Bard si evolve, e promette di aiutare gli sviluppatori a compilare codice ed eseguire il debug. Nel post sul blog in cui annuncia la novità Google spiega di aver ricevuto centinaia di richieste da parte degli utenti da quando ha aperto l’accesso al chatbot, quindi adesso il rivale di ChatGPT e Bing AI (che supportano già la generazione di codice) migliora per scrivere le “righe”, correggerle, spiegarle e persino compilare funzioni per Fogli di Google.
Le capacità di Bard con il codice sono disponibili in più di 20 linguaggi di programmazione, tra cui C++, Go, Java, Javascript, Pyton e Typescript, annuncia sul blog Paige Bailey, Group Product Manager di Google Research. “Puoi anche esportare in modo semplice del codice Pyton in Google Colab senza dover fare copia incolla” spiega Bailey prima di aggiungere che “Bard può pure dare una mano con le funzioni di scrittura di Fogli di Google”.
La promessa di IA e chatbot è di rendere accessibile a chiunque più o meno tutto, per cui Bard può spiegare delle righe di codice: “È particolarmente utile se stai programmando per la prima volta o se hai bisogno di ulteriore supporto per individuare cosa potrebbe produrre un blocco di codice”, spiega ancora Bailey. E comunque il chatbot intelligente di Google può eseguire il debug di righe inserite dall’utente o di quelle prodotte da lui stesso: se desse un messaggio di errore o semplicemente il codice non fa ciò che dovrebbe, si può chiedere a Bard di tornare sulle righe alla ricerca di ciò che non ha funzionato.
Tuttavia il Group Product Manager scrive a chiare lettere che Bard è tutt’altro che perfetto, come del resto sappiamo.
A volte può fornire informazioni imprecise, fuorvianti o false malgrado le presenti con sicurezza. […] Bard può fornirti del codice che funziona ma che non realizza l’output previsto, oppure imperfetto o incompleto. Quindi controlla sempre le risposte, provale con attenzione e rivedi le righe alla ricerca di errori, bug o vulnerabilità prima di fare affidamento sul risultato – avverte Bailey.
Nulla di nuovo, insomma. Secondo dei documenti interni Google avrebbe comunicato a chi a Mountain View si occupa di etica di non intromettersi nello sviluppo dell’AI, e di non provare a boicottare alcun progetto la riguardi. L’ennesima spia che indica come Big G abbia cercato di velocizzare il più possibile la crescita del suo chatbot evitando qualsiasi genere di ingerenza che facesse il gioco della concorrenza, rallentando così la rincorsa nel tentativo di raggiungere ChatGPT e Microsoft. Correndo però si rischia di lasciarsi dietro qualcosa, e sembra che Google abbia corso molto finora.