Nuova puntata di vita vera con l’auto elettrica, la rubrica che vi racconta i viaggi reali a bordo di auto elettriche, con tutti i pro e i contro del caso. Nella scorsa puntata avevamo affrontato un viaggio a Firenze, a metà tra lavoro e piacere. Questa volta ci spingiamo più in là, nel cuore dell’Italia e nel cuore della passione italiana per le Mazda MX-5 di ogni generazione, dalla NA alla più recente ND.
Vita Vera con l’auto elettrica è una rubrica in cui racconto, senza filtri, l’esperienza di vita di chi ha scelto di fare qualsiasi cosa solamente con un’auto elettrica, in particolare una Tesla Model 3 Long Range. Nel corso delle puntate, l’obiettivo è descrivere la situazione dell’infrastruttura pubblica e di quella privata nei vari hotel, esercizi commerciali e nelle città toccate durante gli spostamenti. Per scoprire come ho raccolto i dati, clicca qui.
Ebbene sì, avere un’auto elettrica non è necessariamente sinonimo di odio per le auto a benzina. Mazda MX-5, in particolare, è sempre stata una di quelle che mi è entrata nel cuore e non è se ne è mai andata, in attesa di portarmene a casa una, chissà…
Se volete sapere perché è facile innamorarsene, ecco quattro episodi delle mie avventure con la Miata:
Miataland, come dice il nome, è il posto dove Andrea Mancini ha realizzato il parco giochi perfetto per gli amanti di questa spider. Andrea Mancini è un uomo fortunato e la passione non gli manca: nel cuore dell’Umbria ha raccolto la sua collezione di pezzi unici, modelli che arrivano da ogni parte del mondo e che rappresentano un vanto per l’Italia e un’importante memoria storica.
IL PERCORSO
Arrivare a Miataland dal Nord non è facile, e non lo è neanche dal profondo Sud se è per questo. L’Umbria richiede un bel po’ di ore di guida, tanto che Google Maps ci calcola un tempo che va dalle 4 ore e 20 nel caso più roseo alle quasi 6 ore del caso più estremo, sempre secondo i dati storici e le stime.
Ad ogni modo, ignoriamo i numeri e andiamo al sodo: partendo alle 8:45 di sabato 11 giugno, Google stima che sarei arrivato alle 14:35. E se lo stima Google significa che, in media, la gente che parte a quell’ora impiega un tempo simile, non sottovalutate la forza dei “big data” e non iniziate a fare i fenomeni dicendo che voi ci mettete 3 ore nette in retromarcia e bendati…
Il contesto è quello di una caldissima estate, con temperature massime che arrivano ai 33° e climatizzatore costretto a fare gli straordinari.
Come al solito i dati reali sono gli unici affidabili, i miei li vedete qui sopra: una sosta per la ricarica e l’arrivo a destinazione con mezz’ora di anticipo rispetto alle previsioni di Maps (che riguardano auto termiche, non certo le elettriche). Da un lato è vero che l’auto elettrica mi ha costretto ad una sosta obbligata, altrimenti non sarei arrivato a destinazione, siamo tutti d’accordo.
Il messaggio che cerco di far passare, però, è che con l’auto elettrica si può andare “forte” (inteso come non a massimo 100 all’ora in prima corsia dietro ai camion), tenere una media più alta di quella della maggior parte della gente e arrivare prima di loro. Il trucco, appunto, è una media costante che premia di più rispetto a quelli che si fanno le sparate in terza corsia e poi vengono superati puntualmente da noi che abbiamo tenuto un’andatura regolare. Il consiglio vale per tutte le auto, ma sulle EV, applicando questo stile di guida, riuscite a compensare lo svantaggio della sosta obbligatoria a cui l’elettrico vi costringe. Per informazione, ecco le medie prima e dopo la sosta al Supercharger:
- Monza-Firenze: media di 112 km/h
- Firenze-Miataland: media di 103 km/h
Partito con il 100%, arrivato al Supercharger con il 12%, bastano 29 minuti precisi per la ricarica e proseguo il viaggio. Lo Stato di Carica a Miataland è del 12%, ma tanto una presa la trovo per forza…
L’IMPREVISTO
Miataland aveva già confermato la possibilità di ricarica, purtroppo, però, la wallbox non è ancora operativa e mi accorgo che ci sono “lavori in corso” per quanto riguarda l’efficientamento energetico del posto. Andrea ha già installato un impianto fotovoltaico e la wallbox è presente in un angolo dove una importante pompa di calore giace ancora impacchettata, segno che il progetto deve ancora concludersi.
Poco male, mi collego con la ricarica lenta ad una presa Schuko che non sembra volermi erogare molta corrente, o meglio lo fa in maniera molto ballerina. Durante il pomeriggio, mentre visito i dintorni a bordo di una MX-5 NA, passo dal 12 al 22%, quanto basta per muovermi nei dintorni, andare a cena e tornare a Miataland.
Terminata l’esperienza a bordo della prima generazione di MX-5 e restituita la vettura, prendo la mia auto e mi dirigo a Montefalco per la cena. Qui la situazione colonnine è accettabile, ce ne sono almeno un paio a qualche centinaio di metri dal centro in un dei parcheggi esterni.
Si tratta di un borgo da meno di 6.000 abitanti arroccato su una collina e il centro storico è inaccessibile alle auto: elettrica o meno, avrei comunque dovuto parcheggiare fuori dalle mura, e il grande “parcheggio scambiatore” è uno di quelli con la postazione di ricarica.
Mentre Re Tartù mi propone i suoi manicaretti tutti a base di tartufo, Jarvis fa una scorpacciata di elettroni esattamente come dovrebbe accadere in un mondo ideale: postazioni di ricarica nei dintorni di attività ed esercizi commerciali per poter recuperare energia mentre l’auto è parcheggiata e noi siamo intenti a fare altro. In circa due ore di cena passo dal 15% al 42% (i costi sono tutti indicati nella tabella poco sopra).
Ritorno a Miataland e lascio nuovamente l’auto in ricarica lenta ad una Schuko che, nella notte, carica ad una media più bassa del giorno: soli 0,6 kW. La mattina successiva resta in carica mentre io e altre due coppie di appassionati ospiti della struttura veniamo intrattenuti da Mancini che ci mostra e racconta la sua collezione di MX-5.
MIATALAND
Starei ore ad ascoltare gli aneddoti che si nascondono dietro ai diversi modelli: ognuno ha una storia e Andrea si ricorda tutti i particolari. La trattativa per l’acquisto, la provenienza, le caratteristiche delle diverse versioni e motorizzazioni. Ci sono anche un paio di M2, pezzi davvero rari.
M2 era la divisione di lusso di Mazda, fondata nel 1991 e simile, come concetto, a quanto fatto da Nissan con Infiniti, o da Toyota con Lexus, solo con volumi molto più bassi. Insomma, un marchio premium che affiancava la gamma tradizionale realizzando modelli derivati da quelli di produzione che difficilmente avrebbero lasciato i confini nazionali.
La prima fu la M2-1001 Eunos Roadster del 1991, edizione limitata in sole 300 unità. Eunos è il nome con cui è conosciuta la MX-5 in patria e questa versione speciale integrava un vero e proprio pacchetto da corsa, con nuove sospensioni, rollbar, specchietti aerodinamici, motore potenziato, componenti alleggerite. 130 CV a 6.500 giri.
Farla uscire dal Giappone è stata un’impresa, ai tempi Mancini ha dovuto prima importarla in UK e poi guidarla verso l’Italia attraversando tutta l’Europa.
Non è l’unica storia ed il consiglio, per tutti gli appassionati, è quello di regalare o regalarsi una visita alla collezione con soggiorno a Miataland. Ci sono poche camere, tutte a tema MX-5 con accessori particolari al loro interno, e nei dintorni si possono visitare borghi caratteristici o programmare escursioni se decidete di trascorrere in zona qualche giorno in più del classico weekend. Oltre a Montefalco, l’altra tappa del mio weekend è stata quella di Monte Castello di Vibio, un borghetto molto caratteristico dove si trova il Teatro della Concordia, il più piccolo al mondo, ricostruzione “in miniatura” del teatro all’italiana settecentesco in stile goldoniano. L’inaugurazione risale al 1808 e ospita 99 posti.
IL RITORNO
Riparto da Miataland in tarda mattinata con il 49% di batteria. Le cose sarebbero potute andare diversamente se la wallbox fosse già stata operativa, ma lo sarà a breve e comunque non ho avuto limitazioni particolari negli spostamenti di questo weekend. Chiaro, però, che mi toccherà fare una tappa in più al Supercharger, che dall’ultima volta ha subito un importante aumento dei prezzi come tutto in questo periodo di inflazione folle e galoppante (0,48€/kWh uno, 0,52€/kWh l’altro).
In foto il Supercharger di Arezzo, oggetto di una grossa espansione del numero degli stalli e delle colonnine di ricarica rapida.
Saranno due le soste obbligate al ritorno: la prima tappa è ad Arezzo, 25 minuti di ricarica che cascano proprio all’orario giusto per fare un pranzo velocissimo e ripartire (20% – 76%). La seconda è anch’essa di 25 minuti, ma ricarico a Modena e con una media più bassa dal 22% al 69%.
Nel viaggio di ritorno non mi risparmio e arrivo a casa con l’11% residuo. Avrei potuto ridurre i tempi di sosta per la ricarica? Forse sì, tenendo una media più bassa. Ma non riesco a trattenermi, se ho un’auto da meno di 5 secondi devo sfruttarla e faccio volentieri una ricarica in più (anche per rilassare le gambe) invece di mettermi a fare calcoli su quanto dovrei rallentare per arrivare a casa con l’1% e una sosta in meno. Giusto? Sbagliato? Questione di gusti e preferenze, non c’è giusto o sbagliato, anche se certamente c’è il metodo più efficiente, e non è il mio!
La media generale, incluso il tratto iniziale di extra-urbana, sarà di 113 km/h, con la tappa Arezzo-Modena caratterizzata da un’invidiabile e spaccata media di 130 km/h e Modena-Monza ad una media di 120 km/h causa vari rallentamenti.
- Totale soste ricarica andata: 29 minuti, partenza con il 100% (22,36€)
- Totale soste ricarica ritorno: 50 minuti, partenza con il 49% (39,16€)
- Totale ricariche durante il soggiorno: 20 ore non consecutive (12,18€ + 0€)
- Spesa totale ricariche in viaggio: 73,7€
- Spesa con auto diesel equivalente (circa 76 litri): 152€
- Spesa con auto diesel meno potente (circa 67 litri): 135€
- Spesa per il pedaggio: 65€
Il confronto con le auto diesel è basato su dati reali con lo stesso stile di guida: nello specifico si tratta di rilievi fatti con delle Mercedes Classe C diesel ibride guidate su tratte molto simili a quelle oggetto della prova. Chiaramente potete prendere i vostri consumi e fare un confronto, tenendo presente che la Model 3 è stata guidata con un piede abbastanza pesante e una velocità media importante.
Tempi di percorrenza Monza-Umbria e Umbria-Monza? 5 ore all’andata (inclusa una sosta di 29 minuti) e 5 ore e 10 minuti al ritorno (incluse 2 soste da 25 minuti).