Mentre l’Italia è in attesa che Immuni venga rilasciata, Singapore inizia già ad affrontare uno scenario successivo, ovvero quello in cui le app di tracciamento usate su base volontaria per contrastare la diffusione del virus Sars-Cov-2 si siano rivelate inefficaci a causa della scarsa adozione da parte dei cittadini. Singapore è riuscita a contenere la propagazione dei contagi all’inizio della pandemia, ma nelle ultime settimane è stata chiamata ad affrontare una nuova ondata di positivi ed ha scelto di inasprire le misure (e non solo con un cane robot).
In tutto questo l’app TraceTogether – ne parlavamo a marzo – ha dimostrato il suo fallimento visto che è stata utilizzata solo da circa il 20-25% della popolazione. Il nuovo giro di vite delle autorità locali si chiama SafeEntry, ovvero il sistema di controlli obbligatori all’ingresso dei locali in vigore da oggi. Il compito di eseguirli è dei gestori (che potranno farlo tramite smartphone e app dedicata, o con un lettore di codice a barre portatile), chi vi accede dovrà esibire per la scansione il documento di identità o in alternativa un QR code memorizzato sullo smartphone.
Il cambio di passo è chiaro: dalla scelta volontaria di usare o meno l’app ad un controllo obbligatorio che non si può eludere, perché sono previste sanzioni sia a carico dei gestori, sia dei visitatori. Per il momento sono oltre 16.000 i locali tenuti ad adottare SafeEntry e il loro comune denominatore è essere destinati ad accogliere in un ambiente chiuso un gran numero di persone ogni giorno: tra le categorie si trovano quindi luoghi di lavoro, scuole, strutture sanitarie, supermercati, centri commerciali e alberghi. Il sistema sarà progressivamente utilizzato anche a bordo dei taxi.
E la privacy? Le autorità precisano che tutti i dati sono criptati, possono essere esaminati solo da personale autorizzato e solo per il fine per cui sono stati raccolti, ovvero ricostruire la catena dei contatti delle persone positive al virus – dopo avere raggiunto questo scopo, i dati saranno cancellati. Sono infine previste pesanti sanzioni per i funzionari pubblici che non rispettano le regole: chi diffonderà i dati o chi li utilizzerà in maniera impropria rischia multe sino a 5.000 dollari e sino a 2 anni di reclusione.
Le mosse delle autorità di Singapore per combattere il Coronavirus (Sars-Cov-2) sono guardate con interesse a livello internazionale anche perché, come Corea del Sud e Taiwan, ha adottato strategie che, con gli opportuni adattamenti, potrebbero essere usate anche in Europa (diverso è il discorso delle restrizioni molto più incisive previste dalla Cina in piena emergenza). Singapore è anche più avanti delle nazioni europee (Italia compresa) nell’impiego di un’app di contact-tracing e la scelta di affiancare i controlli obbligatori dovrebbe far riflettere soprattutto se il bilancio della Fase 2 evidenzierà un incremento dei positivi e una carenza di strumenti per il tracciamento e il monitoraggio delle catene di contagio.