrà mai.
Io sono fiducioso, chissà poi se la casa cinese deciderà di aggiornare il dispositivo già nel corso dell’anno e portare direttamente la seconda versione. Oppo, d’altronde, non è certo timida nel realizzare refresh hardware a breve distanza di tempo. Il primo tentativo di un pieghevole – tolto l’Oppo X 2021 con schermo che si srotolava – è di certo più che concreto, ha una sua identità precisa e risponde anche alla domanda di tanti che si vorrebbero approcciare alla categoria senza scendere a troppi compromessi. Se lo si guarda da chiuso appare infatti come un normale smartphone, certo un doppio smartphone, ma almeno le fattezze sono queste e si evita l’effetto telecomando. Buona la prima.
Oppo Find N
VIDEO
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