Non ci sono più dubbi, è finita l’epoca dell’E3 (Electronic Entertainment Expo). Dopo 28 anni e 23 edizioni, quella che è stata per tanto tempo la fiera più importante del settore dei videogiochi chiude definitivamente. L’annuncio risale a poche ore fa, e proviene direttamente dall’account ufficiale Twitter X della manifestazione. Nulla dell’annuncio lascia intendere che si tratti di una semplice ritirata strategica e temporanea, anche se non possiamo escludere in modo assoluto una “reunion” tra qualche anno.
Tuttavia, in un”intervista con il Washington Post, Stanley Pierre-Louis, amministratore delegato dell’ESA (Entertainment Software Association), ovvero la non-profit che ha ideato e organizzato per tutti questi anni l’E3, ritiene che il formato non fosse ormai più in sintonia con i tempi odierni – e che il “colpo di grazia” l’abbia sferrato la pandemia di COVID-19.
L’E3 nasce a metà Anni ‘90 come costola del CES di Las Vegas, che fino a quel momento era il principale expo videoludico. Il settore diventava sempre più grande e importante, e si sentiva il bisogno di un evento dedicato. In quegli anni era prevalentemente un mezzo per permettere a editori, studi, sviluppatori e media specializzati di incontrarsi e pubblicizzare le ultime novità del settore.
Il format è stato cambiato a più riprese nel corso del tempo, naturalmente grazie anche all’evoluzione della tecnologia e di internet; le ultime edizioni accettavano anche il pubblico regolare, ma negli ultimi anni i grandi editori, come Sony e Nintendo, si sono resi conto di avere a disposizione altri strumenti per interagire con i loro fan – e gli eventi in streaming, che hanno preso piede appunto durante la pandemia, sono diventati ormai la norma. Proprio Nintendo e Sony hanno fatto da apripista con, rispettivamente, Direct e State of Play/Showcase. Negli anni più recenti l’E3 ha provato a reinventarsi in qualche modo, ma la pandemia e le defezioni hanno costretto alla cancellazione di tre edizioni negli ultimi quattro anni.
Questo non vuol dire che gli eventi di settore in presenza siano del tutto spariti; oltre a quelli “monomarca” organizzati dai vari studios/editori, stanno diventando sempre più un riferimento i The Game Awards, paragonabili agli Oscar o Golden Globe dei videogiochi, e il Summer Game Fest, un festival nato appena un paio di anni fa e creato, ironicamente, da uno dei veterani dell’organizzazione dell’E3.