Sono passate circa 72 ore da quando è finito il CashBack di Natale, ovvero l’iniziativa dello stato che ha visto una sorta di fase di sperimentazione dall’8 al 31 dicembre e che dal 1° di gennaio continuerà con una seconda fase che si concluderà a giugno 2021. Tiriamo quindi le somme e analizziamo quello che è emerso fino ad ora in attesa dei dati definitivi.
SPESA MEDIA BASSA MA CIRCA 6 MILIONI DI ISCRITTI
In un articolo del 9 dicembre, chiarimmo la questione dei fondi a disposizione, il modo in cui sarebbe stato fatto il calcolo dei rimborsi e la cifra media che avevamo previsto come spesa da parte degli italiani.
In particolare nel pezzo facemmo una semplicissima operazione matematica con una proiezione realistica:
Facendo un conto matematico e ipotizzando il massimo rimborso, parliamo di 1,52 milioni di richieste possibili con il contributo del 10% sull’importo massimo (ovvero 150€).
227,9 milioni / 150 = 1,52 milioni
227,9 milioni / 50 = 4,5 milioni
Molto più realistino pensare che l’ammontare medio di ogni CashBack sia di circa 50€ che corrisponde ad una spesa media di 500€ per singola persona entro il 31 dicembre. Con questi numeri si arriva a soddisfare circa 4,5 milioni di richieste che iniziano a diventare sicuramente più significative rispetto alle sole 1,5 milioni ipotizzate sopra.
Secondo i dati stimati ad oggi, sarebbero circa 6 milioni le persone che avrebbero aderito all’iniziativa ma, al momento, non è chiaro quanti di questi aderenti abbiano effettivamente fatto 10 operazioni valide e di che importo. Dunque non possiamo sapere se i 228 milioni circa basteranno (probabilmente si) ma le possibilità che i rimborsi medi siano inferiori al massimo di 150€ sembrano esserci e andranno esaminati i dati ufficiali che saranno diffusi tra circa una settimana.
Il motivo è infatti duplice: da una parte la spesa media da parte degli italiani è stata bassa a causa sia della poca disponibilità economica, sia della chiusura di moltissimi negozi e attività che ha deviato molti acquisti verso l’on-line che non concorre al raggiungimento delle varia soglie.
Dall’altra parte non tutte le transazioni sono state gestite nel modo corretto. Questo non vuole dire che l’app IO non abbia funzionato, ma i tantissimi circuiti bancari, le varie tipologie di carte, la necessità di inserire due volte alcuni bancomat/carte e la stessa ignoranza dovuta ad informazioni non sempre facili da capire, non ha aiutato a rendere ogni transazione compatibili con il CashBack.
APP IO: IL PERCHE’ DEI PROBLEMI INIZIALI
In molti poi si sono chiesti come mai nei primi giorni di attivazione e adesione al CashBack, IO abbia avuto tantissimi problemi. La risposta arriva in modo ufficiale attraverso un post su Medium di Giuseppe Virgone che spiega in modo chiaro tutto il percorso di IO con una vera retrospettiva completa e uno sguardo al futuro.
In breve comunque, le motivazioni dei rallentamenti sono dovute all’eccessivo traffico generato. Nelle prime 24 ore i download di IO sono passati da 6,6 a 7, 6 milioni e le richieste di accesso alla sezione “Portafoglio” hanno toccato le 14mila operazioni al secondo, con oltre 2,3 milioni di utenti attivi sull’app. Una media di accessi al secondo pari a 2.700, per un totale di 233,280 milioni di operazioni sulla piattaforma IO. Numeri enormi e ancora più impegnativi da gestire se consideriamo che la prima fase è stata una sperimentazione e l’app era comunque ufficialmente in Beta.
ANCORA QUALCHE GIORNO PER LE TRANSAZIONI VALIDE
In attesa dei numeri finali e ufficiali, ci vorranno ancora alcuni giorni prima che tutte le transazioni vengano processate all’interno del sistema IO. In particolare gli acquisti effettuati l’ultimo giorni, 31 dicembre, e quindi validi ai fini dell’iniziativa, non sono state ancora contabilizzate e probabilmente prima della prossima settimana non sarà chiusa questa prima tornata di CashBack.
Va però detto che la nuova fase è già partita e automaticamente tutti coloro che si sono iscritti alla precedente tornata, potranno da subito sfruttare la nuova finestra che terminerà a giugno.
Non resta ora che capire quanto tutto questo movimento di soldi digitali e registrazioni di dati, abbia contribuito alla riduzione del contante. Parlare di Flop dell’iniziativa secondo noi non è corretto visto che questa prima fase era una sperimentazione in vista del 2021 e 2022 e che le adesioni sono state tantissime. Speriamo solo che prima o poi si possa tornare a spendere davvero nei negozi fisici, bar, ristoranti e tutte quelle attività che in queste settimane/mesi stanno davvero soffrendo.