Sono cinque gli ostacoli da superare per arrivare all’immunità di gregge: capire se il vaccino previene la trasmissione del virus, il ritmo non uniforme delle campagne vaccinali nel mondo, le varianti del virus, la possibile durata limitata dell’immunità e il comportamento meno prudente dei vaccinati. A fare il punto è la rivista Nature sul suo sito.
La soglia per l’immunità di gregge si raggiunge solo con alti tassi di vaccinazione e molti ricercatori pensano che si potrà tornare alla normalità solo con il 60-70% della popolazione immune. Ma ci sono vari ostacoli da superare.
Il primo è che non è chiaro se i vaccini riescano a prevenire la trasmissione. “Per bloccare la trasmissione un vaccino non deve farlo al 100%, basta anche che sia efficace al 70%”, osserva Samuel Scarpino, della Northeastern University di Boston. Ma potrebbe esserci una sostanziale quantità di virus che si diffonde, rendendo difficile bloccare la catena di trasmissione.
In secondo luogo sono da considerare la rapidità nelle vaccinazioni e distribuzione dei vaccini nei diversi Paesi. Una campagna coordinata a livello globale “avrebbe spazzato via il Covid – riflette Matt Ferrari, della Pennsylvania State University – ma ci sono molte differenze nella distribuzione da Paese a Paese.Per esempio, Israele ha iniziato a vaccinare in dicembre l’1% al giorno della popolazione e in marzo circa il 50% è stato vaccinato con due dosi”. Libano, Siria, Giordania ed Egitto invece ancora devono vaccinare l’1% degli abitanti. Anche negli Stati Uniti i dati non sono uniformi: Georgia e Utah hanno vaccinato completamente meno del 10% della popolazione, Alaska e Nuovo Messico più del 16%.
Rimane poi da vedere se i vaccini saranno approvati per i bambini. Se non sarà possibile, bisognerà aumentare l’immunità negli adulti.
Un altro ostacolo sono le varianti del virus Sars CoV2, che possono spostare la soglia necessaria per raggiungere l’immunità di gregge. Più tempo ci vuole per fermare la trasmissione del virus, più tempo hanno le varianti per comparire e diffondersi.
Il quinto fattore da considerare è che l’immunità non dura per sempre. Al momento sembra che quella data dalla malattia cali nel tempo. A questo va aggiunto che i vaccini possono cambiare il comportamento delle persone. Più aumentano i vaccinati, più crescono le interazioni.