È stato annunciato qualche mese fa dopo un fitto chiacchiericcio, ha catturato la curiosità di molti e ora è pronto al debutto in Italia e in altri dieci Paesi europei: Google Nest Hub di seconda generazione, il nuovo altoparlante intelligente con display del colosso di Mountain View, da oggi è (finalmente) disponibile per l’acquisto anche nel nostro Paese. L’ho provato per una settimana, curiosa di scoprire le novità che lo differenziano dal modello precedente, uscito in Italia nel 2019 (QUI la nostra recensione). Tra monitoraggio del sonno, gesti rapidi e qualità audio maggiore, il nuovo smart speaker di Google mi ha dato un bel da fare. Ma basta spoiler, andiamo con ordine.
SOMMARIO
IL DESIGN
Partiamo dal design senza però tralasciare una doverosa premessa: dal punto di vista estetico, Google Nest Hub è sin dal suo esordio uno degli altoparlanti intelligenti attualmente presenti sul mercato che apprezzo di più, forse il mio preferito in assoluto (ribadisco, esteticamente parlando). Minimal ed elegante, sobrio e compatto, il dispositivo ha il giusto ingombro e si adatta a ogni stanza e tipologia di arredo.
A primo impatto, rimanendo sempre nel confine dell’estetica, la nuova generazione dello speaker di casa Google non delude, anche perché è a tutti gli effetti il gemello monozigote della versione precedente. L’unica (imp)percettibile differenza è l’assenza del bordo, una miglioria che a parer mio lo rende ancora più omogeneo, armonico e facilmente pulibile, oltre a perfezionare la sua funzione di cornice digitale.
Il display LCD touchscreen HD da 7 pollici (risoluzione da 1024 x 600 pixel) con rivestimento in vetro, anch’esso ereditato dal modello precedente, è montato su una base ovale che si presenta ora leggermente più alta.
Davanti, Nest Hub ospita due microfoni ad ampio raggio (nella nuova versione ne è stato aggiunto un terzo, nascosto nella base) e un sensore frontale che regola l’illuminazione e adatta la temperatura dello schermo all’ambiente circostante, oltre a rilevare i movimenti. Personalmente, ho trovato molto gradevole il lieve bagliore che emana lo schermo quando è immerso nel buio.
Sul retro, l’involucro ospita il tasto allungato della regolazione del volume, posizionato sul lato destro del display, e l’interruttore fisico per la disattivazione dei microfoni nella parte superiore.
Due le colorazioni che sbarcano sul mercato italiano, grigio chiaro e grigio antracite. Consueta l’attenzione di Google nei confronti delle tematiche sostenibili, con un involucro costituito al 54% da plastica riciclata (nel tessuto, custodia, base e altre piccole componenti).
AUDIO
Nel descrivere le prestazioni audio della new entry di casa, che è dotato di speaker con driver da 43,5 mm e tre microfoni, Mountain View è stata chiara: il nuovo Nest Hub diffonde il 50% di bassi in più rispetto al primo arrivato. La qualità dell’audio del nuovo altoparlante è decisamente migliorata rispetto al precedente ma, nonostante si basi sulla stessa tecnologia di diffusione di Nest Audio, si discosta fortemente dalle prestazioni di quest’ultimo. Il suono prodotto dal nuovo altoparlante è comunque più pieno e la voce dell’Assistente Google suona più piacevole. Nel complesso, l’audio si allinea alle funzionalità del dispositivo e soddisfa, senza (giustamente) stravolgere. Un consiglio: combinato in modalità stereo con altri altoparlanti Nest, è efficace e rende ancora meglio.
SOLI
Il punto di forza della seconda generazione di Nest Hub, nonché suo principale elemento distintivo, è il chip di rilevamento del movimento Soli, una tecnologia radar a bassa energia utilizzata per Motion Sense e per il riconoscimento facciale di Pixel 4 e Pixel 4 XL. Grazie ad essa, è possibile interagire con il dispositivo attraverso i “gesti rapidi”, ovvero i movimenti della mano che non richiedono il contatto diretto con il display.
Per mettere in pausa o riprendere la riproduzione di contenuti audio o video (ma anche la sveglia, il timer e la stessa assistente vocale), basta dunque mimare un semplice tocco davanti allo schermo. Il sensore è sensibile e ricettivo, funzionale nei momenti in cui non si può – o non si ha voglia – di utilizzare i comandi vocali o il pannello touchscreen ed è accurato anche a distanza (a occhio e croce arriva fino a una distanza di circa due metri). Una funzione decisamente approvata.
SLEEP SENSING
Lo stesso sensore Soli è alla base della vera, grande novità introdotta dal nuovo dispositivo: Sleep Sensing. Si tratta di un sistema di monitoraggio del sonno che traccia la durata e la qualità del sonno della persona che lo utilizza, rilevando frequenza respiratoria, colpi di tosse e russamento; un servizio molto simile a quello offerto da smartwatch e fitness tracker che incorporano funzioni di screening del sonno, con il vantaggio di non doverlo indossare a letto.
Un monito è d’obbligo: affinché funzioni correttamente, è fondamentale posizionare il dispositivo a circa 30-60 centimetri di distanza dal proprio letto, possibilmente sul comodino in linea d’aria con la testa o il petto (non sulla testiera o ai piedi del letto).
Non vi nego di essere stata pervasa da un moto di scetticismo iniziale, dovuto in primo luogo alla mia riluttanza a dormire con dispositivi elettronici accanto, motivo per cui la prima notte di utilizzo, il mio Nest Hub mi ha “controllato” dalla scrivania di fronte al letto. Lo ammetto, non è stata un’idea intelligente: la mattina successiva ho infatti constatato con sommo rammarico che i dati relativi al mio sonno non erano stati registrati. Errore evitabile, sì, ma risolvibile (a cosa servono le recensioni, se no?).
Nel complesso, quando funziona, Sleep Sensing funziona piuttosto bene. Le informazioni raccolte, che possono essere consultate sia direttamente dal display di Nest Hub, sia attraverso l’app Google Fit per iOS e Android, sono rigorose e precise, utili a rilevare la qualità del riposo e a correggere il tiro, riequilibrando la propria routine notturna. Con il monitoraggio del sonno, Nest Hub non sostituisce una diagnosi medica, né rileva i disturbi del sonno, ma resta in ogni caso una comoda funzione dedicata al benessere degli utenti.
La nota negativa però c’è, e non è trascurabile: come puntualizzato dalla stessa azienda, Sleep Sensing sarà gratuito per il primo anno dal lancio, successivamente diventerà una funzione a pagamento (non sono ancora noti gli eventuali costi).
Un vero peccato, dal momento in cui è forse l’unico, significativo segno caratteristico che differenzia la seconda generazione di Nest Hub dalla prima.
LA PRIVACY DURANTE IL SONNO
Un dispositivo che monitora e registra suoni e movimenti può certamente risultare intrusivo e poco sicuro sul fronte della privacy. L’assenza di una fotocamera integrata, un neo per le videochiamate (che possono comunque essere fatte con l’app Google Duo), sarebbe stata mantenuta proprio per garantire una maggiore sicurezza e tutela dei dati personali: senza di essa, Google non può infatti catturare alcuna immagine del viso delle persone. I dati audio relativi al sonno e i movimenti, registrati dai microfoni, dai sensori di lettura e da quelli della temperatura, vengono memorizzati solo localmente sul dispositivo, senza dunque essere inviati ai server dell’azienda.
Inoltre, la funzione di monitoraggio del sonno è opzionale e può quindi essere attivata e disattivata a discrezione dello stesso utente in qualsiasi momento, in modo semplice e intuitivo (quando è attiva, in alto a destra sul display spunterà l’icona del letto). Si può inoltre mantenere attivo soltanto il tracking del sonno, disattivando la funzione che rileva russamento e colpi di tosse.
CASA INTELLIGENTE
Come tutti gli speaker intelligenti di Google, anche Nest Hub di seconda generazione è pensato per controllare i prodotti smart per la casa. La novità su questo fronte è l’introduzione del supporto radio Thread, un protocollo di comunicazione simile a Zigbee che permette agli altoparlanti intelligente di funzionare in modo più sicuro ed efficace, che però sull’ultimo arrivato di Google è ancora dormiente. Ciò non esclude che in futuro il sistema possa diventare una parte essenziale della tecnologia per la casa intelligente di Mountain View.
PREZZO
Google Nest Hub (2a generazione) arriva in Italia il 4 maggio e sarà disponibile su Google Store e presso i principali rivenditori di elettronica di consumo al costo di 99,99 euro, circa 30 euro in meno rispetto al primo lancio del 2019 (che rimarrà in listino, sicuramente scontato). Un prezzo accessibile e moderato, in linea con le funzionalità e le prestazioni e anche abbastanza vantaggioso guardando ai competitor.
CONCLUSIONI
Le nuove funzionalità, gli aggiornamenti e il prezzo inferiore fanno di Google Nest Hub di seconda generazione il degno successore del primo modello e il fiore all’occhiello della gamma Nest. Nel complesso, pur senza alcun twist trascendentale né una personalità così marcata, rimane un buon altoparlante intelligente che tiene dignitosamente testa agli smart speaker della concorrenza. Una nota negativa: l’assistente vocale di Google è ancora molto meno ricettivo rispetto ad altri (non faccio nomi) e lo stesso altoparlante è piuttosto lento nel recepire ed assecondare i comandi.
In conclusione, se state cercando una buona cornice digitale intelligente con cui ascoltare la musica e utilizzare funzionalità basiche ma complete con l’aggiunta (prossimamente a pagamento) di Sleep Sensing, Nest Hub di seconda generazione, considerando il prezzo piuttosto contenuto, fa al caso vostro.
CARATTERISTICHE TECNICHE
- Display: 7″, risoluzione di 1.024 x 600 pixel
- Audio: speaker con driver da 43,5 mm, 3 microfoni, interruttore fisico per la disattivazione dei microfoni
- Sensore ambientale e nuovo sensore cromatico per adattare la temperatura dello schermo all’ambiente circostante
- Sensore per la misurazione della temperatura
- Sensore Soli alla base delle air gesture e del tracciamento del sonno con Sleep Sensing
- Colori: Grigio chiaro, Grigrio antracite
- Connettività: Wi-Fi ac, Bluetooth 5.0
- Dimensioni: 177,4 x 120,4 x 69,5 mm
- Peso: 558 g
- Consumo: 15 W
- Prezzo: 99,99 euro
PRO E CONTRO
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