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L’inventario della vostra IoT
Avete finito? Forse lo credete. Adesso alzatevi e girate per casa guardando qualsiasi oggetto che sia stato fabbricato o modificato dal 1970 in poi. Domandatevi se dentro ci sia qualcosa di digitale, se ci sia del silicio, se ci siano microprocessori, anche se non sapete di nessun sensore o canale di ritorno. Forse avrete uno o più flash mentali, e aggiungerete cose al vostro elenco, come il frigorifero od il microonde di recente acquisto.
Lavatrici comprate nel 2006 avevano già microcontrollori con fuzzy logic e la possibilità di scaricare i dati su di un terminale che aveva il tecnico dell’assistenza.
«Ma» – diranno i 24 informatissimi lettori – «se per comunicare col terminale usava una porta seriale non c’è canale di ritorno».
Vero, ma il solo fatto che un oggetto immagazzini e fornisca a richiesta informazioni su di voi dovrebbe già farvi preoccupare.
E, per aumentare le vostre preoccupazioni, chiedetevi: che cosa potrebbe esserci in una lavatrice analoga comprata oggi, cioè ben 16 anni dopo?
Voglio aiutarvi: il modello analogo al mio ha un’interfaccia Wi-Fi interna, con cui, per quello che dicono i depliant pubblicitari, può dialogare con l’asciugatrice e programmarla in maniera adeguata al carico di biancheria che sta per ricevere.
E se ha un’interfaccia Wi-Fi vuoi che non possa telefonare a casa usando la vostra connessione di rete? Avete per caso “registrato” il prodotto sul sito del costruttore?
E adesso massimizziamo le vostre preoccupazioni. Se anche un prodotto è installato in una baita in montagna, dove la fibra non arriva, potete essere tranquilli che non “telefoni a casa”?
No, se il prodotto ha meno di 4 anni; la sua elettronica potrebbe includere un modem cellulare dotato di eSIM, ed il produttore potrebbe aver attivato una sim virtuale, che permette di utilizzare la rete cellulare per connettersi a Internet senza che voi nemmeno dobbiate saperlo.
Tanto direbbe che è una funzionalità riservata all’assistenza, oppure, come ha fatto Google per i suoi Nest Secure, potrebbe sostenere che si era “dimenticato” di scrivere che l’oggetto conteneva anche un microfono ….
Vi siete poi ricordati del vostro e-reader? Il modello di punta della serie Kindle già una decina di anni fa scaricava i libri da solo, e senza wifi. Non aveva una eSIM. Indovinate cosa c’era dentro?
Allora, rivisitiamo l’inventario, a cui dovreste aggiungere, per cautela, qualunque cosa sia alimentata elettricamente e sia stata fabbricata meno di 10 anni fa.
Eliminate una voce dall’inventario solo se sapete in positivo che cosa contiene l’oggetto. Se avete smontato l’asciugacapelli dopo l’acquisto e sapete che all’interno ci sono solo il motore ed una resistenza elettrica, ok, lo potete depennare.
Ora evidenziate tutto quello che contiene silicio ed ha una connessione cablata, Wi-Fi, Bluetooth o radio, e riportate accanto esattamente di quanti e quali sensori è dotato l’oggetto.
Cominciate ovviamente dallo smartphone: troverete che ne ha almeno una decina; il record che è noto a Cassandra è 14. Che cosa possono registrare? Vi sentite a vostro agio?
Non è che poi per caso avete un assistente digitale in salotto, o un sistema d’allarme in casa? L’avete incluso nell’inventario? E la vostra automobile? Ci avevate pensato?
Ricopiate l’elenco pulito, chiudetelo in un cassetto e domani, con calma, rileggetevelo.
Che effetto vi fa? A Cassandra farebbe piacere saperlo.