Per chi lavora nell’industria del cinema e dei videogame è la grande innovazione che, da qualche tempo, consente di produrre effetti speciali digitali con un livello di realismo mai raggiunto prima: il deepfake, in particolare, permette di ritoccare immagini statiche e video – sfruttando le capacità di un algoritmo – in modo così efficace da farle sembrare assolutamente realistiche.
In mano ai malintenzionati. Nell’epoca della post verità, però, il deepfake è diventato uno strumento potentissimo anche per i malintenzionati. C’è chi, per esempio, lo sfrutta per creare fake news allo scopo di inquinare la discussione politica con immagini di propaganda fotorealistica; ma c’è anche chi lo impiega a scopo di estorsione, in particolare per creare falsi video porno da usare come minaccia nei confronti degli ignari “protagonisti”, che vengono invitati a pagare un riscatto per evitare che il video sia pubblicato in Rete. Un bel problema a cui la scienza da tempo sta cercando di dare una soluzione.
Gli ultimi a provarci sono stati Jevin West e Carl Bergstrom due scienziati dell’università di Washington, che hanno creato il sito WhichFaceIsReal per addestrare gli utenti di internet a capire se una foto è effettivamente frutto di un algoritmo o è vera. Si tratta di una sorta di test che consiste nell’indovinare tra due foto quale appartiene a una persona esistente e quale no. Provateci, è meno semplice di quanto immaginate: le foto prodotte con l’ausilio dell’intelligenza artificiale sono praticamente indistinguibili da immagini reali.
I volti sono infatti frutto del lavoro di un algoritmo sviluppato da Nvidia (la società californiana che produce componenti per le elaborazioni grafiche dei personal computer) che realizza ritratti fotografici “artificiali” quasi perfetti. Il risultato è frutto (anche) di un addestramento basato sulla memorizzazione di due grandi raccolte di foto: la prima comprendeva migliaia di volti famosi, la seconda invece includeva 70.000 foto di facce pubblicate su Flickr sotto licenza Creative Commons.
Come riconoscere i volti falsi. Cimentandosi col test di WhichFaceIsReal è dunque facile incappare in errore, ma la buona notizia è che si può migliorare: il sito offre alcuni suggerimenti per aiutarci a distinguere tra foto reali e false.
Il primo indizio sono le cosiddette water-slotches, macchie/gocce d’acqua che appaiono un po’ ovunque sulle foto, un po’ come in passato accadeva alle vecchie stampe fotografiche. “Spesso – si legge sul sito – appaiono nell’intersezione tra i capelli e lo sfondo della foto”.
Un altro indizio ce lo fornisce lo sfondo: l’algoritmo si concentra sul viso e non presta molta attenzione a ciò che accade ai lati. Quindi sullo sfondo possono apparire forme strane e a volte lo sfondo stesso sembra strappato.
Poi ci sono gli occhiali: “Al momento – spiegano i due studiosi – è molto difficile per gli algoritmi generare occhiali dall’aspetto realistico. Un problema comune è l’asimmetria”. Basta guardare con attenzione la montatura per trovare un dettaglio mancante o una sfasatura e riconoscere così il falso.
A proposito, la ricerca di asimmetrie è in generale un buon metodo di indagine per riconoscere un’immagine deepfake: gli orecchini per esempio sono quasi sempre traditori. Infine, anche i capelli sono un punto critico: al momento è molto difficile per un software crearli ex novo, così a volte (per esempio) appaiono troppo dritti, a volte circondati da uno sospetto bagliore. Lo stesso dicasi per i denti, altrettanto difficili da realizzare per un software.
La prova regina. Ma secondo gli autori del test c’è un elemento che permette di determinare, in modo quasi infallibile, se un volto è genuino. Al momento, infatti, sembra che non esista alcun software in grado di generare più immagini della stessa persona prese da più prospettive. Per cui, suggeriscono gli autori del sito, per essere sicuri che un’immagine rappresenti una persona reale vale la pena insistere per averne qualche altra versione colta da un’altra prospettiva. Verrà un giorno in cui il software probabilmente avrà colmato anche questa lacuna. Ma per ora la presenza di più immagini possono rassicurarci sul fatto che l’immagine non sia un falso.
P.S.: nell’immagine che apre questo articolo, il viso reale è quello di destra.