L’energia blu può essere prodotta tramite complessi processi tecnologici quando i fiumi sfociano nei mari e l’acqua dolce incontra l’acqua salata. Oggi un team di ricerca ha creato un nuovo prototipo per farlo
(foto: Abstract Aerial Art via Getty Images)
Non c’è solo l’energia verde, oggi c’è anche l’energia blu o blue energy, un’energia che si ottiene dall’acqua. Ma come si fa a ottenerla? L’acqua di mare ha molte più cariche circolanti rispetto all’acqua dolce: quando i fiumi sfociano nei mari e l’acqua salata si incontra con l’acqua dolce, si può sfruttare questa differenza di carica per produrre energia attraverso complessi processi tecnologici. Oggi un team di ricercatori coordinati dalla Rutgers University ha sviluppato una tecnologia in grado di generare in maniera efficiente energia a partire dall’acqua. I risultati sono stati presentati al 72° meeting annuale della American Physical Society Division of Fluid Dynamic e sono raccontati in un articolo sulle pagine di Science.
Secondo gli autori l’energia blu potrebbe rappresentare una risorsa importante. Questo perché globalmente i fiumi versano nei mari 37mila chilometri cubi di acqua dolce, secondo i dati su Science. Una quantità di acqua che potrebbero generare 2,6 terawatt (miliardi di kilowatt), una quantità di energia equiparabile a quella prodotta da 2000 impianti nucleari.
Ma come si può produrre elettricità dall’acqua? Il sale è composto da ioni, che in generale sono atomi o molecole cariche – in questo caso lo ione cloruro, che ha una carica negativa, e il sodio con carica positiva. Quando il sale viene dissolto nell’acqua questi gruppi carichi che erano uniti si separano e ci sono delle cariche circolanti. Inoltre l’acqua salata possiede molti più gruppi carichi rispetto all’acqua dolce e questa differenza, quando i due diversi tipi di acqua si incontrano, può essere sfruttata per produrre energia. I modi per farlo sono complessi e richiedono l’impiego di tecnologie articolate.
Il team di ricerca, coordinato da Semith Cetindag della Rutgers, ha creato una nuova membrana, che ha una struttura sulla scala dei nanometri (milionesimi di millimetro), grande quanto un francobollo. Tramite questa membrana sono riusciti a dividere l’acqua in due canali, uno solo con cariche positive e uno con cariche negative. Hanno poi realizzato un circuito che consente di generare una corrente elettrica e dunque energia.
Ma già nel 2013 un team di ricerca francese era riuscito a ipotizzare questo processo e a creare un prototipo di membrana utile per produrre energia dall’acqua. Questa membrana avrebbe potuto generare 30 MegaWattora per un anno, una quantità di energia che teoricamente secondo gli autori francesi può soddisfare i bisogni di circa 400 abitazioni. Oggi gli scienziati della Rutgers hanno realizzato una membrana basata su tecnologie ancora più avanzate, che consente di produrre una quantità di energia 8000 volte maggiore di quella ottenuta dal gruppo francese. Questo, spiegano i ricercatori, perché i nanotubi utilizzati per la sua struttura sono molto più sottili e in questo modo le cariche vengono separate più efficientemente. E gli autori pensano che si potrebbero ottenere risultati ancora migliori.
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