La politica si interroga come dare una risposta immediata alla popolazione, litiga per le diverse posizioni da prendere per far ripartire l’economia e guarda alla comunità scientifica per le soluzioni definitive, ovvero i vaccini. Per nostra fortuna c’è un sessantaquattrenne di Seattle che ha deciso di sostenere direttamente anche questa sfida e dare un contributo che potrebbe rivelarsi decisivo; risponde al nome di Bill Gates, ha un piano ben preciso ed un patrimonio stimato in 98 miliardi di dollari.
Solitamente servono anni perché un vaccino raggiunga lo stadio finale, ovvero venga iniettato liberamente nelle persone, ma con il Covid-19 sono saltati tutti gli schemi e parallelamente corrono numerosi progetti, alcuni dei quali molto promettenti. Gates li sta seguendo da molto vicino e – intervistato dal The Times nelle scorse ore – ha deciso di finanziare, tramite la sua fondazione, la costruzione degli stabilimenti che dovranno essere subito pronti nella produzione dei vaccini in miliardi di dosi, ancor prima di essere ufficialmente approvati dalle autorità. In questo modo si risparmierà moltissimo tempo e saremo già pronti se una o più sperimentazioni andranno a buon fine.
La sua scommessa riguarda tutti noi perché l’obiettivo di Gates è di coprire l’intera popolazione globale, di tasca propria e senza distinzioni di paese, lingua, religione, colore, sesso o preferenza politiche. Tra queste sperimentazioni ce n’é una già in corso all’Università di Oxford, dove è stato iniettato il siero “ChAdOxlnCoV-19” ai primissimi volontari. In totale sono 510 le persone che verranno sottoposte a questo esperimento, tutte comprese tra i 18 e i 55 anni.
Il fondatore di Microsoft è in contatto anche con il team di Oxford e sta dialogando con le case farmaceutiche per la produzione in grandi volumi di questo siero, se le premesse verranno confermate: lui stesso ha detto che “se i loro risultati degli anticorpi saranno promettenti come sembrerebbe, allora noi e altri in un consorzio contribuiremo a far sì che la produzione di massa venga realizzata.“
Serviranno almeno tre mesi per avere delle risposte certe; dopo la prima fase in cui verranno iniettati i possibili vaccini sugli esseri umani, si avrà un quadro più completo su quali saranno i migliori. Gates sa bene che magari saranno quattro o cinque quelli per cui si dovrà costruire uno stabilimento di produzione, ma poco importa se alla fine solo o due sieri verranno effettivamente utilizzati sulla popolazione. Con miliardi di dosi pronte sarà solo una questione di logistica, e a quel punto si accorcerà tutto il processo di svariati mesi.
Mr Gates ha poi molto a cuore che i paesi più poveri abbiano pari opportunità, per questo motivo vuol giocare da protagonista e coordinare questa importantissima fase dove, già adesso, stanno prevalendo egoismi e nazionalismi; non si può permettere che le nazioni più ricche gestiscano le scorte dei prossimi vaccini e quelle in via di sviluppo vengano messe in coda. Così spera di raccogliere almeno 7,5 miliari di euro il prossimo mese, l’occasione sarà il Coronavirus Global Response Summit (che avverrà online) a cui prenderanno parte governi, organizzazioni di ricerca, sviluppo, produzione e distribuzione.
Ogni volta che succede qualcosa di brutto è peggio per i paesi in via di sviluppo che per quelli più ricchi. . . Anche se al momento i numeri sono piuttosto esigui nei paesi più poveri, a meno che non ci sia qualche fattore di cui non siamo consapevoli, è probabile che la stragrande maggioranza delle sofferenze e dei decessi si verificheranno in particolare nelle aree urbane più a rischio. Anche nei Paesi sviluppati a soffrire in maniera sproporzionata e tragica sono i più poveri. La pandemia sta arrecando un colpo mortale contro la domanda di una maggiore equità nel mondo – ha detto Gates al Times.
Il filantropo, ormai completamente slegato dalla Microsoft, spera che questa sfortunata occasione sarà comunque l’occasione affinché il mondo possa rivedere le priorità e portare avanti delle battaglie più giuste, che siano per combattere i cambiamenti climatici o le malattie infettive. Parole sante.