Ricordo il giorno in cui Oppo debuttò in Europa, un evento in pompa magna in una bella serata estiva a Parigi e sullo sfondo lo scintillante Find X di prima generazione, il primo della casa cinese ad arrivare dalle nostre parti e primo anche con camera popup. Al di là della novità tecnologica, certamente interessante, stupì il prezzo alto come bigliettino da visita, un posizionamento “obbligato” visto che si trattava del top di gamma.
Oggi si passa alla seconda generazione ma cambiano i presupposti: Find X2 Pro è infatti uno degli smartphone più completi che si possano acquistare, punta di diamante di una line up 2020 che deve ancora prender forma. Avendo avuto a che fare con questo dispositivo si ha come l’impressione che Oppo voglia mostrare i muscoli alla concorrenza, dicendo ad alta voce: “ci siamo anche noi, e siamo pronti a giocare sul serio“.
Gli equilibri dell’universo mobile stanno cambiando e la transizione sembra esser più rapida che in passato, con la lotta che si fa sempre più intensa dietro i due leader di mercato Samsung ed Apple e un momento di generale incertezza causato dall’emergenza sanitaria. Difficile immaginare lo scenario che ci troveremo davanti alla fine del 2020, di sicuro è possibile individuare alcuni player più accreditati come Oppo che affilano le armi anche sui mercati internazionali.
Per fare il vero cambio di marcia, soprattutto in Europa, servono tuttavia alcuni cambiamenti a partire dal software che tanto abbiamo criticato lo scorso anno. Detto fatto, la nuova Color OS 7.1 che si trova preinstallata sul nuovo Find X2 Pro è la risposta che stavamo aspettando: un’interfaccia semplice, intuitiva e ricca di piacevoli dettagli come animazioni e suoni.
PRIMO APPROCCIO CON TANTI INPUT, METTETEVI COMODI
Sto utilizzando il Find X2 Pro da una settimana e adesso che ho un’idea abbastanza chiara del terminale non so davvero da dove cominciare, partiamo quindi dall’inizio.
Sin dalla prima accensione è chiaro che uno dei protagonisti indiscussi è il display; un luminoso AMOLED QHD+ (1440×3168 pixel) da 6,7 pollici con densità di 513ppi e picco di 800 nits dichiarati sotto luce diretta del sole (addirittura fino a 1.200 nits se guardiamo contenuti in HDR). Pannello che curva leggermente sui bordi e risolve il “problema” della fotocamere anteriore con un foro posto in alto a sinistra: è piccolino e minimizza l’impaccio.
La ciliegina sulla torta sta nella sua reattività: refresh rate fino 120Hz e campionamento tocco a 240Hz, con una risposta praticamente immediata e due volte più rapida rispetto alla concorrenza più accreditata (vedi iPhone 11 Pro che si ferma a 120Hz).
Rapidissimo il sensore biometrico che si trova sotto al pannello, Oppo ci ha abituati bene su questo fronte e una volta individuata bene l’area è assicurato 10 volte su 10. Ma se parliamo di sblocco allora è giusto citare anche il riconoscimento del volto che viaggia ad una velocità inverosimile. Naturalmente la natura del display permette l’uso dell’Always On, personalizzabile e sempre utile (manca il LED di notifica).
L’altra cosa che colpisce subito è il caricabatterie, leggermente più grande e pesante rispetto ai più recenti ma per un motivo ben preciso: è potentissimo! Le specifiche tecniche parlano di ricarica fino a 10V, 6.5A, 65W che, tradotto, significa portare il terminale (4.260mAh su due celle) da 0 al 100% in meno di 50 minuti (nostro test con display sempre acceso). Insomma l’autonomia è più che buona a prescindere, ciò che cambia è l’esperienza di ricarica che Oppo ha reso più interessante, anche grazie all’animazione che mostra in tempo reale i decimali di percentuale che aumentano. Oltre al caricabatterie è indispensabile usare anche il cavo proprietario, anch’esso in confezione, se manca uno di questi elementi non si raggiunge il massimo delle prestazioni.
DESIGN A DOPPIA FACCIA, NON È IL PIÙ BELLO
Ceramica e metallo come nelle migliori combinazioni (non a caso pesa 208g), la cura per i dettagli e per i materiali è massima; anteriormente questo Find X2 Pro è accattivante grazie ai bordi ridotti all’osso, in linea con gli ultimissimi modelli competitor e con il look che si accredita al prossimo OnePlus 8. Guardando invece il retro l’entusiasmo cala, il sistema della tripla fotocamera distribuito verticalmente ricorda molto (troppo) da vicino tanti altri smartphone come il P30 Pro, manca quindi di originalità.
Mi sarei aspettato anche qualche colorazione in più, quella che ho in prova è grigio con finitura glossy che trattiene qualche impronta di troppo ma è anche vero che per chi volesse osare ci sarà la variante in pelle vegana arancione. Oppo ci ha forse abituati troppo bene con le due generazioni di Reno e Reno2. Ad ogni modo il corpo è ben sigillato e certificato IP68, capace quindi di resistere anche alle brevi immersioni in acqua.
Magari non è il più bello in circolazione ma è probabile che sia il più potente su cui abbia mai messo le mani, sotto il profilo hardware non manca infatti nulla se non uno slot per ospitare (e gestire) due SIM card: ben 12GB di RAM LPDDR5, unico taglio di storage con 512GB UFS 3.0 e tutto gestito dall’attesissimo chip Snapdragon 865. Quindi capacità di calcolo elevatissime, GPU Adreno 650 e la miglior connettività mobile su piazza, 5G SA/NSA (modem Snapdragon x55, i dettagli li trovate QUI), Wi-Fi 6 (802.11ax) e Bluetooth 5.1.
Ecco un riassunto delle principali caratteristiche tecniche:
- dimensioni: 165,2 x 74,4 x 8,8mm
- peso: 208 grammi per la versione Ceramic Black, 200 grammi per il modello Vegan Orange Leather
- sistema operativo: Android 10 con interfaccia ColorOS 7.1
- piattaforma hardware: Qualcomm Snapdragon 865 (Kryo 585 CPU octa-core a 2,84 GHz 64-bit)
- GPU: 650 Vulkan 1.1 API / HDR gaming (10-bit)
- schermo: AMOLED da 6,7″ QHD+ (3168 x 1440 pixel), 513ppi, 120Hz, campionamento tocco a 240Hz, rapporto schermo-corpo 93%, contrasto 10000000:1 (dinamico) e 5000000 (statico), luminosità 800 nits e 1200 nits (picco HDR)
- memoria: 12GB di RAM LPDDR5 e 512GB di storage UFS 3.0
- fotocamere posteriori:
- Grandangolare da 48MP con sensore Sony IMX689 da 1/1,4″, tecnologia OIS, obiettivo 7P con apertura f/1.7
- Ultra grandangolare con sensore da 48MP IMX586 da 1/2″, obiettivo 6P con apertura f/2.2 e angolo di visione di 120°
- Zoom periscopico con sensore da 13MP, OIS e zoom ibrido 10x e zoom digitale 60X, obiettivo 5P con apertura f/3.0
- fotocamera anteriore: 32MP, obiettivo 5P con apertura f/2.4
- connettività: 5G Dual Mode, WiFi 6 e NFC
- batteria: da 4.260 mAh con supporto alla ricarica rapida SuperVOOC 2.0 a 65W (da 0 al 100% in 38 minuti)
TRE FOTOCAMERE PER TUTTI I GUSTI
Il comparto multimediale è quello su cui mi sto concentrando maggiormente, nonostante il set sia quello più classico con tre sensori d’immagine e altrettanti punti di vista ci sono degli spunti interessanti. Il primo è dato dalla fotocamera principale con il Sony IMX689 da 48MP che vanta una dimensione di ben 11,2 millimetri (1/1,43″) e pixel da 1,12 µm che può scattare anche RAW a 12-bit, il secondo dai video super stabilizzati come visto anche su Reno2.
Curioso notare che il Sony IMX586 da 48MP che tantissimi produttori hanno usato per pubblicizzare i propri smartphone nel 2019 venga qui utilizzato con ottica grandangolare, quindi da gregario per le viste più ampie. Sempre apprezzata poi la periscopica (da 13MP) che qui vanta uno zoom ottico 5x capace di spingersi fino ai 10x con zoom ibrido e poi 60x in digitale. Ecco qualche scatto di prova.
Chiude tutto la fotocamera frontale da 32MP che permette autoscatti di tutto rispetto e riprese in Full HD ben stabilizzate anche con bokeh live (configurabile). Leggermente migliorata infine l’applicazione della fotocamera che risulta più intuitiva, certamente rapida e completa delle principali funzioni.
ANCORA DUE MESI PRIMA DI VEDERLO NEI NEGOZI
Se c’è un altro motivo per cui gioire, questo sta nella nuova Color OS 7.1 che, finalmente, è stata pensata anche per un pubblico più occidentale e quindi libera dalle scelte stilistiche della precedente interfaccia che tanto abbiamo criticato. Tutto è stato semplificato, reso più moderno e semplice, a partire dai quick settings e dalle impostazioni, certamente più ricche di soluzioni grazie anche alla base Android 10.
L’esperienza d’uso è quindi molto più piacevole e in linea con tanti altri dispositivi con OS Google, arricchita da simpatiche animazioni che di certo non dispiacciono. Insomma una cura maggiore rispetto al passato e uno dei pochi veri limiti che adesso non compare più nei nostri “contro”.
Ma una brutta notizia c’è ed è la data di commercializzazione: Oppo prevede infatti un lancio sul mercato italiano a partire dall’8 maggio, quindi a due mesi da oggi e la cosa non è certo elettrizzante. Non sappiamo se il piano così diluito fosse in essere sin dall’inizio o siano le vicende di settore legate al coronavirus che hanno imposto questa tabella di marcia, ma è probabile che in questi mesi sentiremo spesso ripetere la parola “ritardo”.
Certamente alto il prezzo di 1.199 euro, altro punto dolente che ci si poteva forse immaginare dando un’occhiata a tutto ciò che questo modello offre. Si tratta di un top di gamma con pochissimi compromessi, che sfida tutti indistintamente e punta diretto il Galaxy S20+ e Ultra con cui andrà inevitabilmente a scontrarsi (stessa diagonale del display, listino della variante 5G 512GB costa 1.279€). Oppo addolcisce la pillola mettendo gratuitamente in bundle le true wireless Enco Free e uno speaker Bluetooth. Più nel dettaglio la promozione prevede:
- Chi si registrerà sul sito www.oppopromo.it a partire dal 22 aprile sino all’8 maggio 2020, acquisterà Oppo Find X2 dall’8 maggio al 30 giugno, e caricherà la prova d’acquisto entro il 10 luglio 2020 riceverà in omaggio gli auricolari Oppo Enco Free e uno speker Bluetooth Oppo
- Chi si registrerà online dal 9 maggio al 10 luglio, caricando la prova d’acquisto riceverà solo gli auricolari Oppo Enco Free
Appuntamento alla recensione completa fra una settimana.
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