Ha dei parenti la coppia di stelle di neutroni che esattamente un anno fa è stata la protagonista della nascita della nuova astronomia multimessaggera, con la prima osservazione fatta sia dai rivelatori delle onde gravitazionali, sia da 70 telescopi. I parenti cosmici di quelle stelle sono due oggetti simili, la cui fusione ha provocato un’altra immensa esplosione cosmica, una cosiddetta kilonova. L’evento, descritto sulla rivista Nature Communications, risale al 2015 ed è stato scoperto dal gruppo dell’Università del Maryland guidato da Eleonora Troja. Alla scoperta ha collaborato anche l’Italia, con Luigi Piro, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
“La nostra scoperta indica che questi eventi potrebbero essere più comuni di quanto pensassimo”, commenta Troja. “Quello che abbiamo visto è solo la punta dell’iceberg”, aggiunge Piro. “Molti di questi eventi sono difficili da scoprire, o perché molto distanti o in quanto il fascio di radiazione che emettono punta lontano dalla Terra. La bellezza dell’esplosione del 2017 – prosegue il ricercatore dell’Inaf – è che ci ha dato un insieme di caratteristiche, una sorta di firma, per identificare nuovi membri della famiglia di oggetti esplosivi”.
Ma ci sono anche due importanti differenze. La prima riguarda la posizione: l’evento osservato un anno fa era distante circa 130 milioni di anni luce dalla Terra, mentre l’altro si trova molto più distante, a circa 1,7 miliardi di anni luce. La seconda differenza riguarda le onde gravitazionali: anche se il rivelatore statunitense Ligo fosse stato operativo all’inizio del 2015, molto probabilmente non avrebbe rilevato le onde gravitazionali a causa della maggiore distanza. Senza questa informazione i ricercatori non possono sapere se la fusione ha riguardato due stelle di neutroni oppure una stella e un buco nero.