Abbiamo provato a immaginarlo. Niente Yoda, niente spade laser. Forse, niente Indiana Jones, nessun seguito di Star Trek e, addirittura, addio Toy Story. Insomma, se George Lucas non avesse mai ricevuto l’ok per la sua storia di astronavi e cavalieri, il cinema sarebbe molto diverso. E non solo il cinema
Durante una giornata di studio particolarmente noiosa il giovane George Lucas, un ragazzo appassionato di auto e corse che ama sporcarsi le mani di olio motore e non sembra destinato a molto altro se non a prendere il posto del padre nella ditta di famiglia, decide di rincasare prima scegliendo una strada diversa dal solito.
Abita fuori Modesto, una piccola città californiana in cui, però, si sta diffondendo la passione per le auto veloci e anche lui, pur potendo contare solo su una Bianchina che ha pesantemente modificato, spinge sul gas e, una volta arrivato sulla strada sterrata che porta al ranch della famiglia, gira senza vedere attraverso le polvere che sta arrivando un’altra auto. L’impatto è fortissimo e la cintura di sicurezza, presa da un aereo militare, tiene invece di sganciarsi. Il povero George muore nell’impatto contro un albero invece di venir sbalzato fuori e sopravvivere.
George Lucas (foto: Silver Screen Collection/Getty Images)
Oppure, alla visita militare non scopre di essere diabetico e parte per il Vietnam, senza tornare indietro.
Oppure torna, ma finalmente fa quel viaggio in Europa che sognava e non si iscrive alla scuola di cinema.
Oppure, banalmente, nessuno si fida di quella sua storia spaziale di cavalieri, forze mistiche e imperi galattici, gli fanno fare un remake di Flash Gordon perché il suo American Graffiti ha funzionato, ma al botteghino gli incassi non convincono o magari diventa un regista completamente diverso, perché finisce lui a girare Apocalypse Now, che tiene a galla la American Zoetrope, casa di produzione fondata con Coppola, facendola diventare la fucina di talenti che oggi non conosciamo.
Insomma, immaginate un mondo senza Star Wars, se ci riuscite.
Niente “No, io sono tuo padre”, niente Yoda, niente Boba Fett, niente Jabba, Leila, droidi, spade laser (o almeno, non in questa forma). Niente Darth Maul, niente Millennium Falcon, niente Obi Wan, niente Jar Jar Binks, niente meme, niente citazioni, niente di niente.
Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza (foto: Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images)
Che cosa sarebbe cambiato? Beh, ovviamente siamo nel campo delle divinazioni, ma ovviamente la prima cosa a sparire sarebbero state le altre due trilogie e molti oggi non si mangerebbero il fegato in interminabili discussioni su Star Wars, una saga amata da milioni di persone che, però, a volte la odiano visceralmente, in un rapporto complicato e difficile.
La storia di Star Wars è fortemente intrecciata con quella della Hollywood di quegli anni, perché George Lucas faceva parte di un gruppo di autori che si influenzò parecchio in un modo o nell’altro. Milius, Coppola, Spielberg e poi Cameron, che mollò il suo lavoro di camionista e decise di fare film proprio dopo la visione di Star Wars, sono stati il brodo primordiale dell’attuale cultura popolare e togliendo il fattore Star Wars cambiano molte cose.
Per esempio, probabilmente Harrison Ford sarebbe rimasto a fare un carpentiere o magari avrebbe avuto una carriera completamente differente e non legata ai ruoli iconici di Han Solo e Indiana Jones. Magari, sarebbe diventato un attore drammatico, magari in un eventuale Blade Runner avremmo visto qualcun altro al posto suo.
Harrison Ford in Blade Runner, 1982 (foto: Stanley Bielecki Movie Collection/Getty Images)
Anzi, magari non avremmo neppure avuto Blade Runner, perché immaginiamo il Flash Gordon di Lucas come un prodotto di successo che dà il via a una serie di adattamenti cinematografici di alcune opere di fantascienza. A quel punto magari anche Dune prodotto da De Laurantiis e diretto da Ridley Scott avrebbe avuto un destino differente, magari Dan O’Bannon avrebbe continuato la stesura della sceneggiatura, non avrebbe scritto Alien e Scott avrebbe trasformato Dune in una saga che lo avrebbe tenuto lontano da Blade Runner. I bivi della storia sono decisamente affascinanti.
Di sicuro, senza Star Wars non avremmo neppure Indiana Jones, perché forse l’idea di un film su un archeologo avventuriero non sarebbe stata raffinata e concepita in una vacanza alle Hawaii con Spielberg. O, ancora, magari senza alle spalle il successo di Star Wars per Lucas e Lo Squalo e Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo nessuno avrebbe voluto finanziare questa idea.
Senza Star Wars il mondo degli effetti speciali sarebbe molto diverso, perché non sarebbe nata la Industrial Light & Magic che a lungo si è occupata di moltissimi progetti e ha definito gli standard della professione lavorando a gran parte dei progetti degli anni successivi. Questo non vuol dire che non avremmo effetti speciali, ma forse saremmo più indietro o sarebbero nate altre metodologie non definite da John Dykstra e dal suo team. Inoltre, forse un piccolo gruppo di professionisti non si sarebbe staccato e non sarebbe diventato la Pixar: quindi niente nuovo progetto per Steve Jobs, niente Toy Story, niente rivoluzione nell’animazione per ragazzi e adulti.
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Parlando di giocattoli, la Mattel iniziò la produzione di He-Man e dei Masters dopo aver detto di no a giocattoli di Star Wars che fecero la fortuna della Kenner: forse, se quell’errore di valutazione non fosse mai esistito, anche il mondo dei giocattoli sarebbe differente.
Persino la storia dei videogiochi sarebbe molto diversa, perché la Lucasfilm Games e poi la Lucasarts produssero opere importanti per tutto il settore come Maniac Mansion, Zack McKraken and the alien mindbenders, The Secret of Monkey Island, Grim Fandango e molti altri giochi. Di conseguenza, forse la Sierra Online non avrebbe quasi avuto nessun concorrente nel settore delle avventure grafiche e chissà come sarebbe andata a finire.
Con l’uscita di Star Wars tutto il genere della space opera e della science fiction subì una fortissima spinta. Glen Larson era un produttore che si baloccava da tempo con l’idea di una serie tv con questi temi, ma fu solo dopo l’arrivo di Luke e soci che la Universal gli dette l’ok per creare Battlestar Galactica, rischiando anche una causa dalla Fox per plagio. La stessa Fox deve moltissimo a Star Wars, perché senza l’incredibile flusso di denaro garantito dal film probabilmente avrebbe chiuso i battenti molto presto e le sue risorse sarebbero state divise in società più piccole.
Battlestar Galactica (foto: Walt Disney Television via Getty Images)
Paradossalmente, a venir intaccato dalla mancanza di Star Wars è anche il suo acerrimo rivale: Star Trek. La serie di Gene Roddemberry in quegli anni stava vivendo un periodo brillante, ma l’ultima stagione era terminata nel 1969 e i fan erano in attesa di un forte rilancio. Inizialmente la Paramount aveva pensato a una sorta di Star Trek II con nuovi personaggi e vecchie conoscenze in cui non ci sarebbe stato Spock; successivamente fu approvata l’idea di fare un film, ma senza spendere troppo, perché non c’era fiducia nel pubblico; poi Star Wars dimostrò che invece un sacco di gente era disposta ad andare al cinema a vedere navi spaziali e partì la produzione in pompa magna di Star Trek: The Motion Picture, che riutilizzò alcune idee della serie tv mai prodotta.
Star Trek, la serie originale (foto: Cbs via Getty Images)
Alcune delle cose accantonate nella produzione di Star Trek II diventeranno invece parte di Star Trek: The Next Generation. Forse Picard e il suo equipaggio devono qualcosa a Star Wars… ma di sicuro Star Wars deve qualcosa anche a Star Trek e di sicuro tutti i fan devono qualcosa ai rivoli del destino che hanno reso quel ragazzino appassionato di auto George Lucas.
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