La foto del secolo, la prima in assoluto mai scattata a un buco nero è ancora più affascinante perché rappresenta un passo in avanti importante nella comprensione dei segreti del cosmo e una nuova sfida alla teoria della relatività di Albert Einstein. Lo ha detto all’ANSA Mariafelicia Delaurentiis, astronomia e astrofisica dell’Università di Napoli Federico II e della sezione di Napoli dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), che come membro della collaborazione Eht ha coordinato il gruppo di analisi teorica dell’esperimento .
“Le nostre osservazioni- ha rilevato – forniscono una prova diretta della presenza di buchi neri supermassicci nei centri di galassie e dei meccanismo centrale dei nuclei galattici attivi”.
Per questo le nuove osservazioni “costituiscono un nuovo strumento di indagine per esplorare la gravità nel suo limite estremo e su una scala di massa che finora non è stata accessibile”.
Un approccio, ha aggiunto che “è uno strumento formidabile per confermare o escludere le varie teorie relativistiche della gravitazione formulate accanto alla Relatività Generale”. Questo significa che “la teoria di Einstein potrebbe non essere la teoria finale dell’universo”.
La prima foto di un buco nero, ha proseguito, “è un altro passo in avanti nel nostro modo di comprendere i grandi misteri dell’universo“, oltre ad essere il frutto di “un bellissimo esempio di collaborazione e cooperazione internazionale”.
In poche parole questo è “un momento d’oro per gli scienziati che sondano i segreti del cosmo, è l’inizio di una nuova fisica, stiamo guardando qualcosa di assolutamente nuovo. Questo risultato è una delle pietre miliari dell’astronomia gravitazionale. D’ora in poi, la classificazione di questi oggetti cambierà la nostra visione dell’universo”.