Quando si parla di smartphone è facile che si creino delle fazioni, che ognuno di noi prenda delle parti a seconda dei gusti, idee ed esperienze pregresse, ma credo che su una cosa tutti possiamo concordare: ci sono troppi smartphone in circolazione. Non fraintendete, la competizione è fondamentale per il libero mercato e a goderne siamo noi utenti finali: più sono le alternative e più si abbattono i prezzi, si investe in ricerca e si spinge la tecnologia.
Ma se il fiume straripa, supera gli argini e invade tutto allora nascono i problemi. Se penso al mercato mobile lo immagino così, come un corso d’acqua impetuoso, difficile da intercettare e comprendere, perchè spesso confonde veicolando troppi messaggi. In un simile quadro apprezzo, quindi, se un brand come Wiko decide di andare un po’ controcorrente e proporsi con una line-up stretta, chiara e ben definita.
Lo si capisce in modo chiaro sfogliando il catalogo 2019 del produttore, un listino centrato intorno a una serie – Wiko View – declinata secondo tre modelli differenti: View 3, View 3 Pro e il nuovo View 3 Lite. Si tratta di tre prodotti di fascia economica ma che nascondono al proprio interno piccole ma sostanziali differenze. In questo articolo vi racconto quali sono e perché scegliere uno o l’altro modello.
VIEW 3 LITE: COM’È FATTO E QUANDO HA SENSO
Parto dal design e dal prezzo, due dei fattori più importanti per una fascia tanto ricercata quanto popolare, seppur siamo tutti bravi a commentare o screditare l’ultimo top di gamma da più di mille euro è altrettanto vero che i volumi veri (in Italia) si fanno con smartphone come il View 3 Lite. Uno smartphone, prima di tutto, deve piacere e alla base operativa Wiko di Marsiglia lo sanno bene, non a caso la colorazione Artic Bleen che vedete in queste immagini riesce a fare la differenza.
Non si tratta di una gradazione casuale, qualche mese fa ho avuto la possibilità di vedere con i miei occhi il luogo di genesi che ha poi portato a tale colorazione, ispirata al mare dei calanchi e alle rocce circostanti. La ricerca per tali dettagli riesce poi a fare la differenza e sfido chiunque a non apprezzare questa scelta cromatica fresca che è stata qui fatta.
Se si parla di terminali economici, poi, il posizionamento esatto è determinante e basta sbagliare di 5-10 euro perché l’acquirente passi ad altro. Il listino del View 3 Lite parla di 129 euro ma online questa soglia si abbassa ulteriormente fino a toccare quasi la soglia dei 100 euro, un posizionamento particolare che bisogna subito assimilare per poter poi valutare pregi e difetti.
Tra le cose buone, direi anche fondamentali, c’è una batteria da 4.000mAh che segue la linea della super autonomia tracciata dagli altri due componenti della serie: a muovere tutto c’è infatti un chip sconosciuto che porta il nome di Unisoc SC9863A (octa-core Cortex-A55 a 28nm) che consuma poco e non sfigura per le operazioni base. Wiko parla di 2 giorni di utilizzo continuativo con una singola carica, realisticamente si ha la quasi certezza di concludere un giorno e mezzo prima di cercare un caricabatterie. Questo grazie ad un display di media grandezza che supera di poco i sei pollici (6,09” per la precisione) e vanta una risoluzione solo HD (720 x 1560 pixel).
Neanche a dirlo c’è la micro USB, porta di accesso che speriamo verrà dimenticata nel 2020 anche per i terminali più economici, la memoria RAM è di soli 2GB e lo spazio di archiviazione pari a 32GB, certamente pochi per chi scarica tante applicazioni e abusa delle piattaforme di messaggistica come Facebook e WhatsApp, veri e propri macigni digitali se appesantiti da contenuti multimediali e backup. La buona notizia è che si può espandere fino a 128GB tramite microSD.
Non è certo un fulmine nella navigazione dell’interfaccia, sarebbe assurdo aspettarselo, come è altrettanto scontato che manchi il chip NFC e l’intera scocca sia realizzata in plastica. Le foto scattate con la doppia fotocamera posteriore da 13+2MP raggiungono poi la sufficienza, anche in condizioni di scarsa luminosità il View 3 Lite si difende bene. Per chi ha un budget contenuto e non vuol spingersi oltre i 100 euro è una scelta più che convincente, esteticamente gradevole e con un sistema facilmente accessibile (ne parlo qui sotto).
- Sistema operativo: Android Pie 9
- Display: 6.09 pollici 1560 x 720 IPS LCD 18:9
- Processore: Unisoc SC9863A
- GPU: IMG8322
- Memoria: 2GB RAM – 32GB storage (espandibile fino a 128GB)
- Fotocamere posteriori: 13 MP + 2 MP Wide – 1080 video
- Fotocamera frontale: 5 MP – Full HD video
- Connettività: Wi-Fi b/g/n, Bluetooth 4.2, Micro USB 2.0
- Dual nano-SIM
- Posizionamento: GPS, Glonass, BeiDou, Galileo
- Batteria: 4.000 mAh
Wiko View 3 Lite
QUALE CONVIENE TRA IL VIEW 3 E IL VIEW 3 LITE
Tra i due intercorrono poche decine di euro sugli store online, una differenza esigua per certi occhi ed eccessiva per altri. Naturalmente il mio consiglio è di spendere qualcosa in più e puntare sul View 3 che, in più, vanta un più prestante SoC Helio P22 (sempre octa-core) capace di offrire quello spunto che rende tutti i passaggi più morbidi e fluidi.
Il display leggermente più grande è sempre utile, seppur non cambi la risoluzione HD, e poi resta l’eccellente autonomia che tanto abbiamo decantato qui e in passato. La fotocamera grandangolare presente sul View 3, infine, è di quelle cose che potrebbero da sole spiegare il maggior esborso, a patto che se ne abbia la voglia e possibilità.
Qualcuno starà ovviamente pensando alle alternative che, anche su questa fascia bassa, di non mancano, ma è importante guardare un dettaglio non trascurabile: il software.
Wiko, a differenza di altri brand che offrono dispositivi economici, si è affidata ad una versione quasi stock di Android 9 che ha tra i suoi vantaggi una immediata familiarità per tanti, leggerezza d’uso e aggiornamenti facilitati (seppur siamo fermi alla patch di luglio 2019). Dopo di che entrano in gioco i gusti soggettivi che fanno pendere da un lato o dall’altro la bilancia al momento di una scelta, di certo avere un sistema con poche personalizzazioni aiuta ed evita facili confusioni.
Mi piacerebbe vedere meno bloatware, alla prima accensione ho contato 7 applicazioni preinstallate tra cui Linkedin, Amazon Shopping e gli immancabili giochi. Capisco il motivo, ma per favore limitiamoli. Detto questo, tutte le varianti di View 3 hanno un vantaggio oggettivo grazie a questa scelta di campo che tanti altri dovrebbero seguire, penso anche all’uso di Google Foto anziché una strampalata galleria poco ottimizzata.
UNA LINEUP CHE IN ITALIA HA IL SUO PUBBLICO
Che piaccia o meno, la serie View 3 piace a noi italiani, a dirlo non sono io ma le stime di vendita (fonte GFK) che vedono Wiko nella Top 5 nelle vendite di smartphone nel nostro paese: il brand cinese ha infatti il 6,5% delle quote di mercato nella rilevazione di settembre 2019, un valore rappresentativo dell’ultimo anno (fluttuante mese per mese da un minimo del 5,4% ad un massimo del’8,3 percento). Numeri importanti e piazza contesa con Xiaomi, quarto brand per volumi solo se associato alla sua controllata Redmi; se dovessimo guardarli tutti singolarmente, allora dietro a Samsung (34,8% al 9/19), Huawei (21,4% al 9/19) ed Apple (17,2% al 9/19) vedremmo proprio Wiko.
Al di là dei pregiudizi, delle idee che poi ognuno si fa seguendo come noi il mercato del tech e del mobile, in questo mondo conta molto saper interpretare le reali esigenze degli utenti e piazzare sul mercato i prodotti giusti, capaci di rispondere a tali richieste. La verità è che Wiko c’è riuscita anche quest’anno e lo ha fatto con una line-up apprezzabile, stretta, concisa e focalizzata su pochi punti importanti: aspetto, autonomia e software. Nessuna di queste tre è mai scontata se si parla di smartphone economici.
(aggiornamento del 10 novembre 2019, ore 02:30)