La showrunner Lauren Schmidt Hissrich e le due protagoniste Freya Allan e Anya Chalotra sono intervenute a Lucca per parlare dell’adattamento seriale dei romanzi di Sapkowski
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Arriverà il prossimo 20 dicembre su Netflix l’attesa serie tv The Witcher, tratta dai romanzi dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski. La produzione è stata presentata a Lucca Comics & Games 2019, con anche il lancio in anteprima mondiale del nuovo trailer. Presenti alla manifestazione, oltre allo stesso autore, anche la showrunner Lauren Schmidt Hissrich, assieme alle due protagoniste Freya Allan e Anya Chalotra, che assieme a Henry Cavill, ovvero Geralt di Rivia, compongono il cast principale degli episodi: “Sono tutti personaggi molto complessi, volevo conoscerli a fondo prima di scriverli anche se a un certo punto sono stata costretta a separarmene“, dice Schmidt Hissrich.
Ovviamente il lavoro di sceneggiatura non poteva prescindere dai libri: “Ero già una fan del libro Il guardiano degli innocenti [il primo in termini cronologici della saga letteraria, ndr], l’avevo già letto prima che Netflix mi contattasse per fare la serie“, rivela l’autrice. “Il problema principale è che si trattava di 4000 pagine e quindi dovevo decidere da dove iniziare e come introdurre al meglio tutti i personaggi“. È stato necessario introdurre alcuni cambiamenti: “Il cambio principale è stato introdurre prima Ciri e Yennefer, che sennò sarebbe arrivate solo nella terza stagione: invece volevo che fossero personaggi completi e complessi già la prima volta che incontrano Geralt“, dichiara Schmidt Hissrich, che parla anche del rapporto con Sapkowski: “L’importante per lui è che ci fosse l’anima dei suoi libri, non era preoccupato dei dettagli: diceva che voleva che la zuppa avesse gli stessi suoi ingredienti e che alla fine avesse lo stesso gusto, il resto no. È venuto anche a vedere il set, mi sembrava soddisfatto“, racconta.
Lauren Schmidt Hissrich, Anya Chalotra e Freya Allan al Lucca Comics and Games 2019
“Mi sono per questo concentrata sui suoi temi cruciali, come questi personaggi che vengono da famiglie distrutte e ne ricostruiscono una fra di loro“, continua la showrunner. “Poi ci sono altre tematiche più politiche, come razzismo, xenofobia, sessismo e ovviamente anche cosa significa essere un diverso, un outsider. Ma ovviamente c’è anche la magia, i mostri e molte altre avventure“. Un altro tema che torna dalla saga di Sapowski è il destino: “Era un concetto molto importante per me, soprattutto quando ho fatto il mio pitch a Netflix: il destino non è il fato predestinato, è quello che decidi che la tua vita sarà. Geralt parla della legge della sorpresa, e lui si ritrova col destino che gli dà in Ciri una specie di figlia inaspettata“.
Le figure femminili in effetti sono fondamentali per questa serie: “Non credo che le donne debbano riappropriarsi del mondo fantasy in senso stretto, ma ci deve essere spazio per tutti, per storie in cui chiunque si può immedesimarsi“, commenta Schmidt Hissrich. E qui le donne sono davvero speciali, come Yennefer, maga longeva e dalle origini difficili: “È una strega molto testarda, nella serie si esplora la sua trasformazione da quattordicenne travagliata ad adulta che ha un grandissimo cuore ma non accetta un no come risposta“, dice Anya Chalotra che la interpreta. “All’inizio è stato molto difficile, soprattutto dare verità al personaggio con le sue origini in cui ha a che fare anche con la deformità“.
Le fa eco Freya Allan, che invece dà il volto alla principessa Ciri: “Lei ha sempre vissuto nella sua bolla, molto protetta dal mondo esterno e delle sue brutture. Ma è anche molto curiosa, fa moltissime domande ed è anche per questo che si metterà nei guai“, racconta l’attrice. “È stato difficile gestire un personaggio che è sempre stato protetto da tutto, quindi la sfida era mostrarla in questo percorso di scoperta e di consapevolezza, che è un po’ simile al mio, uscita dalla scuola di recitazione e finita subito in una enorme produzione del genere“. Le due interpreti si sono anche dovute cimentare con delle scene di azione, che sono uno dei pilastri della serie: “Ho amato tantissimo le scene di combattimento e lavorare con gli stunt, tutto quello che faceva Henry [Cavill] lo facevamo anche noi, lavorare in una produzione così grandiosa è stato davvero emozionante“, aggiunge Chalotra.
Anche se creatrice e interpreti sottolineano l’indipendenza narrativa della serie, non si può negare però che The Witcher sia una saga divenuta famosa in tutto il mondo anche grazie alla saga videoludica, anche se questa serie si attiene scrupolosamente ai libri: “I videogiochi sono davvero fenomenali ma ovviamente sono un enorme lavoro di Cgi. Noi volevamo prendere una strada diversa, per non aver abbiamo cercato le location giuste, girando in cinque paesi diversi. Ci sono degli effetti speciali ma sono solo da supporto alle ambientazioni reali che abbiamo voluto creare“, precisa Schmidt Hissrich. Anche le attrici concordano: “L’unica nostra ispirazione sono stati i meravigliosi script che ci hanno dato“. Ma è difficile al giorno d’oggi realizzare una serie fantasy, quando ci sono precedenti eccellenti di enorme successo (leggi Game of Thrones)? La showrunner non si fa intimorire dalla sfida: “Per me l’unico modo per non assomigliare a cose già fatte è lasciare libera l’immaginazione, il Continente d’altronde non esiste e quindi avevamo ogni possibilità, ma per esempio ci siamo ispirati molto al folklore slavo, cosa mai fatta prima“.
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