Google ha segnalato alcune piccole ma importanti precisazioni su Chrome OS Flex, la “nuova” versione del suo sistema operativo pensato per trasformare sostanzialmente vecchi Mac e PC in dei Chromebook (diciamo “nuova” tra virgolette perché si tratta sostanzialmente del rebranding di CloudReady, dopo l’acquisizione da parte di Google a fine 2020). La più importante è che, benché sia tecnicamente possibile installare Chrome OS Flex su un vecchio Chromebook che ha raggiunto la fine del supporto software, è una procedura sconsigliata e non supportata ufficialmente da Google.
Per capire bene cosa ciò significhi è opportuno fare un passo indietro e capire come funziona la politica di aggiornamenti di Chrome OS. Un po’ come avviene per il browser da cui deriva, Chrome OS sfrutta un sistema di update automatici completamente invisibile all’utente, frutto della collaborazione tra Google stessa e i vari produttori hardware.
Gli aggiornamenti dei dispositivi offrono le funzionalità più recenti, mantengono il dispositivo sicuro e interessano il sistema operativo, il browser e l’hardware. Questi aggiornamenti dipendono da molti fornitori di hardware e software non Google specifici per dispositivo, che lavorano con Google per garantire il massimo livello di sicurezza e supporto alla stabilità.
Google dice che, proprio per via del coinvolgimento di più aziende, un Chromebook ha un periodo di supporto ben preciso, che è generalmente di otto anni dal rilascio del dispositivo (o della scheda logica su cui è basato). In fase di acquisto è generalmente indicata la AUE (Auto Update Expiration), appunto la data in cui il dispositivo termina di ricevere gli aggiornamenti automatici. Una volta raggiunta la AUE, il Chromebook entra nella fase cosiddetta EOL (End-of-Life).
Google spiega che per installare Chrome OS Flex su un vecchio Chromebook o Chromebox è necessario disabilitare la protezione da scrittura del firmware: è una procedura piuttosto tecnica e che varia da un modello all’altro. Su determinati dispositivi potrebbe essere necessario flashare prima un’immagine custom. Insomma, un’esperienza ben diversa da quanto avviene su PC e su Mac; Google precisa inoltre che potrebbero emergere problemi di compatibilità hardware/firmware, anche in seguito dopo a un nuovo aggiornamento. Questo naturalmente non impedirà agli utenti più intraprendenti e smaliziati di provarci lo stesso. In effetti, si riportano già i primi casi di successo sull’Acer C720, sull’ASUS Chromebox CN60, sul Lenovo N21 e sull’HP 14 G1.
Infine, Google precisa che neanche il dual boot è supportato: quindi se volete installare Chrome OS Flex e mantenere il sistema operativo originale del PC/Mac, non rivolgetevi all’assistenza ufficiale. Anche qui, non dubitiamo che gli appassionati di modding riusciranno nell’impresa.