Chi valuta i video può addrittura sviluppare un disturbo da stress post-traumatico.
Si poteva anche immaginare che fare i moderatori per YouTube non fosse un lavoro semplice: dover decidere quali video sono adatti alla piattaforma e quali invece vanno rimossi senza pietà può esporre alla visione di contenuti – per così dire – estremi.
Che tutto ciò non sia però soltanto una possibilità teorica ma una concreta realtà lo dimostrano le ammissioni di alcuni dipendenti di Accenture, un’azienda texana che tra le altre cose si occupa proprio della moderazione dei contenuti di YouTube.
Chi viene assunto per questo compito deve firmare un documento di due pagine in cui ammette che la visione di certi filmati può avere un impatto negativo sulla sua psiche, tanto da causargli dei disturbi.
«Comprendo che i contenuti che valuterò potrebbero essere scioccanti» si legge nel documento. «È possibile che visionare detti contenuti possa avere delle conseguenze sulla mia salute mentale, e possa persino portare a sviluppare un disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Approfitterò pienamente del programma weCare e, se necessario, mi affiderò a ulteriori cure per la salute mentale. Avvertirò il mio supervisore o il mio responsabile delle Risorse Umane se mi sembrerà che il lavoro stia avendo un effetto negativo sulla mia salute mentale».
Accenture non svolge il lavoro di moderazione soltanto per YouTube, ma anche per Twitter e Facebook. Quando qualcuno incappa in un contenuto potenzialmente inquietante, tutti i moderatori, indipendentemente dalla piattaforma per la quale lavorano, ne vengono informati.
«Il benessere della nostra gente è la priorità principale» spiega l’azienda. «Aggiorniamo regolarmente le informazioni che diamo loro per essere sicuri che abbiano una comprensione chiara del lavoro che svolgono – nonché dei programmi sanitari e dei programmi di supporto a disposizione».
A quanto pare, firmare il documento non è obbligatorio, ma Accenture fa di tutto per convincere i propri dipendenti a farlo, forse anche per mettersi al riparo da eventuali ripercussioni legali.
Meno chiaro è quando sia nata la certezza che guardare i video che gli utenti caricano su YouTube possa essere tanto usurante da mettere a rischio la mente di chi svolge questo compito, né è dato sapere quanti effettivamente abbiamo poi sviluppato disturbi clinicamente diagnosticati.
Quel che pare certo è che, accanto a chi carica i video di gattini e alle performance delle celebrità più in voga del momento, c’è chi prova piacere nel tentare di condividere materiale seriamente raccapricciante.