Il cervello è dotato di un filtro anti-rumore: il suo compito è ridurre la percezione dei suoni provocati dai movimenti del proprio corpo, in modo da focalizzare meglio l’attenzione su quelli provenienti dall’ambiente circostante. Formato da neuroni della corteccia motoria che ‘tappano le orecchie’ ai neuroni della corteccia uditiva, questo ‘filtro’ gioca un ruolo essenziale per la sopravvivenza, perché aiuta a individuare potenziali pericoli e predatori. Lo dimostra lo studio condotto sui topi dai ricercatori della Duke University nella Carolina del Nord, che pubblicano i risultati sulla rivista Nature.
“La cosa speciale di questo processo di cancellazione – spiega il neurobiologo Richard Mooney – è che il cervello impara a spegnere le risposte ai suoni prevedibili che vengono generati dal corpo: è possibile osservare queste risposte che scompaiono in funzione del tempo e dell’esperienza”. I ricercatori lo hanno fatto monitorando l’attività cerebrale di topi indotti a camminare su un tapis roulant immerso in un ambiente virtuale. Per vedere in azione il circuito anti-rumore del cervello, hanno insegnato ai roditori ad associare un suono artificiale con i loro stessi passi.
“Abbiamo deciso di usare un suono che fosse il più artificiale possibile – spiega il ricercatore David Schneider – per spingere il cervello del topo a fare più di ciò per cui si è evoluto”. Durante la passeggiata sul tapis roulant, i topi hanno mostrato una progressiva modificazione delle connessioni nervose (sinapsi) tra i neuroni della corteccia motoria e quelli della corteccia uditiva, permettendo ai biologi di individuare i singoli neuroni inibitori entrati in azione per ‘cancellare’ la percezione del suono artificiale.