Uno struzzo a metà. Nonostante il nome faccia pensare a un’umanoide dalle sembianze femminili, l’aspetto di Cassie è tutt’altro che umano: la struttura e l’andamento nella corsa ricordano quelle di uno struzzo al quale è stata tolta la parte superiore del corpo.
Cassie non è nuova a record e grandi traguardi: nel 2021 era riuscita a percorrere 5 km di corsa in poco più di 53 minuti, diventando il primo robot bipede a utilizzare l’apprendimento automatico (machine learning) per controllare l’andatura di una corsa all’aperto.
Allenamento intenso. Il robot non ha sensori né videocamere, perciò si muove essenzialmente come se fosse cieco, contando solo su quanto gli è stato insegnato. L’allenamento è stato breve ma intenso: è durato appena una settimana, ma quanto appreso è pari a un anno di esercizio fisico. Cassie ha elaborato diversi calcoli e processi, apprendendo da diverse fonti contemporaneamente.
Corridori robotici. Quello della Oregon State University è per ora il robot più veloce, ma non il primo a correre: prima di lui c’è stato Atlas della Boston Dynamics − che correva ad appena 1,5 metri al secondo ma effettuava salti e capriole degni di un ginnasta – e prima ancora Mabel dell’Università del Michigan, il robot bipede dotato di ginocchia più veloce al mondo (3,6 metri/secondo). Per ora un testa a testa Bolt-robot non è ancora fattibile, ma vista la velocità con cui corre (letteralmente) la tecnologia ne riparleremo forse tra pochi anni.