E’ stato inaugurato 50 anni fa, ma non mostra i segni del tempo: con la sua dote di strumenti all’avanguardia, l’Osservatorio de La Silla, sulle Ande cilene, ha permesso agli astronomi di fare scoperte rivoluzionarie, aprendo la strada alle future generazioni di telescopi e all’osservazione da Terra dei pianeti esterni al Sistema Solare. Tanti gli eventi organizzati per celebrarlo dall’Osservatorio europeo australe (Eso), che lo ha costruito e che lo gestisce.
La sua costruzione, sulla vetta del Cinchado-Nord, alla periferia del deserto di Atacama, inizò nel 1965, tre anni dopo la fondazione dell’Eso. Dopo l’inaugurazione, avvenuta il 25 marzo 1969, Le osservazioni sono iniziate prima con i telescopi dal diamentro di un metro e da 1,52 metri, ai quali si sono prograssivamente aggiunti nuovi telescopi. Attualmente ne ospita 13, sia dell’Eso sia di Paesi, università e collaborazioni internazionali.
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Attualmente l’osservatorio di punta dell’Eso è il Vlt (Very Large Telescope) al Paranal, che continua a riservare nuove sorprese, l’Eso gestisce ancora a La Silla due dei telescopi più efficienti al mondo: il primo è il telescopio dal diametro da 3,6 metri sul quale è installato lo strumento Harps (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher), fra i più celebri cacciatori di pianeti extrasolari;
La Via Lattea sull’Osservatorio de la Silla; sulla destra il telescopio dal diametro di 3,6 metri con lo strumento Harps per l’osservazione dei pianeti esterni al Sistema Solare (fonte: ESO/B. Tafreshi -twanight.org)
il secondo telescopio è Ntt (New Technology Telescope), che nel 1989 è stato il primo telescopio al mondo ad avere uno specchio principale controllato da un computer. Questa tecnologia innovativa è ora applicata alla maggior parte dei grandi telescopi.
Molte delle dieci scoperte più importanti degli ultimi anni, come quella che dell’espansione accelerata dell’Universo o l’osservazione della prima luce da una sorgente di onde gravitazionali, sono state possibili anche grazie al contributo dei telescopi de La Silla. L’osservatorio gode di condizioni osservative quasi perfette, ma è a rischio di attività tettonica, anche se finora nessun problema è stato causato dai terremoti a La Silla, e di inquinamento luminoso, per via della vicina autostrada panamericana.