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16.10.2020 In Google, Mobile, Tecnologia

Fitbit Sense, la salute a portata di polso | Recensione smartwatch

A differenza di quanto accade per gli smartphone, il mercato degli indossabili non conosce crisi: e se è vero che i dispositivi più venduti sono le cuffie, al secondo posto imperano smartwatch e smartband.

Ed è proprio di uno smartwatch che parleremo oggi: si tratta del nuovo Fitbit Sense. Presentato lo scorso agosto insieme a Versa 3 e Inspire 2, è il nuovo modello di punta della casa, ed è evidentemente orientato al benessere personale a tutto tondo.

L’azienda infatti lo definisce come il suo “primo smartwatch avanzato per il monitoraggio della salute”, e in effetti mira ad unire le classiche funzioni smart con una serie di strumenti volti a controllare il proprio stato di salute, oltre che gestire gli allenamenti quotidiani.

Per capire se l’integrazione sia riuscita e come, ho avuto l’occasione di provarlo per qualche giorno; ecco com’è andata.

DESIGN CURATO E PULSANTE APTICO

Cornice in acciaio inossidabile, design curato, morbido cinturino in silicone che si cambia in un clic: il nuovo Fitbit Sense è senz’altro di bell’aspetto, e ricorda da vicino il Versa 2. Il display quadrato AMOLED da 1,58 ” (336 x 336 pixel) è protetto da un vetro Gorilla Glass 3 ed è molto brillante: si legge abbastanza bene in tutte le condizioni di luce, anche sotto i raggi diretti del sole, e ha delle animazioni niente male.

Per gestirne le impostazioni basta sfogliare verso destra la home, e potrete regolarne l’attivazione (manuale o automatica), l’opzione Always On e la luminosità. Il touch screen invece non è reattivo come ci si aspetterebbe: capita spesso di dover scorrere di nuovo per ottenere l’azione desiderata. Di conseguenza, l’esperienza utente non è sempre fluida, ma la speranza è che il disagio sia legato al sistema operativo ancora giovane e possa essere risolto con un prossimo aggiornamento software.

Lo smartwatch è abbastanza leggero, pesa 30 grammi, ma per il mio polso risulta comunque un po’ grande. Peccato quindi che, come tanti altri smartwatch che paiono pensati unicamente per polsi grandi, esista una sola misura, col quadrante da 40,48 x 40,48 x 12,35 mm; nel caso specifico però potrebbe essere che le dimensioni siano dovute alla presenza di sensori particolarmente evoluti.

Il Fitbit Sense non ha pulsanti fisici, ma solo un pulsante aptico situato sul lato sinistro della cassa: devo dire che ho un po’ faticato ad adattarmici, perché trovo che sia in una posizione scomoda. Per premerlo è necessario stringere entrambi i lati del quadrante e imprimere una certa forza: una pressione breve attiva lo schermo, due pressioni brevi richiamano le 4 app più usate e una pressione lunga apre un’app a scelta tra quelle disponibili, ad esempio Alexa. Personalmente, avrei preferito un pulsante fisico posto sul lato destro del dispositivo ma in buona parte è questione di abitudine.

UN DISPOSITIVO VOTATO ALLA SALUTE

Ciò che distingue il Sense da tanti altri smartwatch, come emerge dalla presentazione del produttore, sono le innumerevoli funzioni dedicate al monitoraggio della salute. Tra queste, la più attesa è senz’altro l’app Fitbit ECG per rilevare la fibrillazione atriale, che ha appena ricevuto il via libera dalla Food and Drug Administration statunitense e il marchio di conformità europea CE. Per utilizzarla basta scaricarla sul proprio Sense direttamente dalla sezione “Gestione dispositivi” dell’app Fitbit per smartphone.

Appoggiando indice e pollice sugli angoli opposti del quadrante per trenta secondi – e assicurandosi di essere seduti, fermi, e con la mano appoggiata sul tavolo – l’app aiuta dunque ad analizzare il ritmo cardiaco, cercando i segnali della fibrillazione atriale. Io non soffro di questa patologia e quindi non posso dire molto in merito perché il mio ritmo è risultato normale, ma lo studio clinico condotto negli USA da Fitbit ha dimostrato la capacità dell’algoritmo di rilevare la fibrillazione atriale da un normale ritmo sinusale con un’affidabilità del 98,7%. I risultati possono poi essere scaricati dall’app e condivisi con il proprio medico.

Restando in tema, il Sense ha anche una funzione di rilevazione continua del battito cardiaco grazie alla tecnologia Pure Pulse 2.0, che monitora la frequenza cardiaca ogni 5 secondi a riposo e ogni secondo durante gli allenamenti con un nuovo sensore a multipropagazione e un algoritmo aggiornato per un risultato più accurato (in linea con la rilevazione del battito effettuata con cronometro). I picchi negativi e positivi vengono segnalati tramite notifiche direttamente sullo smartwatch, e sull’app per smartphone è possibile visualizzare dati più dettagliati.

Ma non è finita qui: grazie al sensore biometrico presente sul retro della cassa, Sense traccia la temperatura cutanea ogni notte per mostrare le variazioni rispetto alla temperatura basale. Una funzione che potrebbe rivelarsi utile anche in tempi di Covid-19, non fosse che per il momento la rilevazione avviene solo durante il sonno (dopo aver indossato lo smartwatch per almeno tre notti) e i dati raccolti non mostrano esplicitamente i gradi centigradi rilevati ma solo la variazione rispetto alla norma.

Anche la misurazione della saturazione dell’ossigeno mi ha lasciata perplessa: non è possibile lanciarla manualmente, ma viene eseguita automaticamente solo di notte e, soprattutto, solo se viene selezionata la watchface dedicata SpO2. Non molto comodo, e un po’ limitante.

Infine, il Sense è il primo smartwatch a montare la funzione EDA scan, che misura l’attività elettrodermica per monitorare la risposta del corpo allo stress; si basa sull’attività delle ghiandole sudoripare della pelle, per cui basta sedersi, rilassarsi e coprire il display con la mano opposta avendo cura di toccare tutti e quattro i lati del bordo metallico della cassa dell’orologio perché vengano effettuate tutte le rilevazioni del caso (e per calmarsi); sono disponibili una sessione breve di 2 minuti e una profonda di 60 minuti.

Onestamente, quest’ultima è stata per me una funzione poco utile: al sopraggiungere di un momento di stress la prima cosa che mi viene in mente non è lanciare una scansione EDA, e magari preferirei che, sfruttando gli altri valori rilevati dallo smartwatch, mi venisse piuttosto inviata una notifica di rilassamento prima di toccare il picco massimo, un po’ come avviene per il reminder che ogni tot sopraggiunge per ricordarmi di alzarmi e fare un po’ di attività motoria.

Forse la funzione tornerà utile a chi fatica a riconoscere i sintomi dello stress, e a chi voglia tenerne traccia sul lungo periodo perché effettivamente è un fattore che incide sul benessere generale: per questo, a maggior ragione troverei più utile un monitoraggio automatico.

E proprio su quest’ultimo punto, ovvero il monitoraggio sul lungo periodo grazie ai dati raccolti, si arriva a una soluzione che mi trova poco concorde: l’app Fitbit per smartphone ha tutta una serie di schede che separatamente forniscono informazioni sui valori sopracitati e anche sul monitoraggio del sonno, del ciclo mestruale, della dieta, del peso e dell’idratazione, ma manca una pagina di sintesi che, appunto, incroci le informazioni per dire se l’utente sta bene o male, insomma per monitorare il benessere nel suo insieme.

Per visualizzare qualcosa di simile, che prende il nome di “pannello metriche di salute” e analizzare la gestione dello stress è necessario iscriversi al piano Premium da 9,99 euro al mese: è vero che l’abbonamento è gratis per sei mesi per chi acquista Fitbit Sense, ma bisogna anche considerare che già il dispositivo di per sé non costa poco.

SPORT E FITNESS

Al tema del benessere si lega anche lo sport, e infatti il Fitbit Sense si rivela un buon compagno per le sessioni di allenamento. Si può selezionare il proprio sport tra bici, circuito, arti marziali, bootcamp, camminata, corsa, ellittica, esercizi a terra, golf, kickboxing, nuoto, pesi, pilates, spinning, step, tapis roulant, tennis, trekking e yoga, oppure affidarsi a Smart Trak per riconoscere automaticamente gli esercizi. Essendo un sistema “aperto”, è inoltre possibile installare app di terze parti come Strava.

Resiste all’acqua fino a 50 metri e ha il GPS integrato che permette di visualizzare ritmo e distanza durante gli allenamenti all’aperto, per poi recuperarli su una mappa nell’app Fitbit: la localizzazione è precisa, si aggancia ai satelliti in meno di dieci secondi e le statistiche sono chiare, di agile consultazione; è anche possibile visualizzare il tratto del percorso dove ci si è impegnati di più. Mancano bussola e barometro.

Ha il contapassi, il conta calorie, il sensore per rilevare i piani di scale, la possibilità di impostare degli obiettivi e delle funzioni interessanti come quella che rileva il battito in tempo reale per vedere se ci si trova nella zona brucia grassi, cardio o picco e ottimizzare così l’intensità degli allenamenti. In realtà, registra le attività dell’intera giornata, mostrando in che misura le azioni quotidiane, a partire dalla scelta di fare le scale invece che prendere l’ascensore, contribuiscano a mantenerci in forma. 

BENE LE FUNZIONI SMART, CON QUELLE IN ARRIVO

Passando alle funzioni smart, sono rimasta abbastanza soddisfatta. Si può dire che gli sviluppatori abbiano fatto un buon lavoro, anche se con il beneficio del dubbio, perché una parte dei frutti deve ancora essere raccolta con i prossimi aggiornamenti.

Un primo punto a favore è senz’altro il sistema di gestione delle notifiche che permette di visualizzare i messaggi di testo delle app che avrete scelto di abilitare (nel mio caso, WhatsApp, Instagram, Gmail, Messenger e Telegram) e anche di rispondere, per la precisione in tre modalità: con messaggi rapidi che potrete preimpostare dall’app; con delle emoticon (che sì, vengono lette dal sistema); oppure dettando una risposta che viene poi trasformata in testo.

Purtroppo, le risposte rapide sono disponibili solo su Android, ma è un passo in avanti verso la mia concezione di smartwatch, che dal mio punto di vista dovrebbe permettere di ricorrere allo smartphone il meno possibile, specialmente in condizioni di mobilità.

Unico neo, nonostante la presenza di un microfono e di un altoparlante sullo smartwatch al momento è possibile solo accettare o rifiutare le chiamate, a cui poi bisogna però rispondere sullo smartphone; la funzionalità di gestione delle chiamate dovrebbe però essere implementata entro la fine del 2020, proprio come il supporto all’assistente Google (ad oggi c’è solo Alexa, ed è muta, con funzioni che si limitano a fornire dati meteo o ad aprire app).

Il Fitbit Sense ha NFC, quindi è possibile pagare in maniera contactless semplicemente avvicinandolo al POS; funziona bene, il pagamento è immediato, ma devo riportare che Fitbit Pay supporta un numero limitato di banche (qui la lista), sicché per testarlo ho dovuto recuperare l’account Revolut che non usavo da un po’.

Infine, il lato multimedialità: purtroppo non è possibile caricare musica direttamente sul dispositivo e ascoltarla sui dispositivi Bluetooth associabili (con protocollo 5.0), ma bisogna invece ricorrere a Spotify o Deezer, di cui bisogna avere un account Premium. In questo caso, su Spotify sarà possibile controllare solo la riproduzione musicale, mentre su Deezer anche scaricare i propri brani preferiti.

FITBIT 5 OS

Il Sense monta Fitbit 5.0 OS, ultima versione del sistema operativo proprietario che è stata rilasciata in esclusiva solo per questo dispositivo e per Versa 3. Si tratta di un aggiornamento importante per la casa, che porta con sé una navigazione di sistema migliorata, con la possibilità di tornare indietro effettuando uno swipe da sinistra verso destra, un nuovo font e una serie di miglioramenti visivi per pulsanti, sfondi, icone, colori e tile.

Un vantaggio, che lo distingue ad esempio da altri smartwatch a sistema “chiuso”, è che Fitbit 5.0 OS permette un buon livello di personalizzazione, a partire dall’installazione di app di terze parti per arrivare alla gestione dell’interfaccia, dove icone, app e menù si possono spostare abbastanza facilmente per venire incontro alle esigenze di ogni utente.

AUTONOMIA, DISPONIBILITA’, PREZZO

L’autonomia è fedele a quanto annunciato nella scheda di presentazione: la carica dura circa sei giorni, che calano a tre con l’opzione Always On display attiva e a 12 ore con GPS acceso continuativamente. La batteria a polimeri di litio viene ricaricata in cinquanta minuti grazie al supporto alla ricarica rapida, che garantisce un giorno di autonomia in 12 minuti.

Il Fitbit Sense è disponibile in due colorazioni, la carbon/graphite messa a disposizione per questa recensione e la lunar white/soft gold, e viene venduto ad un prezzo di 329 euro. Nella confezione, oltre al cavo di ricarica, si trovano anche due cinturini Infinity classici nelle taglie S e L, mentre è possibile acquistarne altri a partire da 29 euro.

SENSORI E COMPONENTI

  • Sensore ottico di rilevazione del battito cardiaco a multi propagazione
  • Sensori elettrici multiuso compatibili con app di scansione EDA
  • Sensore di temperatura cutanea
  • Giroscopio
  • Altimetro
  • Accelerometro a 3 assi
  • Sensore di luce ambientale
  • Wi-Fi (802.11b/g/n 2.4GHz)
  • Near Field Communication (NFC)
  • GPS integrato + GLONASS
  • Motore a vibrazione
  • Altoparlante (75dB SPL @10cm)
  • Microfono

CONCLUSIONI

Nel complesso, il Sense è un dispositivo che ha delle grandi potenzialità, proprio in virtù del numero e del tipo di sensori presenti a bordo. La gestione delle notifiche, la promessa di poter effettuare delle chiamate ed evocare gli assistenti virtuali direttamente sullo smartwatch, il design curato, la presenza di GPS e NFC ne fanno un dispositivo completo e potente che aspetta solo un aggiornamento per migliorare un po’ un’esperienza utente che sarebbe altrimenti soddisfacente.

Ovviamente è un prodotto molto specifico che si rivolge agli sportivi e a chi vuole monitorare e sapere il più possibile sul proprio stato di salute; per queste sue caratteristiche se la gioca con i corrispettivi Apple Watch e Galaxy Watch, offrendo qualche funzione più specifica a un prezzo interessante. Se però queste funzioni così capillari non vi servono, potreste optare ad esempio per un Versa 3, che costa un centinaio di euro in meno.

VIDEO

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Articolo originale disponibile qui

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