La cometa dei Neanderthal è più vicina e il primo febbraio raggiungerà la distanza minima dalla Terra proprio come aveva fatto 50.000 anni fa, quando c’erano ancora i vecchi cugini dell’uomo. Impossibile dire se allora qualcuno di loro l’abbia potuta ammirare a occhio nudo, di certo questa volta riuscire a farlo sarà quasi impossibile e per osservarla, anche dalle zone più buie, sarà necessario un binocolo, dice all’ANSA l’astronoma Elena Mazzotta Epifani, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Il passaggio della cometa, chiamata ZTF (C/2022 E3), è anche seguito costantemente dai grandi osservatori astronomici dell’emisfero Nord perché può raccontare molto sia sull’origine del nostro Sistema Solare, sia sul modo in cui sono nati i sistemi planetari diversi dal nostro.
“Molto probabilmente la cometa non sarà visibile a occhio nudo nemmeno dai luoghi più bui e lontani dalle luci dei grandi centri abitati”, dice l’astronoma. A fare la guastafeste è infatti la Luna, che con la sua luce impedisce di vedere con chiarezza il passaggio della cometa. “Anche dalle zone più scure, quindi, si potrà osservare la cometa con un buon binocolo”.
La C/2022 E3 è una cometa molto antica, che arriva dai confini del nostro sistema planetario e che ha visitato la Terra solo una volta, 50.000 anni fa: “visitatori così rari sono molto importanti perché ci raccontano delle origini”; possono “raccontarci molte cose su come ‘era il Sistema Solare all’inizio della sua formazione, ma anche su come nascono i sistemi solari, visto che adesso sappiamo che non c’è solo il nostro”, osserva la ricercatrice, che è fra gli esperti che alle 21,00 del 30 gennaio commenteranno l’arrivo della cometa nell’evento organizzato fa EduINAF, la rivista online di didattica e divulgazione dell’Inaf.
Durante la diretta saranno puntati sulla cometa C/2022 E3 (Ztf) i telescopi di tutte le sedi dell’Inaf in Italiam compresi quelli di Asiago e il Telescopio Nazionale Galileo, nelle isole Canarie.
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