Gli smartphone ci terranno compagnia ancora per molti anni, anche quando dispositivi ancora più… smart inizieranno a diffondersi. Nè è convinta Motorola che, in occasione del rinnovamento della linea Edge, ha illustrato la sua visione del futuro, con specifico riferimento ai nuovi dispositivi elettronici che rappresentano le porte d’accesso per il metaverso. Ruben Castano, responsabile customer experience di Motorola spiega:
Al centro di tutto ci sarà sempre lo smartphone. Lo smartphone è un dispositivo personale. È qualcosa che porti sempre con te […] sempre più dispositivi smart sono disponibili per i consumatori. Ma a fine giornata lo smartphone sarà sempre una sorta di controller centrale.
QUESTIONE DI CONTENUTI
Certo, un’azienda che incentra la sua attività sulla vendita di smartphone non può dire che in futuro gli smartphone spariranno, ma al di là di questa banale considerazione bisogna ammettere che una delle ragioni evidenziate da Motorola è oggettivamente fondata.
Occhiali smart e visori sono infatti strumenti per visitare il metaverso, ma se (almeno parte di) questo mondo virtuale può essere esplorato anche tramite smartphone, allora i nuovi dispositivi non vengono percepiti come indispensabili. Accedere al metaverso con un visore VR è oggettivamente più coinvolgente, ma la sostanza di fatto non cambia se lo si fa tramite lo schermo dello smartphone. Il dirigente di Motorola sottolinea, parlando del metaverso:
È una realtà estesa in cui c’è una grande varietà. Credo che i normali consumatori saranno in grado di accedere a buona parte di questo metaverso, di questo overlay digitale, direttamente dal proprio smartphone.
Esempi concreti di esperienze nel metaverso fruibili già oggi tramite smartphone possono essere Minecraft, Fortnite e Roblox. Sono esempi significativi se si parte da una definizione condivisa di metaverso: per esempio, uno spazio virtuale in cui gli utenti possono lavorare, giocare e socializzare tramite avatar.
QUESTIONE DI HARDWARE
Da un lato un prodotto maturo e collaudato, lo smartphone, dall’altro dispositivi oggettivamente più impegnativi da utilizzare (si pensi agli ingombri di un visore VR o alla necessità di collegare al PC quelli più sofisticati) o ancora non così maturi da garantire autonomie e prestazioni adeguate mentre vengono usati in mobilità. Anche questo dato fa ritenere improbabile che le visori e occhiali smart possano dare una spallata agli smartphone. L’evoluzione tecnologica li potrà migliorare, ma ci vorrà tempo.
PIÚ GIUSTO PARLARE DI COESISTENZA
Più che di passaggio di consegne Motorola parla di convivenza, sinergie e interazione tra smartphone e occhiali smart/visori AR e VR, con i secondi da considerare una tipologia di prodotto pensata per il livello successivo di esplorazione del metaverso.
È una categoria verso cui anche Motorola e la sua casa madre, Lenovo, stanno guardando con interesse – si pensi per esempio al visore ThinkReality A3, o alla decisione di supportare Snapdragon Spaces XR di Qualcomm, piattaforma di sviluppo per la Realtà Aumentata. Ma si tratta di progetti che non possono avere al momento lo stesso peso di quelli volti alla produzione e alla vendita degli smartphone. Oggi si piantano solo i semi di quello che si spera in futuro possa germogliare – e ci si augura che i proclami di Meta sull’importanza del metaverso si traducano in qualcosa di più concreto.