Il 19 febbraio è l’anniversario della nascita dell’astronomo polacco Niccolò Copernico (Toru?, 19 febbraio 1473 – Frombork, 24 maggio 1543) tra i padri della cosmologia moderna, famoso per aver affermato e dimostrato matematicamente la correttezza della teoria eliocentrica.
La sua teoria, secondo la quale i pianeti del Sistema Solare ruotano intorno al Sole, lo vide contrapporsi al vigente geocentrismo, che voleva invece la Terra, immobile, al centro dell’Universo, con tutti gli altri corpi celesti in rotazione intorno ad essa.
Platone e Cicerone. Nato nella Prussia reale (nel Regno di Polonia) da un mercante polacco e una nobildonna prussiana, conobbe l’astronomia all’Università di Cracovia, e si trasferì poi a Bologna per studiare diritto. Qui – e nei successivi soggiorni a Roma, Padova e Ferrara – iniziò le sue prime osservazioni astronomiche, entrò in contatto con i più famosi intellettuali dell’epoca e con i testi antichi di Platone e Cicerone in cui si riportavano le opinioni dei greci circa il moto dei corpi celesti.
Tornato a Frombork, in Polonia, negli anni successivi iniziò a lavorare alla sua opera più celebre, il De Revolutionibus orbium coelestium, che a partire dal 1536, quando venne compiuta, iniziò a circolare e a ottenere consensi presso l’intera comunità scientifica europea. Qui Copernico dimostrava attraverso calcoli matematici la correttezza di una teoria già affermata dal greco Aristarco di Samo, secondo la quale non solo la Terra non era più al centro dell’Universo, ma tutti i moti che vediamo (come quello degli astri e del Sole stesso) dipendono dalla Terra, e non dagli altri corpi celesti.
Meglio attendere… Non si trattava di contraddire soltanto la teoria astronomica allora accettata, ma anche l’intero sistema filosofico e religioso del tempo, basato sui canoni aristotelico-tolemaici. Copernico lo sapeva e, percependo il nervosismo delle autorità ecclesiastiche in merito, a lungo indugiò nel dare alle stampe la sua opera, che fu pubblicata nel 1543, in concomitanza con la morte dello scienziato, grazie al sostegno del matematico austriaco Georg Joachim Rheticus o Retico.