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22.08.2024 In android, Google, Tecnologia

Vecchio Pixel, nuove foto: 7 anni dopo tiene ancora testa ai top di gamma! | VIDEO

Ho passato gli ultimi tre mesi con un Google Pixel 1 come smartphone personale secondario. Sì, avete capito bene, un Pixel 1 del 2016. Come mai vi starete chiedendo ed il perché potremmo riassumerlo brevemente così: per capire quanto un vecchio telefono, con già un eccellente software, possa ancora essere competitivo ad oggi per quanto riguarda le foto, e quindi spendere ogni anno 1000-1500 euro per un nuovo cameraphone sia superfluo.

Da anni abbiamo ormai un mercato smartphone stantio come innovazioni: Galaxy S22 è sovrapponibile a S24 come iPhone 13 Pro è sovrapponibile a iPhone 15 Pro. E lo stesso ragionamento si può fare con tanti tanti altri smartphone. Alcune aziende, come Xiaomi, hanno provato a fare il grande salto in avanti passando a sensori da 1″ con a supporto ben due teleobiettivi, così da sfruttare ogni lunghezza focale coi suoi benefici ottici, ma in generale non si sono visti enormi passi in avanti.

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Io in primis ho sempre cercato di avere l’ultimo smartphone tra le mani, così da avere il meglio del meglio, ma quando si parla di foto è davvero così necessario? Ho quindi ripreso in mano un Pixel 1, un telefono senza OIS, con un sensore Sony IMX 378 principale da 1/2.3″ ma con a bordo una Google Camera “modificata” del 2019, così da sfruttare alcune feature come l’Hi-Res Zoom, per un effetto simile, detto banalmente, a quello che Apple è arrivata ad offrire con iPhone 15 Pro ed il suo zoom 2X digitale, giusto 7 anni dopo. Le tecniche sono differenti ma il risultato è il medesimo.

Ho quindi iniziato a scattare svariate foto, tutte a massima risoluzione ed in punta e scatta. Ho deciso di sfruttare i RAW anziché i JPEG già elaborati dal software, come faccio sempre con tutti i miei smartphone personalizzati. Per la post produzione ho utilizzato Lightroom tramite il quale ho applicato a tutte le foto un preset generico che avevo creato anni fa per questo Pixel 1, per una post-produzione che quindi al massimo durava 10-15 secondi a foto.

FOTO DA SMARTPHONE: QUESTIONE DI SOFTWARE?

Da sempre si è dibattuto su quanto sia essenziale e più importante avere un buon software rispetto ad un buon hardware e, seppur la verità sia nel mezzo, è sicuramente vero che un eccellente software su un discreto hardware rende più di un discreto software con un eccellente hardware.

Questo è vero su uno smartphone, poiché il margine per creare sensori e lenti che facciano troppo la differenza in dimensioni così ridotte è arduo, mentre su una Mirrorless una lente da 2000/4000 euro può fare tutta la differenza del mondo anche da sola, come un mega sensore full frame come quello da 60MP della Sony A7R V

Dall’altra parte avere un hardware che viene usato solo come ponte per sfruttare tutto il potenziale software è sicuramente un qualcosa che ha senso, anche perché continuare ad aggiornare l’hardware su un telefono, comunque un device abbastanza compatto, è arduo. Sviluppare il software, una volta che si ha una base, è più semplice, difatti sul nostro Pixel 1 abbiamo una Google Camera “moddata” che integra alcune delle più recenti funzioni Google, come l’Hi-Res Zoom.

Chiariamolo. Queste modifiche sono tutte basate su funzioni disponibili su Pixel futuri, dal 3 al 4 per la precisione, soltanto che Google ha deciso di non renderle disponibili sui vecchi smartphone, per limiti hardware. A quanto pare però le feature funzionano perfettamente, a dimostrazione che forse il vero limite in questi casi è il marketing.

I risultati che avremmo ottenuto con la Google Camera originale del 2016/7 non sarebbero stati troppo lontani, ma il vantaggio di questa versione era principalmente quello di sfruttare un’interfaccia grafica migliore e qualche novità software presente sui successivi Pixel 2, 3 e 4. Non solo, perché per i più esperti ci sono anche alcuni parametri come la scelta di quanti scatti unire per la funzione HDR+, rendere l’Hi-Res Zoom attivo anche sotto lo zoom 1.2X, forzare l’HDR+ nei Ritratti o sfruttare l’AWB Adattivo.

Ciò dimostra che spesso non serve acquistare un nuovo modello per sfruttare le nuove funzioni che ci vengono vendute come “esclusive”, ma basterebbe da parte delle aziende lavorare sulla retrocompatibilità di esse e rendere i “vecchi” telefoni ancora prestanti ed attuali. Certo che, in questo caso, alle aziende interessa più vendere un nuovo smartphone che aggiornarne uno precedente.

Questo si unisce anche al discorso “7 anni di aggiornamenti”: come vi ho detto in altre occasioni, che senso ha avere un supporto così longevo, se escludiamo il lato sicurezza, se tanto poi alla fine le novità più succose non arrivano per un mero limite “di marketing”? Se un tizio a caso è riuscito a far funzionare così bene un software di Google, aggiungendo e migliorando la loro app, quanto sarebbe stato difficile farlo direttamente per Google? La risposta credo sia implicita.

Le foto che starete iniziando a vedere sono un po’ la conferma di ciò. Un telefono con il sensore grande la metà dei top di gamma attuali, con una apertura focale di f/2.0 non spintissima, senza OIS, senza sensore stacked, senza sistema di apertura del diaframma variabile, senza trattamenti particolari anticoating, riesce a replicare dei risultati eccellenti ancora ad oggi, in ogni situazione di utilizzo. Alcune fotografie sono addirittura in 2X, con 12MP di partenza, ma probabilmente farete fatica a riconoscerle.

L’HARDWARE QUINDI NON SERVE?

L’hardware serve, è chiaro, anche perché se si ha tra le mani un software eccellente e per farlo funzionare ci si mette anche il miglior hardware a disposizione, otteniamo la combinazione perfetta. Poiché ad oggi nessun produttore di smartphone offre ciò, dobbiamo scegliere tra uno dei due compromessi e sicuramente preferiamo un miglior software ad un miglior hardware.

Questo non ve lo raccontiamo soltanto noi ma anche il vostro giudizio. Xiaomi con sensori incredibili non è mai riuscita ad imporsi nei nostri sondaggi al buio dove proprio voi avete votato le foto migliori, mentre il Pixel 8 Pro ha dominato il confronto punta e scatta proprio grazie al software, avendo le fotocamere sulla carta peggiori del lotto.

In questi oltre 300 scatti effettuati in questi mesi non abbiamo dovuto scartare neanche uno scatto, poiché anche le foto in movimento o con soggetti in moto la cattura dell’istante, anche con l’HDR+ impostato su 10 e più scatti, sono risultate sempre eccellenti. In notturna potrete notare del rumore, certo, ma nulla che non avremmo potuto rimuovere sempre durante l’elaborazione.

Ciò che sicuramente fa la differenza è avere più lunghezze focali a disposizione. Con questo Pixel 1 siamo stati “costretti” a scattare sempre a 23mm, anche se facciamo un ingrandimento 2X infatti non abbiamo i benefici ottici di una lunghezza focale dei 46mm, non abbiamo lo stesso stacco, lo stesso sfocato, la stessa distorsione e via dicendo.

Questo discorso lo affronto spesso quando si parla di iPhone e di Pixel, poiché entrambi i telefoni hanno un buco incredibile dai 20mm ai 120mm, ovvero dall’1X al 5X. Entrambi i telefoni dovrebbero montare un quarto sensore con zoom 3X, di circa 70mm, così da avere su ogni lunghezza focale una copertura ottimale.

Chi dice che iPhone integra uno zoom 2X (e 1.2X o 1.5X) senza perdita di qualità non dice il falso, perché effettivamente la qualità dello scatto è ottima, ma non è nulla che non era già presente nel 2017 con l’Hi-Res Zoom di Google, ottenendo lo stesso risultato. Da una parte abbiamo una sorta di upscaling e dall’altra una via di mezzo con anche una porzione differente di sensore utilizzata.

Ci sono svariati test online che dimostrano ciò, ovvero che se prendete un iPhone 15 Pro e scattate a 1X e 2X, per poi upscalare la foto 1X, otterrete probabilmente un risultato migliore, alla peggio uguale. Questo anche per gli scatti a 28mm e 35mm.

Tutto ciò per dire che il software è essenziale, ma non può sostituire in toto l’hardware. Se volete una lunghezza focale di 35mm, dovete avere una lente dedicata. Se volete una lunghezza focale di 70mm per i ritratti, dovete avere una lente dedicata. Potete zoommare 3X anche con la fotocamera di questo Pixel 1, ma il risultato ottico sarà semplicemente differente da uno digitale. Altrimenti non si venderebbero più obiettivi fotografici differenti, non trovate?

Lo sviluppo quindi fotografico su smartphone al momento dovrebbe incentrarsi più sull’offrire quei 4 punti di vista, le lunghezze focali, tutte con un hardware di pari livello. Una volta fatto ciò, con un software come quello della Google Camera, c’è davvero poca necessità di puntare a sensori poco più grandi o aperture focali esagerate.

I RICORDI NON NECESSITANO DI QUALITÀ

In conclusione ci tengo a fare una considerazione personale: per i vostri ricordi non avete bisogno di un cameraphone. Per i vostri ricordi non avete bisogno di cambiare il vostro telefono ogni anno e spendere 1000 o addirittura 1500 euro. Le foto che abbiamo osservato in questo video non sono un qualcosa di troppo lontano da ciò che potete osservare nelle recensioni di tanti smartphone odierni.

Il contesto di utilizzo, gli amici con i quali condividiamo esperienze, viaggi e quindi foto, la composizione perfetta, l’ora giusta nel luogo giusto e tutti questi aspetti sono una chiave di lettura decisamente più rilevante quando parliamo di fotografia da smartphone.

Le foto di questo capitolo sono da S24 Ultra, con la fotocamera principale da 200MP, ma non credo noterete una differenza così sostanziale da farvi strappare i capelli. Anche in questo caso parliamo di RAW post prodotti, ma sono sicuro che molti di voi potrebbero addirittura preferire i risultati che ha ottenuto quel vecchio Google Pixel 1 con un software ottimizzato da uno sviluppatore sconosciuto.

Pensateci due volte quindi prima di cambiare il vostro smartphone soltanto per le foto. Pensateci due volte quando vi dicono che il vostro vecchio smartphone ottiene risultati peggiori perché ha un hardware peggiore e non può supportare le nuove funzioni, o che che per fare un viaggio e ottenere dei bei ricordi vi serva per forza un cameraphone.

Viaggiando con il Pixel come “mini fotocamera” mi sono ritrovato con meno volte il telefono fra le mani a perdere tempo su Instagram e social vari, godendomi di più i momenti, la compagnia ed i luoghi visitati. Ho comunque sempre portato un Samsung Galaxy S24 Ultra come smartphone principale, ma vi giuro che escluse le lunghezze focali secondarie, non ho mai sentito la necessità di scattare una foto ricordo di backup da lui. I cameraphone non ci servono quindi? Lascio a voi la risposta.

VIDEO

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Articolo originale disponibile qui

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