Sono arrivati giusto in tempo per stuzzicare la curiosità, gli ultimi dati catturati dal cacciatore di antimateria Alpha Magnetic Spectrometer (Ams-02). Pubblicati sulla rivista Physical Review Letters dalla collaborazione scientifica guidata dal Cern, i dati riguardano la cattura delle prime particelle di elio cosmico: “E’ una misura che riguarda la materia, ma ci dà il riferimento di alcune caratteristiche che potrebbero essere trovate nell’antimateria, un miliardo di volte meno abbondante”, ha spiegato il fisico Roberto Battiston, che ha visto nascere l’Ams-02 a capo del contributo italiano coordinato da istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
I nuovi dati sono arrivati pochi giorni prima della disattivazione di Ams-02, necessaria per installare il nuovo sistema di raffreddamento grazie alle passeggiate spaziali degli astronauti Luca Parmitano, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), e Andrew Morgan della Nasa. I nuclei di elio sono abbondanti, presenti come sono in circa il 20% dei raggi cosmici, ossia nelle particelle cariche di energia che provengono dallo spazio profondo. In particolare sono state catturati isotopi di elio, ossia particelle con lo stesso numero di protoni ma diverso numero di neutroni, chiamati elio-3 ed elio-4. La cosa interessante, ha spiegato Battiston, è che entrambe si trovano nello stesso intervallo energetico dell’antielio-4.
Vale a dire che sono una sorta di specchio della loro controparte nell’antimondo. In passato non sarebbe stato possibile ottenere misure così precise, ma adesso “la ricerca sui raggi cosmici è entrata nell’era della precisione: adesso le cose sono più chiare e si possono vedere gli effetti”. Quella dell’elio cosmico, in particolare, “era una misura attesa da molto tempo – ha aggiunto – perché è sempre stata considerata il punto di riferimento per capire un possibile componente dell’antimateria”, come una sorta di specchio del loro opposto nel mondo dell’antimateria. Per il primo firmatario dell’articolo, Alberto Oliva, potrebbe essere l’inizio di un nuovo capitolo avvincente della ricerca sui raggi cosmici: “potremmo trovare qualcosa del tutto inaspettato, proprio come accade quando si entra in territori nei quali non era mai stata rilevata alcuna misura”.