
Di recente, alcuni creator di video a tema informatica hanno segnalato la rimozione da parte di YouTube di alcuni contenuti online da tempo e apparentemente non in contrasto con le norme della community. I video considerati “pericolosi” o “dannosi” erano guide su Windows 11 o, in generale, tutorial per modifiche hardware/software. In particolare, un canale chiamato CyberCPU Tech (gestito da Rich White) ha visto sparire due video che spiegavano come installare W11 su hardware non ufficialmente supportato. Video popolari, ha sottolineato White, che generano per loro natura “un numero estremamente elevato di visualizzazioni”.
Quando lui e gli altri creator coinvolti hanno fatto ricorso, la risposta di YouTube è arrivata molto in fretta. Troppo, in fretta. Il che fa pensare che a esaminarli non sia stato un essere umano, ma un sistema automatico predisposto a rigettarle.
Per molti è tutta colpa dell’intelligenza artificiale o, come sopra, di un qualche automatismo. L’AI o la moderazione automatizzata avrebbe bannato erroneamente quei video, per poi respingere senza pensarci due volte anche le richieste di revisione. Di sicuro si è trattato di un errore, perché l’etichetta “harmful or dangerous” appare sproporzionata rispetto al contenuto effettivo di quei video. Inoltre, i tutorial in questione erano presenti sulla piattaforma già da un po’ e non erano mai stati segnalati.
Di fronte all’ipotesi AI, comunque, YouTube è intervenuta con un “no” deciso: dietro ai ban non c’è l’intelligenza artificiale. Le rimozioni sarebbero avvenute “in base alle linee guida della community”, ma resta da chiarire con quale criterio preciso. I creatori sono tuttora confusi, perché non è stato detto quale cambiamento nelle regole o nei sistemi abbia causato questa ondata di rimozioni. Di positivo c’è che molti contenuti sono stati ripristinati, specie dopo che i colleghi di Ars Technica si sono messi in contatto con YouTube per spiegazioni.
Questo episodio solleva preoccupazioni sull’affidabilità della moderazione e sull’efficacia dei ricorsi, tra le altre cose. Se questi non vengono valutati da persone reali e comunque ci si trova davanti a un muro di gomma, il lavoro del creator diventa davvero frustrante. White denuncia che una delle sue richieste è stata respinta nel giro di un minuto, il che alimenta dubbi sulla reale trasparenza di YouTube.