Il problema è decisamente vecchio, dato che risale almeno a Giovenale e alla sua famosa domanda «Quis custodiet ipsos custodes?», «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?».
La nostra società si affida sempre più alla videosorveglianza: videocamere spuntano sempre più sovente sia nei luoghi pubblici che nelle case private e, se per queste ultime possiamo confidare che soltanto il proprietario sia in grado di accedere alle immagini (sebbene non sempre sia così), per le prima non si può fare a meno di domandarsi se chi è deputato a controllare le registrazioni sia davvero degno di fiducia.
I casi che minano alla base detta fiducia, dopotutto, non mancano. Il più recente è stato segnalato dal sito russo MBH Media, secondo il quale l’accesso alle 175.000 videocamere di sorveglianza della città di Mosca è tranquillamente in vendita nel dark web.
Tali telecamere fanno parte del sistema a circuito chiuso denominato Città sicura che, come dice il nome stesso, è stato realizzato con l’obiettivo di prevenire e reprimere il crimine. Invece pare che sia usato per aiutarlo.
La notizia sarebbe già grave se fosse tutta qui, ma c’è di più: a mettere in vendita l’accesso alle telecamere (e alle loro registrazioni) sarebbero gli stessi poliziotti, insieme ai membri dell’amministrazione cittadina.
Funziona così: una volta scovato il forum o la chat room giusta, si possono acquistare le credenziali di accesso al sito del gestore di tutto il sistema; esse sono valide per cinque giorni e capaci anche di garantire l’uso dei software di riconoscimento facciale integrati in circa 3.000 dei dispositivi di sorveglianza.
Il prezzo è praticamente un affare: appena 30.000 rubli, ossia circa 425 euro, in cambio dei quali è possibile non solo consultare le riprese dal vivo ma anche i filmati archiviati (conservati generalmente proprio per cinque giorni, 30 in caso di luoghi di particolare interesse dal punto di vista della sicurezza).
In questo modo è possibile, per esempio, seguire o ricostruire gli spostamenti di una persona nelle ultime 120 ore; non a caso, tra i maggiori clienti di questo commercio ci sono non solo i criminali, ma anche gli investigatori privati.
Sempre secondo il sito russo la compravendita di questo tipo di dati non è un’esclusiva del dark web: alcuni dei forum attivi in questo particolare settore sono indicizzati anche da Google, segno che il traffico avviene anche alla luce del giorno.